Io sapevo la veritá. Sapevo quasi tutto di tutti. Sapevo che Sonya e Newt erano fratelli. Lo sapevo benissimo, ma non lo avevo detto. Forse avevo sbagliato, ma non potevo dirlo adesso. Avrei potuto inventare qualche scusa, dire che me lo ero sognato e fino a quando non avevo capito che era vero avevo tenuto la bocca chiusa. Ma tutti sanno che io non so mentire. O almeno non più.
Minho c'era rimasto malissimo, mentre Alby era rimasto deluso dal mio comportamento. Avevo ripreso il carattere della radura, che mi ero ripromessa di lasciare indietro. Anche io ero rimasta delusa, ma al contrario di tutti gli altri, io ero delusa per me stessa. Mi facevo schifo. Se avessi avuto uno specchio non sarei riuscita a guardami negli occhi. Come avevo potuto nascondere a Newt e Sonya che erano fratelli. Ora che tutto era di nuovo sereno. Alby mi aveva chiesto se potevo parlare con lui in privato. Avevo accettato. E lui mi aveva portato in casa sua. Mentre lui parlava, io annuivo seduta sul divano. Alzava sempre di più il tono di voce, e io dovevo strizzare gli occhi perchè la sua voce sempre sempre più acuta. Più acuta del solito, come il gesso che fischia sulla lavagna, o come il pennarello che fischia sul foglio. Così acuta che sentii il bisogno di chiudere gli occhi. Dopo poco tempo li riaprii.
Ma strinsi gli occhi di nuovo, e Alby smise di parlare. <Tutto okay?> sussurrò poggiandomi una mano sulla spalla. Non risposi. Ma portai le mani sopra le orecchie, come per ripararle. Guardai Alby con le lacrime agli occhi. Ogni sillaba che usciva dalla sua bocca mi sembrava come una trivellazione al cervello, e alle orecchie. Alby mi guardò dritto negli occhi e poi disse:<A te serve una mano di aiuto!> La sua voce sembrava sempre più acuta. <Sei sempre più pallida!> esclamó Alby preoccupato. Lo avrei preso a calci se non fosse stato per il dolore alle orecche alla testa. Portai le ginocchia al petto, e cercai di rilassarmi, di far sparire quel fischio che avevo nelle orecchie. Alby mi prese in braccio, e mi portò verso casa di Minho.Minho aprì la porta, e appena mi vide stare così male spalancò la porta, e fede cenno ad Alby di entrare. Mi portarono nella camera da letto. Alby mi adagiò sul letto e guardò Minho. <Che cos'ha? Perchè sta così male?> chiese. La sua voce era ancora più acuta di quella di Alby. Iniziai a urlare, e mi tappai le orecchie. Minho si spaventò e fece un piccolo balzo all'indietro. <Che diav...> stava per esclamare Minho, ma non ebbe il tempo di finire che Alby lo bloccò e disse:<Sono le nostre voci?> Guardai Alby con le lacrime agli occhi e annuii. Minho non capì e stava per chiedere qualcosa che però non riuscì a completare. Riuscì a dire solo:<Che...> Alby lo bloccò subito e gli sussurò qualcosa all'orecchio. Poi Minho guardò Alby e uscii. Alby mi prese per mano e mi guardò. Poi si chinò su di me, poggiò le sue labbra sulle mie e subito dopo se ne andò senza neanche guardarmi in faccia.
Non pensai a quello che era successo. Chiusi gli occhi, e cercai di addormentarmi.Mi risvegliai il giorno dopo. Nelle mie orecchie c'era un fischio, era sopportabile. Ma era costante, e sembrava non voler sparire. Mi alzai dal letto e andai in cucina. Minho stava ancora dormendo. Era sdraiato sul divano a petto nudo nonostante il freddo. Andai verso di lui e lo scossi delicatamente. Aprì gli occhi e mi guardò. Non disse niente. Sbadigliò e poi mi accarezzò la testa. Mi strofinai gli occhi e mi sedetti a terra accanto al divano. <Come stai?> chiese piano piano. Le orecchie fischiarono, dovetti strizzare gli occhi. Feci spallucce per dare risposta a Minho. Non volevo parlare. Improvvisamente qualcuno aprì la porta con furia, e un ragazzo dai capelli dorati e una ragazza identica al suo seguito entrarono urlando qualcosa. Erano voci troppo acute. Mi tappai le orecchie, chiusi gli occhi ed iniziai a urlare. Solo la mia voce mi dava 'sollievo'. I due ragazzi si fermarono e mi guardarono. Minho venne verso di me e mi prese il viso tra le mani. Aprii gli occhi con le lacrime agli occhi, e lui cercò di comunicarmi qualcosa con gli occhi. Probabilmente voleva dirmi solo che dovevo stare tranquilla, che sarebbe finito tutto, e che lui era con me, ma non ce la facevo proprio a stare tranquilla. <Che cos'ha?> chiese il ragazzo che solo dopo poco tempo mi accorsi che era Newt seguito da Sonya. Minho gli fece cenno di stare in silenzio. Newt e Sonya si guardarono negli occhi e scrollarono le spalle.
<Ma vi dobbiamo dire una cosa che cambierá le vostre vite!> disse Sonya avvicinandosi.
Urlai ancora. Minho corse verso Sonya e Newt e gli tappò la bocca. Sonya si guardò la punta del naso come se sopra ci fosse una farfalla, poi riportò gli occhi su Minho e cercò di dire qualcosa. Mi alzai un pò barcollante, e corsi fuori. Andai al lago. Lì c'era silenzio non c'era nessuno. Ero sola. In mezzo al bianco candido della neve e finalmente nessuno mi parlava. Mi tolsi le scarpe e mi sfilai i vestiti e poi mi buttai sul lago. Ancora non era congelato, ma l'acqua era qualcosa di simile al thè ghiacciato. Presi una gran boccata d'aria era poi andai sotto. Rimasi lá sotto il più possibile. Le orecche sott'acqua smettevano di fischiare completamente. Risalii in superfice e presi un'altra boccata d'aria per poi andare di nuovo sotto. Nuotai fino a fondo. Toccai il fondale, e mi accorsi di qualcosa che brillava. Nuotai verso il bagliore. Era un bagliore quasi azzurrino. Presi un pugno di terra dal fondale e in mano mi ritrovai il bagliore azzurrino. Era una pietra. Una pietra azzurrina. La strinsi in mano. Risalii in superficie e notai che stava nevicando. Forse non era il momento adatto per fare il bagno mezza nuda nel lago. Presi un altra boccata aria e ritornai sotto. Scrutai il fondale, e sfiorando lo feci alzare una nuvola di terra che fece intorpidire l'acqua per alcuni secondi. Stavo a guardare il fondale, quando qualcuno mi afferrò dalla vita e mi riportò su. Non vidi chi era, ma non appena mi riportò a riva mi guardò dritto negli occhi. Era Minho era suoi occhi erano carichi di rimproveri, ma non parlò. Sospirai e strinsi la pietra tra le mani. <Fai pure!> dissi, dandogli il permesso di urlarmi contro. <Che cosa ti è saltato in mente? Ci hai fatto preoccupare! Che cavolo hai dentro quella testa?> urlò Minho passandosi una mano tra i capelli. <Scusa.> dissi. <Perchè chiedi scusa a me? Poi perchè ti stavi facendo il bagno con questo freddo? Per giuta mezza nuda. E se fosse arrivato qualcun'altro?> sbraitò. <Stai parlando come se mi avessi visto nuda miliardi di volte!> dissi guardando il lago. <Ma dai! Siamo migliori amici. Ognuno conosce il corpo dell'altro come se fosse il suo!> rispose Minho cercando di non urlare. <Ma se tu mi hai visto una volta sola nuda. Per giunta eravamo ancora alla C.A.T.T.I.V.O, e avevamo tredici anni.> risposi corrugando la fronte. <Ehm.. in realtá ti vedevo tutte le mattina nella radura. Prima era solo un dispetto, diciamo una delle bravata che fanno i ragazzi, poi c'è stato quel periodo in cui ci baciavamo e allora avevo una ragione in più. Poi un giorno ho smesso di guardarti.> rispose Minho abbassando lo sguardo e arrossendo. Lo guardai meravigliata e poi dissi:<Passami un po quei vestiti, perchè credo di essere accanto a un maniaco.> Minho sopsirò, sorrise e mi passò i vestiti. <Ma veramente lo facevi?> chiesi ancora più meravigliata. <Si, ma lo facevano tutti. Anche Alby. Solo Newt non lo faceva.> rispose Minho. <O miei dei. Ma allora erro circondata da maniaci per davvero!> dissi sorridendo. Mi rivestii e Minho mi guardò mentre mi mettevo le scarpe. <Dammi un piede!> disse Minho sedendosi di fronte a me. Mi allacciò una scarpa, mentre altra l'allacciai io. <Mi dispiace, per quello che avevo fatto.> sussurò Minho con lo sguardo basso. <Non preoccuparti, anche io a volte spiavo i più belli della radura.> confessai ridendo. <Ovviamente uno di loro ero io..> disse Minho. Mi misi a ridere e poi dissi:<Non ti dirò mai chi ho spiato!> Tutti e due Scoppiammo a ridere, e ci abbracciammo.
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Non guardare nei miei occhi pieni di tristezza: Life In Pieces.
FanfictionSerena da qualche mese si trova in un posto davvero sicuro. tuttavia i suoi amici non sono con lei. Il fratellino Chuck, il capo della radura Alby, e tutti i ragazzi e le ragazze del gruppo A e del gruppo B che si credevano morti in realtà sono sta...