Ci fu un botto, un rombo di elicottero e poi tante urla. Subito mi asciugai le lacrime e guardai Newt negli occhi e sussurrai:<Scusa.> Newt smise di piangere e mi guardò con aria confusa. <Sono arrivati prima del previsto... io... perdonatemi!> dissi. Qualcuno bussò violentemente alla porta. Tutti ci girammo verso la porta e la fissammo. Eravamo tutti e quattro in silenzio, poi la porta venne buttata giù da alcuni uomini con delle tute. <L'abbiamo trovata!> disse un uomo con un woky toki. La voce era ovattata da una maschera che gli copriva la bocca e il naso. L'uomo entrò e si avvicinò a me, poi entrarono altri tre uomini che andarono verso i mei amici. Un uomo prese Sonya per il braccio e la spinse fuori. Minho andò su tutte le furie e urlò:<Ei brutto sacco di sploff fai piano è incinta!> un altro uomo prese Minho e lo portò fuori. Poi presero Newt. Rimasi ferma finchè i miei amici non furono portati tutti fuori. <So che mi state cercando.> dissi dando le spalle all'uomo. <Devi venire con noi.> disse. <Dammi due buone motivazioni.> dissi sedendomi sul divano. <Non sono autorizzato a dirti niente.> rispose l'uomo. <Certo, ora io qualsiasi cosa ti chiederò tu risponderai sempre così.> dissi sospirando. <Esattamente.> rispose l'uomo. Da come rispose intuii che sogghignò. <Se vengo con voi li lascerete stare?> chiesi alzandomi dal divano e guardando negli occhi l'uomo. <Certamente. Il nostro unico scopo è portarti via da qui.> rispose l'uomo. Ci pensai un attimo. Volevo davvero andare con loro ora che io e Newt ci stavamo facendo una famiglia? <Dobbiamo andare.> disse una donna con la tuta affacciandosi dalla porta. Sospirai e poi promise a me stessa che sarei andata con loro, ma gli avrei nascosto la mia gravidanza. Così andai verso la porta e l'uomo mi seguì mettendomi una mano sulla spalla.
Uscimmo fuori. Minho, Sonya e Newt erano in ginocchio con le mani legate dietro la schiena. <Lasciateci andare!> disse Minho rivolgendosi a una donna. La donna lo guardò poi gli tirò un pugno. Subito corsi verso la.donna e la buttai a terra riempiendola di schiaffi. Subito arrivò un ragazzo in aiuto della donna. Mi prese per le spalle e mi scaraventò all'indietro, poi mi prese per il collo e mi guardò. <Ei, che stai facendo smettila, aspetta un bambino!> urlò Newt. Guardai il ragazzo negli occhi, e lui mi lasciò. Nel frattempo l'uomo con cui prima avevo parlato mi si fondò alla spalla e disse:<Sei incinta?> Io sospirai e poi dissi:<Si.> L'uomo prese il woky toki e disse:<Capo... abbiamo un problema... la ragazza è incinta.> ci fu un minuto di silenzio da parte di tutti, poi si udì un rumore, una risposta. L'uomo annuì e poi venne verso di me prendendomi per il braccio e disse:<Chi è il padre?> Prima di rispondere guardai Newt e scossi la testa, poi dissi:<È morto qualche settimana fa.> <Voi tre venite con noi.> disse poi l'uomo indicando i miei amici. <No. Loro non vengono. Io ho detto che sarei venuta se li aveste lasciati.> urlai agitandomi. <No, i piani sono cambiati.>rispose l'uomo. <Gally e Chuck?> chiesi. <Loro due sono giá al quartier generale.>rispose l'uomo spingendosi verso una berga. Mi voltai e guardai i miei amici. Sonya stava piangendo, Minho stava cercando di devincolarsi dalla presa delle guardie in tuta. Quella che negli ultimi anni era stata la mia vita ora sembrava solo un ricordo. Probabilmente sarei dovuta andare via prima.Ci vollero delle ore per arrivare dove arrivammo. Quando saliamo sulla berga ci lasciarono liberi di fare qualsiasi cosa volessimo. Mi sembrava un po strano in realtá, ma evidentemente si fidavano di noi o forse sapevano che non ci conveniva ribellarci. Sonya era seduta in un angolo e guardava tutti. Minho era seduto accanto a lei e continuava a fissarle il ventre. Sicuramente stava pemsato a suo figlio, e quello che gli sarebbe capitato. Newt invece guardava la terra scorrere sotto di noi dal finestrino. Io ero seduta davanti a un tavolo. Feci scorrere lo sguardo sui miei amici, poi mi voltai a causa di un rumore proveniente da dietro di me. L'uomo con cui avevo contattato al villaggio si stava sedendo accanto a me. Si era tolto la strana tuta. Era diverso da come me lo immaginavo. Credevo fosse un uomo sulla trentina, ma senza quella tuta era tutto diverso. Era un ragazzo che poteva avere poco più della mia etá. Lo guardai sedersi, e nel momento in cui mi guardò per rivolgermi la parola mi alzai, ma disse qualcosa che mi fece bloccare all'istante. <È morto davvero il padre?> chiese. Sappiamo tutti che io non ero una grande bugiarda, ma ci provai lo stesso. Mi voltai e risposi:<Si, è morto davvero.> Cercai di sembrare il più addolorata possibile. <Sei sicura che non sia il biondino che guarda fuori?> mi chiese. Capii subito che faceva riferimento a Newt. <Certo che ne sono sicura. Per chi mi hai preso!> esclamai. Newt si voltò a guardarmi. <Tu con il biondino e il cinese che rapporto hai?> chiese il ragazzo senza guardarmi in faccia.
<È coreano non cinese!> risposi. <Si vabbè quello che è...> <Newt e Minho sono le persona più importanti della mia vita, se non fosse stato per loro non sarei qui. L'ho detto un sacco di volte e non stancherò mai di ripeterlo.> <Solo questo?> chiese il ragazzo come se sapesse che in realtá c'era qualcosa di più sotto. <Si.> risposi cercando di essere convincente. <E non sei una bugiarda.> disse il ragazzo ridendo.<Casa ti fa pensare che io stessi mentendo?> chiesi. <Quando hai parlato del padre del bambino non sembravi addolorata. E poi quando parlavi non mi guardavi negli occhi. E se lo facevi giocavo con la collana che hai al collo come se fossi nervosa.> rispose. <Okay. Sto mentendo, ma non credo che io debba delle spiegazioni a te.> risposi guardandolo di traverso. <Giá. Hai ragione. Non le devi a me. Ma sicuramente dovrai spiegazioni quando il DNA del bambino corrisponderà a quello di uno dei due ragazzi.> disse facendo comparire un ghigno sulla faccia. Rimasi zitta. E lo guardai negli occhi. <Chi ti assicura che io rimarrò per così tanto tempo?> chiesi. <Non ti convince scappare dal posto dove stiamo andando. Ad ogni porta c'è almeno un congegno che ti impedire di scappare. Sei una importante. Li abbiamo creati apposta per te.> disse il ragazzo ridendo. <Ho sempre trovato il modo di fuggire. Con e senza i miei amici. E stai certo che non mi fermeranno di certo degli stupidi congegni elettronici creati solo per me.> sussurrai avvicinandomi a lui per guardarlo degli occhi. Il ragazzo rise. Sbuffai e me ne andai.
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Non guardare nei miei occhi pieni di tristezza: Life In Pieces.
FanfictionSerena da qualche mese si trova in un posto davvero sicuro. tuttavia i suoi amici non sono con lei. Il fratellino Chuck, il capo della radura Alby, e tutti i ragazzi e le ragazze del gruppo A e del gruppo B che si credevano morti in realtà sono sta...