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"Ciao!"
Le disse il bambino che aveva di fronte, aveva i capelli rossi e le lentiggini ed era leggermente più alto di lei.
In mano teneva una mazza da baseball, la bambina pensó che forse giocava in una squadra e per questo fu attratta subito da lui.
"Ciao"
Rispose la bambina, aveva i capelli biondi e sulle spalle aveva uno zaino viola, segno che era appena uscita dalla scuola elementare.
"Qual'è il tuo nome?"
"Harleen"
Aveva risposto.
"Io sono Jerome, sei uscita da scuola?"
La bambina annuì.
"Posso accompagnarti a casa, così ti faccio compagnia"
Propose lui.
Harleen non aveva molti amici e per questo acconsentì entusiasta.

Stavano attraversando il nuovo parcogiochi di Gotham quando Jerome era salito su un altalena.
Lei era rimasta un pó indietro quando lui scese dall'altalena e la guardó irritato.
"Sei davvero lenta a camminare"
"Mi spiace mi sono fatta male l'altro giorno"
Tentò di giustificarsi lei, non voleva apparire antipatica agli occhi del suo nuovo amico.
"Come hai fatto?"
Volle sapere invece.

Harleen arrossì per l'imbarazzo, non ci teneva a dirgli come si era fatta male, l'avrebbe presa per pazza se avesse saputo che era caduta dalle scale immaginando di volare nel cielo.
"Sono caduta dalle scale"
Disse, lui parve insospettirsi.
"Perché sei caduta?"
Harleen provò a inventarsi qualcosa.
"Non c'è una ragione precisa"
Lui la guardava ancora irritato.
"Mi sono fatta male alla caviglia" aggiunse lei sperando di migliorare la situazione, in effetti era vero però fortunatamente la caviglia già quel giorno stava meglio.

"Oh ti sei fatta male alla caviglia?"
Chiese scettico.
Lei annuì timorosa.
"Davvero? Be' allora lascia che ti porti lo zaino"
Si avvicinò velocemente a lei e glielo strappò violentemente.
"Farai molto meglio senza questo!"
Disse lanciandolo oltre l'altalena con una forza sovrumana che fece impaurire Harleen ma che trovò lo stesso il coraggio di ribattere.
"Perché lo hai fatto?!"
Disse quasi gridando ancora spaventata.
"Sta zitta!"
"Perché lo hai fatto?!" Ripeté lei.
"Ti ho detto, sta zitta!"
In quel momento la spinse per terra provocando una storta alla caviglia.

Lei per terra, lo guardó più spaventata che mai, lui alzò la mazza da baseball e la stava per colpire se lei non gli avesse pestato un piede.
Il bambino gridò e Harleen ne approfittò per spingerlo a terra e correre.
La caviglia le faceva molto male ma riuscì ad addentrarsi nel bosco pieno di enormi alberi.
Si rifugiò dietro uno di essi.
"So che sei lì Harleen!"
Urlò una voce dal fondo del bosco, Harleen era terrorizzata.
Osservò dietro l'albero cercando di non farsi vedere, vide quel pazzo di un bambino allontanarsi dall'altra parte e sospirò.
Chiuse gli occhi e cercò di calmarsi.
"Ah trovata!"
Il bambino era di nuovo di fronte a lei con la mazza in aria.
Harleen gridò e cercò di indietreggiare ma trovò soltanto la corteccia dell'albero.
Sentí il movimento della mazza che squarciava l'aria.

"Basta Jerome!"
Il colpo non arrivò.
Harleen riaprì gli occhi, un uomo di mezza età teneva per i bracci quel bambino che si dimenava.
"Lasciami vecchio!"
Gli gridò continuando a dimenarsi.
L'uomo la guardó.
"Scappa" le disse.
Lei iniziò a correre in direzione della scuola ma sentí chiaramente:

"Sei mia ormai Harley! Sarai sempre mia!"
Corse con i capelli che le si scompigliavano a causa del leggero vento.
Tralasció il modo in cui l'aveva chiamata e promise di non farsi mai più chiamare così.
Harleen si sentí sollevata.

Sweet Dreams(Harley× Jerome)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora