Capitolo 15

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James ci fece entrare nell'ufficio dove qualche ora prima stavo per incontrare i miei genitori. Stavolta Gally e Chuck non erano lì ad aspettarmi. Mi guardai intorno e poi dissi:<Io non mi ricordavo di avere un terzo fratello. Nei miei ricordi alla C.A.T.T.I.V.O. si è sempte parlato solo di Chuck e Gally. Da dove sei uscito tu?> James scoppiò a ridere e disse:<Vuoi la risposta scientifica?> Guardai James senza dire niente e poi dissi:<È ovvio che so la rusposta scienticafica, io volevi sapere dove eri stato tutto quesyo tempo.> James fece spalluce e poi disse:<Più tardi te lo spiego. Ora fai silenzio. Stanno per arrivare.> mi voltai e fissai la scrivania. Ogni cosa seguiva un ordine geometrico. Niemte era messo in diagonale. Era tutto perpendicolare. La porta si aprì, e io ritornai alla realtá. Una donna e un uomo non troppo anziani entrarono dalla porta. Entrambi sorridenti si tenevano per mano. Me li aspettavo diversi. Più freddi. La donna e l'uomo ci guardarono tutti, passarono lo sguardo su ognuno di noi, ma lo fermarono su di me e poi la donna con le lacrime agli occhi chiese:<Susan, sei davvero tu?> <Io non sono Susan, sono Serena.> risposi fredda abbassando lo sguardo. <Sai perchè quando sei nata ti abbiamo chiamato Susan?> chiese l'uomo. Non risposi. <Susan deriva dalla lingua ebraica. Significa "giglio", o secondo la gingua egiziana "fiore di loto". Lo stesso giorno che nascesti, regalai a tua madre un giglio. Era un giglio trovato di fortuna. Fu l'ultimo giglio che vedemmo per molti anni. Sapevamo che non ne avremmo visto uno nel giro di qualche anno, e così decidemmo di chiamarti Susan.> raccontó l'uomo <Wow che storia commuovente, ma ora il mio nome è Serena.> risposi disinteressata dalla storia. I miei amici non fiatarono. La donna guardò Sonya e disse:<Cara, siediti, non è un bene stare troppo tempo all'impiedi nella tua situazione.> la donna indicó una sedia. Sonya mi guardò, e poi senza dire niente si sedette sulla sedia che le aveva indicato la donna. Minho si mise vicino a lei e la prese per mano. Poi la donna guardò dinuovo me e disse:<Tesoro dovresti sederti anche tu.> Risa tra me e me e poi mi sedetti. <Cavolo, è stupendo avere una madre che si preoccupa per te. Peccato che in diciannove anni non si è mai fatta sentire manco una volta.> dissi ridendi <Non parlare così a tua madre.> disse l'uomo calmo. <Come dovrei parlarvi visto che non ci siete mai stati? Ci avete rinchiusi tutti nel labirinto, tranne James. Avete permesso alla C.A.T.T.I.V.O. di uccidere Chuck. E mi avete fatto credere che Chuck fosse morto. Per non parlare di quando mi sono piamtata una pallottola di pimbo nella testa perchè non riuscivo più ad accettare questo mondo. Sapete quanto cavolo fa male una pallottola in testa? Non credo. Detto questo se ora ci fate ritornare al villaggio saremo tutti molto felici.> dissi alternando il mio tono di voce. James iniziò a ridere e poi disse:<Oh ma che sorellina simpatica. Ha davvero un gran senso dell'umorismo.> Mi voltai verso di lui e dissi:<James... non ridere. Sembri ancora più imbecille di quello che sei... e ti assicuro che non lo sei poco.> la donna sorrise e avvicinandosi a me disse:<È la gravidanza. Bisognerá preparare tutto per quando nasceranno i miei nipotini.> <Nipotini? Non sono mica dei gemelli, o almeno non credo.> dissi. La donna sorrise e indicò Sonya. <No. Non mi sta bene. Li dovete lasciare stare a loro. Non hanno fatto niente. Loro hanno il diritto di vivere al villaggio. Non potete farli rimanere qui.> dissi. <E newt?> chiese l'uomo. <Newt neanche se lo mollassi la ci starebbe. Mi seguirebbe ovunque anche in capo al mondo. E poi il bambino non è solo mio. È anche suo, ha il diritto di decidere cosa fare.> risposi. Newt mi poggiò una mano sulla spalla e poi disse:<Abbiamo iniziato tutti e tre insieme questa avventura.> <Poi siamo diventati quattro, ora siamo in sei. E credo che questa lotta per la sopravvivenza dobbiamo continuarla insieme. Fino alla fine.> continuò Minho. <Fine? Ma quale fine? La fine che abbiamo fatto io e Newt nella zona bruciata? Bè no, io non ci sto.> dissi. Incrociai le braccia e abbassai lo sguardo. Ci fu un attimo di silenzio, poi Minho si avvicinò a me e si accovacciò guardandomi negli occhi <Guardami fagiolina.> disse con tono serio. <Oh ma smettila. Mi state facendo salire certi nervi. Io non ci sto punto. Non ci voglio stare. Non ci voglio neanche provare.> risposi portando lo sguardo altrove. <Fagiolina, ti ricordi quando nella radura mi odiavi? Non ci avevi neanche provato a diventare amica mia. Se tu non ci avessi provato ora probabilmente te ne saresti pentita. Quante volte ti ho salvato il culo là fuori, e lo stesso hai fatto tu. Tu ci devi provare sempre. Anche quando non si tratta di te stessa.> disse Minho. Era la prima volta che lo sentivo parlare così. <Da quando fai discorsi di questo genere?> chiesi. <Da quando ho dovuto scrivere il discorso per il giorno del nostro fidanzamento ufficiale che non è avvenuto.> rispose Minho con la testa china. <Oh mamma ma questi sono tutti troppo sdolcinati. Io non li voglio qui se ogni volta che gli passo accanto dicono cose del genere.> disse James. <Allora, mamma, dobbiamo chiarire una cosa. Se deve fare così ti giuro che alla prima occasione scappo da sola, non mi frega cosa vogliono fare gli altri.> dissi provando a sorridere. La donna sorrise, e guardò James che sospirò. <Chi vuole un po di sbobba di Frypan? Io la voglio e non mi interessa se voi non la volete.> dissi. <Anche io vorrei assaggiarla se è possibile.> disse mia madre. <Ma tu non sai la ricetta. Era un segreto di Frypan.> disse Newt inarcando un sopracciglio. <Sai caro Newton, quando sei una ragazza, e i tuoi amici ti scaricano in cucina per tenerti al sicuro, devi in qualche modo darti da fare, e se trovi del cioccolato, e inventi una ricetta e la fai provare al cuoco della radura, se glu piace contraccambia con un piccolo segreto.> risposi facendo l'occhiolino. <Smettila di chiamarmi Newton.> disse Newt serio. Non capivo se stesse schierzando o no, così lo guardai per cercare una risposta, ma lui sorrise e mi prese per mano. <Minho, sbaglio o prima hai detto fidanzamento ufficiale mai avvenuto?> chiesi io cambiando argomento. <Beh si, sarebbe dovuto succedere stasera. Al lago. Era tutto pianificato con Newt.> rispose Minho grattandosi la testa. <Mi stai dicendo che tu hai pianificato tutto con Newt piùttosto che con me che sono la tua mamma adottiva e la tua migliore amica?> dissi. <Beh, Newt è suo fratello, e la conosce meglio, sa quello che le piace, e sa anche cosa vorrebbe.> rispose Minho. <Ma... Io so meglio di voi due cosa vorrebbe ora Sonya. Perchè con lui e non con me?> chiesi con vocina lamentosa. <Perchè in realtà...> stava per dire qualcosa Minho, ma fu interrotto da Newt che gli fece segno di non dire altro. <No ora voglio sapere, non potete dirmi tutte queste cose, e poi tacere.> dissi io guardando i due ragazzi. Newt sospirò e poi disse:<Non volevo che andasse così, ma vabbè, del resto ci sono abituato a non avere un piano fisso.> si fermò per un istante. <Aspetta, ma è una cosa bella o brutta?> chiesi temendo che potesse essere una cosa brutta. Poi Newt riiniziò a parlare e disse:<Abbiamo passato molto tempo insieme, sin da quando eravamo piccoli, siamo stati subito amici noi quattro. Abbiamo avuto degli alti e bassi, e probabilmente non verremo considerati sani di mente dopo questa cosa che sto per dirti.> lo interruppi e dissi:<Potremmo non essere sani di mente del resto ti ricordo che ci suamo entrambi piantati una pallottola in testa.> Newt sbuffò e poi disse:<Ce la fai a stare un po zitta, o ti devo imbavagliare?> <Okay, va bene, continua non ti interromperò più.> risposi alzando gli occhi al cielo. <Dunque dicevo... in questo momento, potresti ridermi in faccia. Non è un momento facile, ma sai che qualunque cosa la affronteremo insieme.> continuò Newt. Stavo per dire qualcosa, ma Minho mi tappò la bocca. <Cavolo Susan, hai proprio preso da me. Non smetti mai un attimo di parlare. Ma devi sapere che ci sono alcuni momenti della tua vita in cui devi fermarti e ascoltare.> disse mio padre. <Se magari nessuno più mi interrompe io continuo.> disse Newt quasi ridendo. <Quindi, avrei preferito fossimo nel nostro posto preferito, ma purtroppo non è possibile, così avevo scelto il lago, ma pure il lago a quanto pare non si può avere, e quindi te lo dico quì, in una misera stanza allestita come un ufficio. In realtà avrei anche preferito che ci fossimo solo io, tu, il nostro migliore amico e Sonya, ma a quanto pare, quando mi dicevano che i genitori della sposa sono invasivi qualche volta, non scherzavano. Qui mancano solo due fratelli, e non avrei mai pensato di dirlo ma mi manca Gally, e avrei preferito che ci fosse Gally anzichè tutta la settima generazione di Serena.> disse Newt. <Aspettate, io credo che questo ragazzo debba avere il diritto di avere anche solo una delle cose che voleva.> disse mia madre, e fece segno a mio padre e James di uscire. Tutti uscirono e in quell'ufficio rimanemmo solo noi quattro. <I tuoi piani no sono mai stati rispettati. Volevi studiare, crescere, andare a vivere in una casa tutta tua da sola o con qualche tua amica, fidanzarti ufficialmente sposarti e avere dei figli con lui. In un certo senso hai fatto quasi tutte queste cose, solo che non le hai fatte come volevi. Hai studiato come creare dei mostri, ma lo abbiamo fatto tutti, contro la nostra volontà. Sei cresciuta, prima del previsto, hai condiviso casa con i tuoi amici, ti sei fidanzata anche se non ufficialmente, poi sei rimasta incinta, e ora, proprio in questo momento, ti stai fidanzando ufficialmente. Credo tu abbia capito cosa inten...> continuò Newt dopo l'ennesima interruzione, che non fu neanche l'ultima visto che diedi un calcio a Minho per farmi togliere la mano che mi aveva appoggiato sulle labbra per evitare che interrompessi Newt. <Newt...> sussurrai avvicinandomi a lui. Newt sorrise e poi si mise in ginocchio davanti a me, poi frugò nella tasca dei pantaloni e tirò fuori un oggettino piccolo e lucente. Iniziai a piangere dalla gioia. Stava succedendo davvero. Eravamo davvero noi due. Newt stava per farmi la domanda che probabilmente aspettavo da quando avevo capito come funzionava il mondo. <Voi che diventiamo una cosa sola mettendo una firma su un misero foglio di carta? Vuoi unirti a me anche davanti a quello che rimane della legge? Susan Serena Cristina Maria Elisa, mi vuoi sposare?> mi chiese sorridendo e avvicinandomi l'oggettino lucente. <Si, si, e ancora si. Ti avrei risposto sempre di si, non c'era neanche bisogno che me lo chiedessi.> risposi commossa. Newt avvicinò il gingillo alla mia mano destra. Era un anello. Lo infilò nel io dito e poi disse:<E' un vecchio anello di famiglia, lo avevo preso da dito di mia madre, per aver un ricordo di lei, quand'ero piccolo prima che ci portassero alla base della C.A.T.T.I.V.O. Io gli ho solo aggiunto la pietra azzurra. Ti piace?> Sorrisi e poi dissi:<Ma questo è un pezzo della pietra che ho trovato nel lago prima che Alby mi aggredisse.> Newt mi abbracciò e disse:<Minho quel giorno mentre ti rivestivi vide che non mollavi un attimo quella pietra, come se fosse il tesoro più importante, così mentre dormivi un giorno l'ho presa e l'ho portata a un ragazzo del villaggio di cui avevo sentito parlare bene.> Mi voltai a guardare Minho e Sonya. Sonya ci guardava sorridendo, invece Minho si asciugava le lacrime che gli cadevano lungo le guance. <Oh... il mio piccolo velocista si è commosso!> esclamai andandolo ad abbracciare seguito da Newt. <Io non mi sono commosso mi è solo entrata una cosa nell'occhio.> rispose Minho tirando su col naso. Abbracciai Minho e probabilmente iniziai a piangere anche io. <Andiamo Minho ti abbiamo visto piangere tutti, non c'è bisogno di fare finta di essere forte e apatico. > disse Sonya sorridendo. <E va bene sto piangendo. Siete contenti? La mia piccola fagiolina ribelle è cresciuta, e io sto per diventare suo fratello acquisito. E' tutto troppo stupendo per essere vero.> disse singhiozzando. <Pensa se eravamo eravamo al lago. quello si che sarebbe stato tutto troppo perfetto. Non ci avrei neanche creduto.> risposi tra un singhiozzo e l'altro. Anche e non era andato tutto secondo i piani, ora eravamo felici, e forse anche al sicuro e non c'era niente che non andava.

Non guardare nei miei occhi pieni di tristezza: Life In Pieces.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora