Capitolo 21

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Avevo chiuso gli occhi qualche minuto per riflettere a tutto quello che mi stava capitando. Poi qualcuno mi picchettó l'indice sulla spalla. Aprii gli occhi e guardai verso l'alto. Peter mi guardava come se volesse dirmi qualcosa di importante.  <Peter, hai bisogno di qualcosa?> chiesi. <Voglio papà.> disse sul punto di iniziare a piangere. Mi guardai attorno, poi allungai il braccio prendendo Peter per mano. Mi schiarii la voce, poi tirai Peter verso di me e lo feci sedere sulle mie gambe. Gli cinsi le spalle con il braccio. Cos'era meglio? Dirgli la verità, o inventare una scusa? Ci pensai qualche minuto poi dissi:<Ogni tanto, nella vita capita che le persone volino in cielo, per guardarti e proteggerti. Papà è salito in cielo, e mi ha detto di dirti che ti vuole bene, e che se hai bisogno di qualunque cosa puoi chiedere a me o ai miei amici.> Peter mi guardó perplesso. Sospirai sapendo che forse non aveva capito. <Fagiolino,  vieni con me, ti faccio fare un giro di questo catorcio.> Mi voltai e vidi Chuck. Era cresciuto molto da quando eravamo usciti dalla radura.  Ora era quasi un uomo. Era dimagrito. I riccioli gli ricadevano sulle spalle. Erano cresciuti parecchio anche i suoi capelli. Eppure mi parve di non conoscerlo come una volta. Come quando rimangi dopo tanto tempo una cosa che ti piace tanto e ricordi diverso il gusto. Peter si alzó e andó da Chuck. Rimasi seduta mentre loro due sparivano uno accanto all'altro. Poi passai una mano sul viso, mi strofinai gli occhi e mi alzai. Iniziai a camminare avanti e indietro pensando a Peter. 

Era già da un po' che continuavo a spremermi le meningi per trovare ció che stavo cercando probabilmente invano. Appoggiai la fronte al muro e sospirai. Delle braccia mi circondarono la vita, e allora mi voltai. Newt mi guardava sorridendo. <Come stanno i miei due piccoli fagiolini?> chiese sussurrano. <Lui benissimo. Io sto cercando di pensare ma non riesco. E tu?> <Confuso, ma sto bene.> disse passandomi una mano tra i capelli. Sopirai e poi dissi:<Ho fame.> Newt rise e poi disse:<Vieni con me.>

Dopo aver mangiato, Newt mi potró in una stanza dove avrei potuto riposare in un letto.  Eravamo solo noi due dentro quella stanza. Era strano essere noi due. Nelle ultime ore eravamo sempre stati circondati da altri ragazzi.
Mi sedetti sul letto e mi guardai attorno. Era una normale stanza di una berga. Pareti in metallo, e arredamento povero e semplice. Newt si sedette accanto a me e mi circondó le spalle con il braccio e mi strinse a se. <Che senso ha?> chiesi guardando il vuoto. Newt si schiarì la voce e poi disse:<Non credo ci sia davvero un senso. Voglio dire...> si fermó un attimo e poi disse:<Forse è meglio che tu dorma un po'. Non credo faccia bene al bambino tutto questo.>
<Completa il discorso prima.> dissi sdraiandomi cercando di occupare meno spazio possibile per permettergli di sdraiarsi insieme a me. Newt sorrise e disse <Ne parleremo dopo, tanto non è niente di interessante. Buonanotte fagiolini.> mi accarezzó il ventre delicatamente, poi si alzó e fece per uscire. <Aspetta, dove vai, non dormi con noi?> chiesi mettendomi a sedere. Newt scosse la testa e disse:<No, ho il turno di là, ma se ti senti sola ti faccio mandare qualcuno.>  alzai gli occhi al cielo e poi dissi:<Non puoi rimanere almeno fino a quando non mi addormento?> Newt scosse la testa e poi sorrise. Uscì e chiuse la porta alle sue spalle. Sbuffai e mi sdraiati di nuovo guardando il soffitto.
Mi misi a sedere con la schiena poggiata al muro e chiusi gli occhi. <Ei, Newt mi ha mandato di qua per stare con te.> sussurró qualcuno sulla porta.
Dei passi incerti si fermarono davanti a me. Feci un respiro profondo e poi aprii gli occhi.
Era Jughead. Mi chiesi come mai Newt avesse chiesto proprio a lui di farmi compagnia, ma Jughead rispose senza ricevere alcuna domanda. <Newt ha chiesto se qualcuno poteva venire da te e erano tutti occupati, e io avevo appena finito il mio turno.>
Lo guardai e poi dissi:<dobbiamo parlarne. Ora.>
Jughead si grattó la testa e poi disse:<Non possiamo solo dimenticare tutta questa storia? >
Sospirai e risposi:<No. Non è la prima volta che mi capita, e so che non è una cosa facile ma dobbiamo risolvere questa storia.> Jughead mi guardò e poi disse:<Parliamone dopo, per ora riposa.> Mi misi a sedere:<No, ora. Non voglio rimandare.> Jughead tossì imbarazzato. <Cosa vuoi che ti dica? Non c'è molto da dire.> disse senza guardarmi negli occhi. <VA bene, visto che non vuoi parlare giochiamo. Una domanda io e una tu con risposta sincera. Sei d'accordo?> Dissi avendo capito che non voleva parlare. <Inizio io.> Disse Jughead  sedendosi accanto a me. <Dove lo trovi il coraggio?> Chiese. <Bo, c'é e basta, credo.  E comunque se solo mi conoscessi meglio, vedresti che in realtà, anche se non lo faccio vedere ho una paura matta. Ma col tempo si impara a gestirla.> Risposi del tutto sincera. <Ora é il mio turno! Chi ti ha mandato?> <Se te lo dicessi mi rideresti in faccia.> rispose abbassando lo sguardo. <Perchè nella radura picchiavi molte persone?> <Perchè mi facevano arrabbiare. O forse era solo un modo per sfogarmi.> risposi sbadigliando. <Sarai stanchissima, dormi un po'.> mi disse alzandosi e sedendosi per terra. <continuiamo dopo?> chiesi stendendomi nel letto. Lui annuí e io chiusi gli occhi.

Al mio risveglio non c'era nessuno con me. Mi alzai lentamente ed uscii fuori. Era tutto silenzioso senza contare il rumore del motore a cui ero abituata da tempo e quindi non ci facevo piú nemmeno caso e mi sembrava strano. Mi guardai attorno non c'era nessuno. Cominciai a camminare alla ricerca di qualcosa da mangiare. Da una porta uscí un ragazzo che io conoscevo e non vedevo da molto tempo. Era Frypan. Appena lo vidi sorrisi e gli corsi incontro. Frypan però non mi vide, o almeno non subito. Dopo essere uscito da quella stanza chiuse subito la porta e si guardò attorno furtivamente, e appena mi vide si blocco davanti la porta. Lo abbracciai forte, ma lui sembrò nervoso. Non ci feci caso. Ero curiosa di sapere perchè si comportava cosí, ma lasciai stare. Se faceva in quel modo un motivo c'era. <Cavolo Frypan mi sei mancato tantissimo. E mi è mancato tantissimo anche mangiare la tua sbobba.> dissi sorridendogli. <ohhh ma andiamo ti ho insegnato la ricetta!> disse lui <Si ma non è la stessa cosa.> risposi io allontanandomi. Mi voltai ed andai verso quella che era la cucina. Iniziai a cercare cibo, ma qualsiasi sportello aprissi era vuoto. Andai nella cabina di comando. Prima di entrare bussai alla porta per evitare una qualsiasi distrazione. Aprii la porta e vidi subito Jorge. <Oh mio dio Jorge!>urlai. Jorge si girò verso di me velocemente e poi disse:<Hola Hermana. Come va? > Sorrisi e risposi:<Ogni volta che dico che va meglio, le cose precipitano, quindi magari evito di risponderti. Ma invece il villaggio, tu e gli altri?> Non avevo nemmeno fatto caso a chi fosse insieme a lui nella cabina. Jorge non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che il copilota ci interruppe indicando un foglio scarabocchiato. <Jorge, guarda...> Era Jughead. Sembrava preoccupato. Rimasi in silenzio per un po e guardai il foglio cercando di capire qualcosa. <Hermana, ti spiego tutto appena posso, ora ho molto da fare.> disse Jorge iniziando ad armegguare con i comandi della berga. Prima di uscire dalla cabina di potaggio mi volta verso Jughead e dissi:<Tu ed io ancora dobbiamo parlare.> Jughead non rispose, ma si voltò a lanciarmi uno sguardo veloce. <Perchè non vai con gli altri?> chiese Jorge. <Non ho la mi ima idea di dove siano.> risposi alzando le spalle. <Sono nella stanzetta da cui è uscito Frypan, ti abbiamo sentito parlare con lui.> disse Jughead senza neanche voltarsi.
Lo guardai, ma lui continuava a scarabbocchiare quel foglio che aveva fatto vedere a Jorge poco fa. <Vi lascio lavorare...> dissi e uscii lentamente dalla cabina, dirigendo i verso la stanza da cui Frypan era precedentemente uscito.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 26, 2020 ⏰

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