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Arrivare tardi nell'ultimo anno di liceo non era minimamente nei miei piani, ma Emanuel quel giorno si era svegliato tardi e come ogni giorno da quando siamo piccoli fino ad ora siamo sempre andati a scuola insieme.
Sono appoggiata davanti alla porta che sto mangiando un cornetto al cioccolato mentre sto aspettando Ema che scende, e nell'altra mano ho il suo cornetto, il suo preferito, quello al pistacchio ed è ancora caldo, non so però fino a quando rimarrà caldo se continua a ritardare.
Almeno uno dei due si è svegliato prima ed è andato a comprare la colazione.
Come al solito sempre io vado a comprare la colazione per entrambi.

<<Dai andiamo che stiamo facendo tardi.>> grido per farmi sentire da lui che si trova ancora in camera.
<<Un attimo, non ti preoccupare.>> dice scendendo le scale e facendomi un occhiolino.

Il solito..

10 anni fa:
Da piccola non avevo dei veri e propri
amici perché già a quei tempi nessuna
bambina voleva giocare con me, non so il motivo, ero sempre io che cercavo di fare amicizia, mentre tutti gli altri volevano starsene per i fatti propri, devo dire però che ogni volta ci rimanevo male.
Un giorno come tanti invece, dopo essere tornata da scuola vidi un bambino della mia stessa età, che giocava solo con la palla.
Il caso volle che ci trovassimo nella stessa via, infatti eravamo vicini di casa.
Io ero appena tornata a casa e decisi di incamminarmi verso di lui, mi ricordava un po' me, perché anche lui giocava
da solo.
Io stavo sempre in camera mia a giocare con la casa di Barbie.. volevo cambiare gioco, ma non sapevo quale fare e soprattutto volevo giocare con qualcuno.. (Infatti non era il massimo del divertimento.)
Mi stavo avvicinando al bimbo quando però inciampai e caddi sopra una pietra. Quel bambino alzò il viso verso la mia direzione e appena notò il mio volo corse subito da me e mi aiutò ad alzarmi, mi mise sulle sue spalle ed io ebbi un tuffo al cuore.
Mai nessuno si era preoccupato per me come quel bambino, e la cosa buffa era che ci eravamo appena conosciuti..

Era già alto per essere un bambino di 6
anni, capelli marrone scuro e occhi verdi.
La cosa che mi sorprese di lui era che
aveva un cappello simile a quello di mio
fratello. Quelli chi si usano adesso che vanno tanto di moda.
<<ti sei fatta male?>> mi guarda un pò
preoccupato.
<<no no, grazie.>> vidi il mio
ginocchio un pò graffiato.

Lui si accorse del graffio e mi portò con sé da sua madre perché la mia era entrata dentro e non si era accorta di nulla.
<<mamma vieni un attimo.>> grida il
bambino mentre io mi ritrovo ancora sulla sua schiena.
La madre appena sentì il figlio chiamarla
uscì subito da casa e rimase sorpresa sia
che fosse con qualcuno sia perché mi stesse aiutando.
Lui mi fece scendere ed entrare dentro
casa, dopo sua madre prese il suo kit di pronto soccorso e mi medicò.
<<ecco fatto.>> mi sorrise.
<<grazie mille.>> le ricambio il sorriso.
La madre era alta, d'altronde il bambino
doveva per forza avere dei genitori alti.
Capelli biondi e occhi blu, un po' magrolina, ma aveva un sorriso sempre stampato sul viso.
Mi ha detto che si chiama Angelica.
Dopo altri 5 minuti mia madre non
trovandomi più fuori venne nella casa accanto per domandare alla mamma di Ema, Angelica se io fossi lì.
Infatti era così.
Io e Emanuel eravamo intenti a giocare e quindi le nostre madri decisero di prendersi una tazza di tè e chiacchierare.

Mia madre a differenza di Angelica era un po' più bassa, aveva gli occhi verdi e i capelli castani scuro, anche lei magra e gli piaceva tanto fare battute e far ridere la gente, mia madre invece si chiama Arianna.

Eravamo nella sua cameretta. Era molto
grande, appena si entra a destra c'erano
tanti giochi come ad esempio:
delle costruzioni, alcune figurine da
calcio, palloni e tante altre cose, a sinistra invece c'era il letto che era appoggiato al muro.
Vidi anche una televisione e tante foto di
calciatori.
<<comunque io mi chiamo Rachel Dawes.>> gli sorrisi.
<<io mi chiamo Emanuel Dallas.>> ricambia il sorriso.
<<Sono davvero felice di averti conosciuto.>> presi un giocattolo per poi tenerlo in mano.
<<anch'io, se vuoi da oggi in poi possiamo essere amici.>> il bambino vicino a me mi diede il cinque come segno di approvazione ed io ricambio finalmente felice di aver trovato un amico.
Da quel giorno siamo diventati "migliori
amici" parola grossa che riferendomi a lui ha tanti significati.
Mi ha aiutato in tanti momenti, era una
spalla su cui piangere, se avessi avuto
bisogno di un abbraccio lui c'era sempre, e stessa cosa io.
Devo dire che sono stata davvero fortunata.
Da bambini non ci basiamo sull'apparenza delle persone, ma invece abbiamo bisogno di un amico che
faccia delle pazzie con te.
Io da piccola non ero una ragazza molto
bella, portavo sempre degli occhiali rossi
e mi facevo fare da mia madre le treccine.
Sembravamo la classica coppia di migliori amici secchioni, ma da un paio di anni non ci chiamano più così.
Da allora siamo cambiati, io un po' più
magra e lui davvero muscoloso.
Cioè è diventato davvero un figo.. molte mi fermano per chiedermi cose su di lui.

Sei davvero fortunata ad averlo come amico, dice la mia coscienza.
Ma siamo migliori amici, lo conosco da
quando eravamo piccoli. Per me è come un fratello e niente di più.

Oggi.

<<dai Ema, non voglio fare tardi pure l'ultimo giorno di liceo dobbiamo fare la festa di inizio anno ricordi?>> salgo sulla corriera mostrando all'autista il
mio abbonamento.
<<dai lo sai che senza di noi la festa non
può iniziare >> dice il ragazzo accanto a me.
<<si voglio proprio vedere.>> lo guardo sfidandolo con lo sguardo.
Più che altro le feste non sono feste senza di lui, io se ci vado o non ci vado è la stessa cosa.

<<allora Rachel, facciamo così se arriviamo in aula e già hanno iniziato a fare lezione sta sera ti pago la pizza io, invece se invece ancora devono iniziare me la paghi tu, ci
stai?>> mi propone Emanuel avvicinando mi la mano.
<si va bene, ci sto.>> gli stringo la mano.
<<tanto sai che perderai.>> ride
soddisfatto tirandomi dal braccio.
<<vedremo.>> continuo a guardarlo con
aria di sfida facendomi tirare da lui.

Ed eccoci arrivati al nostro amatissimo liceo, questo è il nostro ultimo anno poi ognuno per la sua strada.
Il liceo ha un giardino immenso, come edificio è molto alto, le pareti sono a linee bianche e blu.
Appena varchiamo la porta della nostra aula notiamo che la scommessa l'ha vinta..

Ecco qui il primissimo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate. Lasciate dei commenti e delle stelle..
Sono davvero curiosa.
🌟🌟🌟

NON DOVEVO INNAMORARMI DI TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora