Capitolo 19

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Passarono circa sedici settmane. James non era contento delle attenzioni che i miei genitori recavano a me e Sonya. La pancia iniziava a vedersi, ogni giorno era sempre più rotonda. Sonya aveva giá scelto i nomi. <Anche se è un nome giapponese se fosse femmina la chiameremo "Yuki" che può significare felicitá o neve e come secondo nome "Serena". Se fosse maschio lo chiameremo "Leone Abel".> diceva Minho ogni volta che qualcuno chiedeva del bambino. Io e Newt in realtá eravamo indecisi su tutti. Il nome del bambino, il da farsi per le nozze, e tutto il resto.

Ero nella mia stanza e stavo ordinando un po, nonostante io sia le persona più disordinata del mondo, quando mia madre entrò sorridendo. <Ei Susan, sono giá passate circa venti settimane?> chiese. <Emily, ti ho giá detto di chiamarmi Serena.> risposi girandomi per sistemare il letto. <Io ti chiamerò Serena se tu mi chiamerai mamma.> disse. <Io ci provo a chiamarti mamma ma a volte me ne dimentico ed altre volte invece...> mi interruppi. <A volte non riesci a considerarmi come tale...> continuò mia madre abbassando lo sguardo. Ci fu del silenzio che spezzai chiedendo:<Perchè volevi sapere se erano passate venti settimane?> <Tu dimmelo e basta.> rispose mia madre. <Ma intendi da quando sono qui o da quando ho scoperto di essere incinta?> chiesi. <Da quando sei incinta.> rispose sorridendo. Faci un calcolo veloce a mente, poi risposi:<Si.> Mia madre si voltò e poi disse:<Ti andrebbe di scoprire se sia maschio o femmina?>
Mi voltai velocemente e guardai mia madre. Era di spalle, ma si girò subito. Potei notare così il suo enorme sorriso memtre si sedeva su una sedia vicino la scrivania.
Doveva essere davveri contenta. Ci pensai un attimo e poi dissi: <Non abbiamo neanche scelto il nome.> <Non lo avete scelto perchè non ci avevate pensato o perchè non sapevate quale scegliere?> chiese mia madre. <Credo entrambe le cose.> risposi piegando le coperte che erano sul letto. <Credi sia maschio o femmina?> chiese mia madre. <Non lo so.> risposi sedendomi. <Da piccola parlavi sempre dell'Alaska con i tuoi amici. Un giorno hai perfino detto che avresti chiamato così tua figlia. Da piccola pensavi spesso ai figli e balbettavi tanti di quei nomi che ogni volta io e tuo padre ripensandoci in confronto non abbiamo scelto tanti nomi per te. Lucy, Elizabeth, Molly, Hanna, Teresa, Alaska, Cathrine, Renesme, Wendy. Oppure Peter, Giuseppe, Alexander, Ronald, Simon, Levi, Chip, Takumi. Eri davvero molto marua con le etnie dei nomi.> disse mia madre. <Giá, ma non è una decisione che spetta a me, o almeno non da sola.> risposi. Mia madre scrollò le spalle alzandosi, mi guardò e disse:<Potreste comunque prendeli in considerazione, non erano poi tanto male.> <Lo farò.> risposi, poi mia madre uscì.

Rimasi seduta, guardandomi attorno. In quello stesso momento Newt entrò saltellando. <Ei fagiolina come va?> chiese Newt avvicinandosi e baciandomi. <Tutto ok.> risposi distratta. <E il piccolino?> chiese sorridendo. <Dovremmo iniziare ad ipotizzare dei nomi...> dissi guardandolo. <Già. Chiamiamolo Rayn.> disse Newt sedendosi accanto a me. <Mh... Rayn non mi fa impazzire.> risposi. <No, infatti... non fa impazzire neanche me.> disse Newt ridendo. <Potremmo chiamarlo Takumi come secondo nome.> dissi. Newt rise e poi disse:<E dare soddisfazione a Minho dandogli un altro nome asiatico? Mai.> <Giusto, forse sará più semplice scegliere il nome nel caso fosse femmina. Potremmo chiamarla Teresa.> ipotizzai guardandomi attorno. <Chiamarla come la prima ragazza che nella radura ti ha picchiato? Mhm... mi piace, ma non ne sono convinto.> confessò iniziando a bacirmi il collo. <Potremmo chiamarla Lucy.> dissi non facendoci caso. <Mhm...> fu la sua risposta. <Newt è una cosa seria. Potresti aiutarmi a pensare a dei nomi carini? Non vorrei che per la fretta scegliessi dei nomi assurdi e poi mia figlia, o mio figlio debba andare in giro con un nome assurdo.> dissi ridacchiando per il solletico. Newt mi spostò i capelli dal collo. Continuò a baciarmi. Mi faceva il solletico, ma era piacevole. <Newt, mi stai facendo il solletico, e per di più devi farti la barba.> dissi passandogli una mano tra i capelli. Newt si staccò per qualche secondo poi disse:<In realtá stavo pensando di farmela crescere, potrebbe donarmi.> Scossi la testa ridendo, poi lo baciai.
Newt aveva un sapore strano in bocca. Come se avesse fumato. Un sapore di fumo che mi dava quasi i nervi. Mi allontanai facendo una smorfia. <Che c'è?> chiese Newt notando la mia smorfia di disgusto. <Hai fumato?> chiesi. Newt abbassò lo sguardo come se sapesse di essere il colpevole e essere stato scoperto. <Dove l'hai presa?> chiesi. <Le ho trovate in giro.> rispose. <Quante ne hai fumate?> chiesi spostandomi per guardarlo meglio. <Una in due.> rispose avvicinandosi. <Che significa una in due?> chiesi. <Ne ho fumata metá, l'altra metá sigaretta l'ha fumata un'altra persona.> rispose. <Chi è l'altra persona?> chiesi. Dire che gli stavo facendo il quarto grado era poco, però ammetto che era divertente. <Perchè ti interessa?> chiese Newt sorridendo. <Devo capire se devo essere gelosa o no.> risposi seria, anche se dentro di me stavo ridendo a crepa pelle. <Ah... allora mi sa che devi essere molto gelosa. Anzi probabilmente quello geloso dovrei essere io. L'ho fumata con Minho.> rispose venendo verso di me. Mi alzai dal letto e andai verso la scrivania e poi chiesi:<Perchè?> Newt rimase sul letto in silenzio come se stesse pensando se venire verso di me o rimanere lì. Ci fu un po di silenzio, poi però Newt rispose:<In memoria dei vecchi tempi e poi perchè mi aiuta a riflettere. Io e Minho nella radura avevamo un nascondiglio per le sigarette.> <Ecco di chi erano quelle sigarette!> dissi sgranando gli occhi. <Tu sei riuscita a trovarle?!> esclamò Newt venendo verso di me. <Bè non c'è voluto molto visto che erano su un albero.> risposi. <Eri tu che le prendevi?>chiese Newt prendendomi per la vita. <Si.> risposi. <E che ci facevi con le sigarette?> chiese Newt. <Cosa credi che ci facessi? È ovvio che me le fumavo.> risposi ridendo. <Tu fumavi?> chiese Newt inarcando le sopracciglie. <No, quella di prima era una metafora per dire che me le infilavo nel naso e facevo gli occhi storti per far ridere le scacertole.> risposi sarcastica. <Perchè lo hai fatto?> chiese Newt spostandomi i capelli dal viso. <Perchè credevo che sarei morta e io volevo morire vivendo quante più cose era possibile. E quelle era una di quelle cose. E poi mi aiutavano a dimenticare tutto per un attimo e farmi avere una speranza.> risposi. Newt mi guardò e chiese:<Quando è stata la prima e l'ultima?> <Ti ricordi quando entrai nel labirinto con Minho e poi ti chiesi di uccidermi?> chiesi. <Quando poi ti trovai nella stanza delle mappe?> chiese Newt a sua volta. <Si, esattamente prima fumai la mia prima sigaretta.> risposi. <E com'è stata?> chiese. <Uno schifo, però in quel momento era proprio quello che ci voleva.> risposi. <E l'ultima?> chiese. <Qualche giorno dopo il tuo arrivo al villaggio.> risposi guardandolo. <Capito.> rispose solamente.
Lo guardai per un po in silenzio, poi lo baciai. Ammetto che non mi piaceva per niente quel sapore, però ci feci poco caso. Newt scese di nuovo verso il collo. <Oggi ti sei proprio fissato con il collo.> sussurrai stringendo le graccia attorno al suo collo. Newt non rispose, ma lo sentii ridacchiare.
<Newt se fosse femmina... la chiamiamo Alaska? Ci sono sempre vuoluta andare.> chiesi chiudendo gli occhi. <Mhm...> rispose Newt senza staccarsi un secondo dal mio collo. <Alaska Elizabeth Wendy.> dissi.
<Alaska Elizabeth Wendy.> ripetè Newt allontanandosi. <E se fosse maschio?> chiese poi Newt. <Minho.> risposi dandogli un bacio. <Solo?> chiese. <Dai, diamogli qualche nome in più, almeno così se il primo non gli piacesse potrebbe avere una seconda o addirittura una terza possibilitá.> continuò Newt. <Minho Chris Vito. Che te ne pare?> chiesi. <Wow un bimbo multietnico.> disse Newt ridendo. <I miei nonni erano italiani, i tuoi americani, e vabbè Minho gliel'avevamo promesso.> dissi ridendo a mia volta. <È fantastico. Alaska Elizabeth Wendy e Minho Chris Vito. Mi piacciono.> ripetè Newt spingendomi delicatamente verso il letto. Mi fede sedere sul letto, e si chinò verso di me baciandomi. Qualcosa dentro di me si mosse. Mi allontanai con un sussulto da Newt che mi stava mordicchiando le labbra. Mi guardai la pancia. <Ti ho fatto male?> chiese Newt pensando di avermi fatto del male. <No, no. Il bimbo mi ha dato un calcetto.> risposi sorridendo. Newt sorrise e poggiò una mano sulla mia pancia. Ci fu un altro calcetto e Newt allontanò la mano di scatto dicendo:<Wooo è davvero forte.> Sorrisi e annuii. Avevo le lacrime agli occhi. Davvero c'era qualcosa dentro di me. Qualcosa di vivo che probabilmente era impazziente di uscire e vivere.
<Ti va di sapere se è maschio o femmina?> sussurrai sorridendo. Newt annuì sorridendo. Poi mi prese per mano e uscimmo.

Avevamo cercato mia madre, e le avevamo detto che eravamo pronti per sapere se era Minho Chris Vito o Alaska Elizabeth Wendy. Mia madre aveva sorriso e ci aveva fatti entrare in una stanza. C'era un lettino con accanto un enorme macchinario.

<Susan siediti qui, io vado a cercare il dottore.> disse mia madre indicando il lettino. Poi uscì dalla stanza lasciandoci soli. <Come credi che sará?> chiese Newt guardando il macchinario. <Dunque a giudicare dall'aspetto sembra un macchinario antico ma non troppo, credo risalga a prima delle eruzioni solari.> dissi io. <Non la macchina.> rispose Newt sedendosi accanto a me. <Ah ok ho capito a cosa ti riferisci. Dunque secondo me è alto, super muscoloso, un vero e proprio macho.> dissi ridendo. <Mi riferivo a come sará essere genitori.> disse Newt capendo che lo stavo prendendo in giro. <Non lo so. Credo sará stancante, e divertente, ma stancante sopratutto. E probabilmente arriverá anche il giorno in cui mi sembrerá di stare nella radura attornita da ragazzini che fanno domande scomode.> dissi sorridendo e guardando nel vuoto. La porta si spalancò e un ragazzo dai capelli rossi entrò con un camice bianco. Chiuse la porta e guardando dei fogli che aveva in mano disse:<Dunque... tu sei la sorella del fidanzato di Serena. Giusto?> <No Ed. Sono proprio Serena. Ma tu dimmi non eri un pilota di berghe fino a qualche mese fa?> dissi ridendo. Newt lo guardò male. Edward alzò lo sguardo quando mi sentì parlare e disse:<Io sono ancora un pilota di berghe solo che qui sotto dovevo trovarmi qualcosa che fare.> Sorrisi e poi dopo un po di silenzio chiesi:<Tuo figlio?> Edward sopirò e andando verso lo strano macchinario disse:<Ahimè quel povero bambino continua a farfugliare cose senza senso. Parla di Noah e di te e dice tante cose sconnesse tra loro.> <Mi spiace per questa specie di crisi che ho generato in tuo figlio.> dissi dondolando le gambe dal lettino. <Tranquilla, non è mica colpa tua. Potresti sdraiarti?> disse premendo tasti sulla macchina. Mi stesi e lo guardai. Newt rimase accanto a me senza dire niente. <Avete giá scelto i nomi?> chiese Edward. Sorrisi e guardai Newt. <Se fosse una femmina Alaska Elizabeth Wendy. Minho Chris Vito se invece fosse un maschio.> disse Newt prendendomi per mano. <Fortunato.> sussurrò Edward. Non capii a cosa si riferiva, ma lasciai perdere. <Puoi toglierti la maglietta?> chiesd Edward fissando uno schermo sul macchinario. Newt mi strinse la mano, ma mi voltai verso di lui e gli sussurrai:<Stai tranquillo, devo solo togliermi la maglietta, non devo fare mica chissá che cosa.> Newt mi lasciò per un attimo la mano. Mi sfilai maglietta e la porsi a Newt, che con sguardo vigile teneva d'occhio me ed Edward. Edward si allontanò. Aprì un cassetto e prese una siringa. Mi alzai di scatto e poi dissi:<Sai ripensandoci non voglio saperlo se è maschio o femmina.> Edward si girò verso di me e disse:<Dopo tutto quello che hai passato hai paura di un misero ago?> <Assolutamente no. È solo che ho cambiato idea.> dissi rimettendomi la maglietta. Newt iniziò a ridere, e fu seguito da Edward. <Perchè ridete?> chiesi. <Questo non è per te.> rispose Edward. <Ah... è molto... come dire... rassicurante.> dissi deglutendo.

Dopo quello spavento scoprii che in realtá dovevo fare una semplice ecografia. Tutto era andato alla perfezione. Avevo salutato Edward ed eravamo ritornati in camera. <Sei felice?> chiesi sedendomi sul letto. <Si.> rispose Newt. <Cavolo... dentro di me ho davvero un piccolo Minho.> dissi. <Susan... ti amo.> disse Newt guardandomi negli occhi. <Non chiamarmi Susan. Mi senti svantaggiata.> sussurrai storcendo il naso. <Perchè?> mormorò ridacchiando. <Perchè tu sai tutti i miei nomi, e io invece so solo Newt.> risposi circondandogli il collo. <Mhm... se ti dicessi il mio nome non crederesti fosse quello vero. Non so se mi spiego.> rispose Newt. <Ormai mi sono successe così tante cose a dir poco inverosimili che sapere il tuo nome sará la cosa più vera. Non so se mi spiego.> imitai il suo tono di voce. <Newton.>disse schioccando la lingua infine. Iniziai a ridere e poi dissi:<Se non mi avessi detto che non ti avrei creduto probabilmente ti avrei preso per il culo.> <Tanto lo so che mi prenderai lo stesso per il culo.> disse Newt ridendo. <Nono, non lo farei mai.> dissi ridendo. Mi sedetti sul letto e guardai il ragazzo biondo. <Mi fai un favore?> chiesi tornando seria. <Mi vai a prendere una mela?> chiesi. <Quanto sei stronza.> disse Newt ridacchiando. <No, sul serio voglio una mela.> dissi ridendo. <Va bene... vado subito.> disse Newt aprendo la porta per uscire. <Mentre torni però non fare esperimenti che la gravitá è giá stata scoperta.> risi a crepapelle. Newt sospirò e poi disse:<Se non fossi incinta ti giuro che ti farei picchiare da Minho.> non risi, anche se probabilmente avrei dovuto. <Cavolo quanto mi mancano...> sussurrai abbassando lo sguardo. <Chi?> chiese Newt. <I vecchi tempi.> risposi con un pizzico di malinconia. <Mancano a tutti.> Newt mi abbracciò, e io versai qualche lacrima che però sparirono immediatamente quando qualcuni bussò alla porta.

Non guardare nei miei occhi pieni di tristezza: Life In Pieces.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora