Erano già passati tre giorni. In questi giorni non ero stata molto bene. Il che significava che mi rimaneva solo un giorno e poi sarei dovuta andare via. Volevo andare via prima che terminassero i cinque giorni, avevo paura che sarebbero arrivati in anticipo. Quindi questo era il mio ultimo giorno con i miei amici. Forse per qualche mese o anno, o forse per sempre. In questi giorni non ero stata particolamemte bene. Avevo costantemente la nausea, una fame che non finiva mai ero particolamente sensibile ed irritabile, e avevo dei dolori alla schiena. Non ero riuscita a godermi i miei amici al cento per cento. Mi alzai presto. Uscii di casa. Ancora doveva sorgere il sole. C'era quella brezza che solo quando ancora fa buio puoi percepire. Il villaggio era avvolto dal silenzio e dalle tenebre, che pian piano si schiarivano a causa dei primi raggi del sole. Era da tanto che non stavo così in silenzio. Era come essere di nuovo nella radura, sul mio albero. Chiusi gli occhi e respirai profondamente. Avevo molta nostalgia di quel tempo. Mi vennero le lacrime agli occhi. Dimemtica quel pensiero e con ancora le lacrime agli occhi mi stiracchiai un po. Sentii improvvisamente delle braccia circondarmi la vita. Era Newt. Mi baciò il collo delicatamente e poi con voce assonnata disse:<Torniamo a letto.> mi voltai verso di lui e dissi:<Non ho sonno.> <Non dobbiamo per forza dormire.> disse stropicciandosi gli occhi. <Va bene.> dissi prendendo il volto di Newt tra le mani. Newt mi guardò e poi disse:<Cos'hai?> <Non lo so.> risposi abbassando lo sguardo. Una lacrima uscì, ma continuai a fissare il terreno sotto ai miei piedi. Newt mi mise le mani sulle spalle e sussurrò:<Ei... fagiolina. Guardami.> Alzai il mento e lo guardai negli occhi. <Qualunque cosa ti preoccupa ci sono io qui con te che ti proteggo. Okay?> disse lui. Io annuii. <Ora andiamo a letto.> disse prendendomi per mano.
Mi svegliai tra le braccia di Newt. Lo guardai e mi stropicciai gli occhi. <Che ora sono?> chiesi con la voce impastata dal sonno. <Le otto e mezza circa!> rispose Minho. Non mi ero accorta della sua presenza. In realtá non mi ero neanche accorta di Sonya che stava seduta accanto a Newt. Sbadigliai. Poi mi venne un conato di vomito, allora mi alzai e corsi verso il bagno nonostante fossi ancora assonnata. Arrivai in bagno in tempo. Non è una cosa carina da dire, ma vomitai tutto quello che avevo mangiato il giorno prima. Mi sciacquai la faccia e poi rimasi seduta per terra a fissare il vuoto. La porta del bagno si aprì poco poco e sbucò la testa di Sonya. <Ei, tutto okay?> chiese entrando dentro. Scossi la testa e iniziai a piangere senza un motivo preciso. <Hai la febbre?> chiese toccandomi la fronte. <No. È tre giorni che continuo così.> risposi tra le lacrime. <Ti va se andiamo a mangiare qualcosa solo noi due?> chiese Sonya. <Si, ti prego. Sto morendo di fame.> risposi. Sonya mi guardò accennando un sorriso. Si alzò, e poi aiutò me ad alzarmi. Mentre mi alzai una fitta mi attraversò la schiena. Feci una smorfia di dolore. <Dobbiamo parlare subito non c'è tempo di andare a mangiare!> disse Sonya chiudendo a chiave la porta. <Fanculo Sonya sto morendo di fame!> dissi adirata. <Hai un ritardo?> chiese Sonya guardandomi negli occhi. <Non capisco cosa c'entra adesso. Io ho fame!> dissi incrociando le braccia. <Serena rispondimi alla domanda che ti ho fatto prima.> disse Sonya mettendosi davanti la porta, come se avesse paura che scappassi. <Si, ho un ritardo, ma non è niente di grave. Sicuramente è solo lo stress.> dissi. <Cazzo, sei incinta.> disse Sonya sorridendo. Quando sentii quelle parole rimasi alla bocca aperta. Non l'avevo ancora metabolizzato. <No cazzo. No, no, no. Porca puttana, non ora!> dissi tra me e me. Sonya mi guardò stupita:<Serena ma era da tanto che volevi una famiglia tutta tua.> <Si, ma non ora!> dissi mettendomi le mani nei capelli. Sonya si spostò dalla porta e rimase zitta. Aprii la porta velocemente, e uscii dal bagno dirigendomi verso la porta di casa. Avevo bisogno di riflettere. Cosa potevo fare? Newt e Minho mi videro uscire di casa e chiesero:<Dove vai?> io di sfuggita risposi:<Voglio stare sola.> poi uscii di casa.
Andai verso casa di Thomas e Teresa. Bussai alla porta tre volte. Teresa aprì la porta e appena mi vide capì che c'era qualcosa che non andava. Mi fece entrare e chiuse la porta. <Sono incinta.> dissi guardandola negli occhi. <Oh ma è stupendo!> esclamò Teresa con un sorriso. <Non posso andare via. Non ora.> dissi agitata. <In che senso andare via?> disse Teresa. <Thomas ha detto che devo andare via. Non posso stare qua. Mi verranno a cercare.> dissi passandomi una mano tra i capelli. <Non puoi andare via. Se andrai via distruggeranno il villaggio. Crederanno che ti stiamo nascondendo. Devi rimanere qui!> disse Teresa. <Ma Thomas...> sussurrai. <Torna a casa. Dì a Newt di essere incinta, poi parlargli di quello che ti è successo. Nel frattempo cerco di trovare una soluzione.> disse Teresa guardandosi intorno. Annuii e uscii di casa. Come avrei dovuto dire a Newt che ero incinta se pochi giorni prima non mi sentivo pronta. Corsi verso casa. Nonostante non sapessi che dire volevo farlo il prima possibile.
Aprii la porta. Newt mi venne incontro, mentre Minho rimase seduto sul divano. Sonya era in cucina alle prese con del cibo. <Tutti okay?> mi chiese Newt prendendomi il viso tra le mani. <Sono incinta.> dissi. Newt trattenne il respiro. Minho si era girato girato aveva sgranato gli occhi. <Cioè... noi...oddio...> balbettò Newt. <Noi, aspettiamo un bambino.> dissi lentamente. <Oddio non ci posso credere.> disse stringendomi in un abbraccio. Poco dopo allentò la presa e disse:<Ma tu tu senti pronta?> Lo guarda. I suoi occhi si erano illuminati di gioia a quella notizia. In quell'istante realizzati che non ti senti pronto fino a quando non accade ciò che deve accadere. Sorrisi e poi risposi:<Se ci sei tu.> Newt sorrise. Mi strinse forte in un abbraccio e mi sollevò da terra. Minho si alzò dal divano divano e poi disse:<Si cazzo! Sarò zio anche io!> sentii Sonya ridere. Newt iniziò a piangere dalla gioia, e io lo seguii. Piangevamo come bambini. Lacrime di gioia pura. Era uno dei momenti più felici dalla mia vita. E forse sarebbe stato il più felice di tutti se subito dopo non successe...
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Non guardare nei miei occhi pieni di tristezza: Life In Pieces.
Fiksi PenggemarSerena da qualche mese si trova in un posto davvero sicuro. tuttavia i suoi amici non sono con lei. Il fratellino Chuck, il capo della radura Alby, e tutti i ragazzi e le ragazze del gruppo A e del gruppo B che si credevano morti in realtà sono sta...