CAPITOLO QUARANTASETTE - Damnatio Memoriae.

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Buona lettura! 🌸

Canzone del capitolo: 'As long as you love me' di Justin Bieber.

Tre giorni. Tre fottuti giorni che mi tengono chiusa in questa cazzo di stanza a casa di Nate.
È andata così: dopo che sono tragicamente svenuta e caduta come un sacco di patate addosso a Nate, il quale ovviamente mi ha presa in braccio, mi hanno portata qua in modo che ci fosse sempre qualcuno che potesse stare con me. A casa mia, essendo che Sarah va al campus e Luca lavora, sarei sola per tutta la settimana, mentre qui la mattina la madre di Nate è a casa e lavora il pomeriggio, quando invece Nate è a casa.

Dopo che sono rinvenuta ed i ragazzi hanno chiamato la guardia medica quest'ultima ci ha informati che sarei stata male per tutta la settimana e sarei dovuta restare a letto. Ho passato la notte a vomitare, credo di aver perso almeno 10 kg in 12 ore, il secondo giorno ho dormito per tutto il giorno per l'incredibile mal di testa che non passava nemmeno con 45 oki tutti insieme e ovviamente non passa nemmeno ora e si è unito alla nausea.

Ho inoltre contattato la psicologa, che mi ha trattata da bambina di 5 anni affermando che non si scherza con questi medicinali, che lei mi aveva avvisata e che devo prendere la mia salute più seriamente, questa - comunque - mi ha detto faticherò a concentrarmi, avrò la nausea ed il mal di testa per tutto il resto della settimana, o forse anche per più tempo.

In questo momento, ad ogni modo, Sarah sta arrivando con un succo di frutta e Luca è seduto davanti a me che mi guarda come se volesse ammazzarmi. Non sopporto questo suo sguardo da 'ti sto per fare la predica'. Mi fa sentire una bambina.

"Ti stai comportando da bambina" dice infine alzando le braccia e scuotendo la testa esasperato.

Ecco appunto.
Ha ragione, devi ascoltare le persone quando ti parlano.
Ma se sparano cazzate per la maggior parte del tempo non è colpa mia. Come facevo io a sapere che avrebbe dovuto interessarmi quello che ha detto il farmacista?
Come facevi a sapere che avrebbe detto una cazzata se non ti sei nemmeno preoccupata di ascoltarlo?
Basta, con te è inutile parlare.
Con me, certo si, come no.

"Ma la Smetti di urlare? Mi sta scoppiando la testa, credo che il mio cervello stia implodendo." Rispondo al mio migliore amico posando le mani sulle orecchie.
È venuto qui con chissà quale stupida pretesa e si è messo ad urlarmi dietro. "Per prima cosa: non sono sorda ti senti anche se abbassi la voce, mi stai perforando i timpani." Sbatto le ciglia e gli poso una mano sulla spalla. "Seconda cosa: se devi farmi la predica, quella è la porta." Proseguo indicando la porta della camera con un cenno del capo.
Incrocio le braccia al petto e poggio la testa al cuscino sentendola ancora pesante e dolorante.

Qualcuno faccia sì che smetta di farmi così male, sto impazzendo.
Ti sta bene, impari ad usare la testa, imbecille.
Ancora qui stai?
Non me ne posso andare!
Beh invece dovresti, zittisciti e basta!

"Non ti importa di quello che hai combinato vero?" Mi rimprovera il mio migliore amico.

Non capisco dove voglia andare a parare, parla come se lo avessi fatto apposta a bere con gli antidepressivi.
Roteo gli occhi al cielo, consapevole che non smetterà di farmi la paternale e gli lancio un'occhiataccia. "Che vuoi dire scusa?"

"Non è che lo hai fatto apposta? Avevi intenzione di ucciderti per caso?"
Lo sapevo che avrebbe detto una cosa del genere, me lo aspettavo. Non posso dargli torto, per come sono stata in questi giorni direi che anche io avrei pensato una cosa simile, ma non sono così idiota. Se devo uccidermi lo faccio per bene, mica mi trituro, ma a parte tutto, Luca sa benissimo che non sono la ragazza che compierebbe un simile gesto. Sento, perciò, la rabbia scorrermi nelle vene e mi alzo in ginocchio per gattonare verso il ragazzo che ho davanti. Prendo il mio migliore amico per il colletto e lo tiro verso di me in modo che i miei occhi siano puntati nei suoi. "Non azzardarti mai più a dire una cosa simile."

Dark Memories - CARTACEO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora