CAPITOLO SEDICI - Home sweet home.

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Buona lettura! 🌸

Siamo sull'aereo.

Questa è sempre stata una delle mie paure, solo che con gli altri riesco a controllarmi perché sono capaci tutti quanti di farmi mantenere la calma.

Matty è fuori di se, è attivissimo e non vede l'ora di vedere milano.
Paige è super agitata perché ha paura di fare una brutta impressione sulla mia famiglia e su quella di Sarah. Inoltre sta studiando italiano con un bel libro di grammatica e il dizionario, scappa una risatina a guardarla.
Nate, il povero Nate, purtroppo non ha feelings con l'italiano. Davvero, non ha speranza. Non lo capisce proprio, perciò mi toccherà tradurre ogni frase e al solo pensiero mi viene da alzare gli occhi al cielo.

Ora è appisolato sulla mia spalla, ogni tanto alza lo sguardo e mi sorride. Il viaggio dura circa 12\13 ore, e per fortuna siamo riusciti a prendere il diretto. Arriveremo stasera, per l'ora di cena.
Avremo giusto il tempo di sistemare le valige, perché al nostro arrivo la famiglia sarà già li, al completo.

Rebekah e Peter, per quanto ne so io, sono già in viaggio, e arriveranno in meno di due ore. Gli altri zii partiranno dopo pranzo e saranno li per cena.

Ho scritto un SMS a mia mamma prima di partire, e lei mi ha detto che papà, Davide, il mio fratellone, e lei ci aspetteranno in aeroporto. Ovviamente con due macchine, dato che siamo in 5.

Mamma è già in estasi al pensiero di conoscere Nate. Inizialmente non ha preso molto bene la rottura tra me  e Paolo, ma in fondo so che lo capisce perché eravamo comunque molto lontani.

Papà invece non nè è entusiasta affatto, l'opposto di mamma, adorava Paolo, e ho paura che non lo accetti così come ho paura che nemmeno Davide, lo accetterà.

Comunque il mio pensiero è ancora fisso sull'incubo che ho avuto stanotte.
Era davvero un bel pò di tempo che non sognavo Caleb e questo mi ha sconvolta parecchio. All'inizio i sensi di colpa erano talmente forti che lo sognavo tutte le notti, ero ossessionata, era un continuo ripetersi della nostra ultima conversazione e la frase che mi disse prima di sbattere la portiera e andarsene mi è rimasta impressa nella mente. Marchiata a fuoco in modo che io non possa mai dimenticare ciò che ho fatto, e questa è la cosa che mi fa più male di tutte, arrivare ad un passo dal felicità e lasciarmela scappare, come un pugno di sabbia tra le mani, i granellini sfuggono via dalla tua mano così come la felicità scorre via dalle mie. 
La mia intenzione non era quella di ferirlo, o magari lo era, che ne so. Non ero abbastanza stabile emotivamente per essere consapevole delle decisioni che prendevo, ma fatto sta che, comunque, il senso di colpa mi sta divorando ed io, invece che scacciarlo e combatterlo, mi sto lasciando andare e mi sto facendo risucchiare in quel grande buco nero che è. Ho paura però, che così facendo, non nè uscirò più.
Mi addormento pensando a questo, malinconica e mentre guardo il cielo, mi rendo conto di quanto in realtà Caleb mi manchi.

Sento delle labbra sfiorare le mie e delle carezze delicate sul viso, e questo mi spinge a tornare a vedere la luce.
Mi stiracchio e strofino gli occhi con le mani trovandomi il mio ragazzo a guardarmi con quegli occhi dolci e quel sorriso meraviglioso.

"Buongiorno principessa"

"Buongiorno occhi di ghiaccio."

"Dormito bene?"

"Mh si dai, ho recuperato. E tu?"

"Io si, sono sveglio da due ore, non riuscivo a smettere di guardarti. Sei buffa quando dormi. E hai pure sbavato."

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