Eravamo rimasti in quella stanza per un bel po'. C'eravamo seduti per terra e avevamo iniziato a parlare del nostro futuro, senza parlare di un dove. Sonya confessò che avrebbe voluto viaggiare insieme a Minho e suo figlio. Newt invece disse che avrebbe voluto insegnare al figlio tutto quello che sapeva. Io ero rimasta zitta per tutto questo tempo. Avevo solo annuito o sorriso quando c'era stato il bisogno. In questi anni avevo capito che fare dei piani sarebbe stato inutile visto che i pieni non vengono mai rispettati.
Improvvisamente mia madre e mio padre entrarono con delle espressioni serie in volto, il che mi spaventò un pochino. <Susan possiamo parlarti in privato?> chiese mio padre. <Potete farlo davanti a loro, armai sono la mia famiglia, è come se fossimo tutti una cosa sola.> dissi sorridendo. <Volevamo parlarti di una cosa che probabilmente non ti ha mai detto nessuno.> disse mia madre. <Okay, e di cosa si tratta?> chiesi. <La tua età.> rispose mio padre. per qualche secondo tirai un sospiro di sollievo, ma quando guardai le facce dei miei genitori, capii che doveva essere qualcosa di importante, e non molto piacevole. <Tu, quanti anni credi di avere?> chiese mio padre circondando le spalle di mia madre con il braccio e stringendola a se. <Mah, non so, sui diciannove o venti.>risposi. Mio padre calò la testa come se stesse per darmi una brutta notizia. <E se ti dicessi che ne hai solo diciassette?> disse mio padre. Rimasi immobile per qualche minuto e poi tra me e me ripetei quel numero. <Diciassette.> Lo ripetei all'infinito nella mia testa. Newt mi guardò.< Mi state dicendo che io sono arrivata nella radura a tredici anni. Sono un attimo confusa. Chuck e Gally hanno sedici e ventuno, e io ne ho diciassette, solo un anno in più di Chuck.> ragionai a voce alta. Ripensai a tutte le cose che avevo combinato nella radura quando ero appena arrivata. Mi vennero dei conati di vomito. <State scherzando vero?> chiesi ridendo istericamente. Mia madre scosse la testa. <Oh miei dei. Stavo per morire a tredici anni, e non sapevo che avevo tredici anni. Cavolo allora quando Minho nella radura mi ha detto che ero un bambina non scherzava. Credo che sto per vomitare.> dissi passandomi una mano fra i capelli. Nella radura avevo fatto un sacco di cose che reputavo quasi normali per una sedicenne, e invece avevo tredici anni. <Serena ma qual è il problema? Non cambia niente. Se non sbaglio eri proprio tu a dire che l'età è solo un numero.> disse Minho. <Non ero io a dirlo. Era un citazione di non so quale libro che ho letto. Che poi ora che ci penso l'età non è un numero è una parola. Il mio problema è la mia età, e le cose che ho fatto nella radura quando sono arrivata. Come caspio ho fatto a sopravvivere a tutte quelle risse a soli tredici anni?> risposi. <Non è un problema questo.> rispose Sonya. <Sono pure più piccola di te.> dissi dispiaciuta. Newt era rimasto in silenzio fino a quel momento. <Mi sto per sposare con una diciassettenne.> disse come se nessuno avesse detto niente fin ora. <E' un problema?> chiese Minho con la paura che avrebbe risposto di si. Newt non rispose, ma mi guardò negli occhi. Stava riflettendo. <Newt se ti sposi Serena, ti giuro che la faccio sparire.> disse Minho pronto a difendermi. <Minho, cosa intendi per 'la faccio sparire'?> chiesi distratta. <Newt lo sa cosa intendo.> rispose Minho senza spostare lo guardo da Newt. <Nono,ora lo voglio sapere anche io!> dissi andando verso Minho. <Un giorno te lo spiegherò forse.> rispose. <No, tu me lo spieghi ora, perché se no finisce come il sogno del bacio!> dissi io. <Quale sogno del bacio?> chiese guardandomi. <Non lo so un giorno ero a casa tua e ti stavo svegliando e tu hai detto 'perché lo hai baciato?', ti avevo chiesto spiegazioni, ma tu mi hai risposto che un giorno qualcuno me lo avrebbe spiegato.> dissi io. <Stai scherzando? Ancora nessuno te l'ha spiegato?> chiese Minho. Stavo per rispondere quando Newt ci interruppe urlando:<Smettetela di fare come bambini! Sto cercando di pensare!> Nessuno fiatò più. Poi spezzai il silenzio dicendo:<Stai pensandi a cosa?> <A tutti!> rispose Newt scocciato. <E fu così che il mio matrimonio andò a rotoli.> sussurrai poi andai verso la porta e cercai di uscire, ma era chiusa. <Posso uscire?> chiesi voltandomi. Nessuno rispose, poi mia madre fece cenno a mio padre di aprire la porta. Mio padre schiacciò un bottone, e la porta si aprì. Sopsirai e poi uscii.
Cominciai a camminate ed esplorare. Ogni tanto per i corridoi incontravo qualche ragazzino che appena mi vedeva scappava via. Mi chiedevo come mai scappassero tutti così, ma smisi di chiedermelo quando dietro di me notai un ombra che di certo non era la mia. Non mi voltai, feci finta di niente e continuai a camminare chiedendomi chi fosse la persona che mi seguiva. Ero persa nei miei pensieri quando andai a sbattere contro un ragazzo familiare. <Scusami.> si scusò il ragazzo senza guardarmi negli occhi. I capelli rossi erano sempre più ribelli, e gli occhi azzurri sempre più profondi. <Edward!> lo chiamai facendolo voltare. Edward mi guardò per qualche secondo e poi disse:<Oh cavolo, ma tu sei Susan la sfacciata!> Io sorrisi e poi dissi:<Chiamami Serena, ormai siamo amici. Ma dimmi: come stai? Cosa ci fai qui?> Edward sorrise e poi disse:<Io sto bene, apparte qualche ora di sonno da recuperare, ma è tutto apposto.> Sorrisi nel vedere che stava bene, poi chiesi:<Come mai hai delle ore di sonno da recuperare?> Edward sorrise e poi disse:<È una cosa che capita quando diventi un genitore.> Rimasi a bocca aperta. <Sono felicissima per te.> mi congraturai con il ragazzo dai capelli rossi. <Cavolo l'ultima volta che ci siamo visti eravamo piccolissimi, o almeno... io ero piccola, poi tu non lo so.> dissi ripensando alla mia etá. <Non è che ci scambiamo di tanto. Abbiamo solo due anni circa di differenza.> disse ridendo. <Se, magari. Ho diciassette anni. Quando ci siamo incontrati per la prima volta avevo circa sedici anni.> Edward si mise a ridere poi disse:<Davvero non lo sapevi?> lo guardai e poi con una smorfia dissi:<In realtá fino a mezz'oretta fa credevo di averne venti circa.> Edward rise e poi disse:<Ma se ne dimostri a stento sedici.> <Ed, non ridere. Il mio matrimonio patrebbe andare a rotoli solo perchè credevo di avere vent'anni.> dissi io un po malinconica. <Ma quanti sei dolce!> disse Ed arricciando il naso.
Improvvisamente mi sentii ciercondare la vita. Mi voltai e Newt era dietro di me. <Chi sei?> chiese rivolgendosi a Edward. <Un amico della ragazza sfacciata.> rispose Edward. <Dimmi che sta scherzando.> chiese Newt guardandomi. Io accennai un sorriso e scossi la testa. <Ma sei seria? Fai a tutti la stessa impressione?> mi chuese Newt. <Ei amico, non è che fa quest'impressione, è che lei lo è.> disse Ed ridendo. Misi il broncio scherzando e poi dissi:<Non sono sfacciata dico solamente le cose come le vedo. E vedo anche che tu sei geloso.> <Non fare come una bambina.> mi sussurrò Newt all'orecchio. Poi andò via. Mi voltai guardandolo sparire dietro un corridoio. Gonfiai le guance, e pensai a ciò che aveva detto quel ragazzo. <Scusa Ed io devo andare. Ci becchiamo in giro.> dissi correndo via. Percorsi un corridoio, poi in lontananza vidi Newt. Era seduto a terra. La schiena poggiata contro il muro, le ginocchia al petto i gomiti sulle ginocchia e la testa china. Mi avvicinai senza dire niente. Mi sedetti accanto a lui e fissai il muro davanti a noi. Newt alzó la testa e mi guardò. <Scusa.> sussurrai senza guardarlo. <Per cosa?> chiese mormorando. <Per tutto. Per averti portato qui, per averti permesso di innamorarti di me, per essere rimasta incinta e averti convolto, perchè sono ancora una bambina.> risposi. Newt iniziò a ridacchiare. <Credi che io sia arrabiato con te?> chiese continuandi a ridacchiare. <Beh... si... voglio dire... credevo di avere vent'anni e invece ne ho solo diciassette, se non fossi rimasta incinta non ti avrebbero trascinato fino a qui, e se non ti fossi innamorato probabiomente sarebbe stato tutti diverso. Avresti potuto frequentare persone diverse.> dissi. <Chi intendi con altre persone?> chiese Newt tornando serio. <Newt, sai a chi mi riferisco.> risposi pensando a Thomas. <Credo di non aver capito.> disse Newt. Corrugai la fronte e dissi:<Una volta nella radura, Minho ed io stavamo parlando e lui disse una cosa a proposito di te e del fagiolino, che a quei tempi era Thomas.> Newt abbassó lo sguardo, poi corrugò la fronte e disse:<Te lo ha detto?> Scossi la testa accennando un sorriso e poi dissi:<Newt... nessuno mi dice mai niente a me.> Newt sospirò e poi disse:<Quando io e Teresa siamo stati curati e portati al villaggio Thomas mi chiese se potevamo parlare in privato. Accettai. Mentre parlavamo Tommy si avvicinava sempre di più, e poi a un certo punto mi baciò. Minho nel frattempo era dietro di noi. Quella sera Minho mi ha picchiato così tanto che mi sono sentito Gally dopo aver accoltellato Chuck. Gli feci giurare di non dirtelo. Che sarebbe stato un segreto tra noi tre. E che prima o poi te lo avrei detto io stesso, quando avrei ritenuto che fosse il momento.> Chiusi gli occhi e poi sussurrai:<Fantastico. Un pensiero in più.> <Come?> chiese Newt. <Niente, stavo parlando da sola.> risposi. <Scusa per prima.> disse mormorando. <Tranquillo tanto è quello che effettivamente sono. Una bambina.> risposi alzandomi. Newt rimase seduto, mi fissò memtre mi alzavo e poi disse:<Ti sei arrabbiata?> Non risposi, ma lo fissai. Poi andai via.In realtá non sapevo neanche io se dovevo essere arrabbiata o meno. Era tutto troppo complicato. E forse si sarebbe complicato tutto di più. Dovevo trovare un modo per ritornare alla normalitá.
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Non guardare nei miei occhi pieni di tristezza: Life In Pieces.
FanfictionSerena da qualche mese si trova in un posto davvero sicuro. tuttavia i suoi amici non sono con lei. Il fratellino Chuck, il capo della radura Alby, e tutti i ragazzi e le ragazze del gruppo A e del gruppo B che si credevano morti in realtà sono sta...