4. Shopping a Trost

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Levi's pov. Il mattino seguente
Levi passò la notte insonne nella camera da letto di quel motel, a guardare fisso il soffitto senza chissà quali pensieri per la testa, dopo che la donna che gli aveva fatto compagnia per una decina di minuti se ne fu andata. Fu verso le otto di mattina che finalmente si decise a tornare a casa, immaginando che ormai la festa fosse finita, con inoltre la speranza che Pixis stesse già mettendo tutto in ordine. L'anziano maggiordomo non l'aveva ancora chiamato e ciò significava che non era successo niente di grave.
Uscì dalla stanza del motel e chiuse la porta a chiave, scendendo poi alla reception.
-Hannes, puoi pulire la camera ora.- Aveva detto Levi senza nemmeno girarsi verso la persona con cui stava parlando, il governante. Quest'ultimo sospirò indispettito. Odiava pulire quella camera e trovare le lenzuola sporche di sperma e sudore, ma dopotutto era anche per quello che riceveva un piccolo extra al mese, dunque si metteva sempre l'anima in pace e si metteva al lavoro.

Appena Levi ritornò a casa e aprì la porta, venne subito accolto dal suo maggiordomo, il quale aveva le goti leggermente arrossate e delle occhiaie appena accennate (niente a confronto di quelle di Levi).

-Bentornato, signore.- Fece un piccolo verso strozzato, nel tentativo di trattenere un singhiozzo.

-Non sei proprio riuscito a trattenerti nemmeno questa volta, vero?- Domandò il corvino retoricamente, non aspettandosi una risposta.

Si tolse poi le scarpe e la giacca e diede il tutto a Pixis: Levi lo conosceva, fin da quando era ragazzo. Quando c'erano di mezzo gli alcolici, specialmente il vino, il maggiordomo non riusciva a trattenersi e finiva per scolarsi un'intera bottiglia tutto da solo.

-È tutto pulito e in ordine come avevo chiesto?-

-Stavo finendo proprio in questo momento, signore.-

Levi ci teneva molto alla pulizia, non avrebbe sopportato l'idea di qualcosa in casa sua sporco, e questo Pixis lo sapeva fin troppo bene.

Il corvino salì le scale, seguito dall'anziano, e si avvicinò al tavolo della sala da pranzo per passarci l'indice sopra e sfregarlo con il pollice. -Va bene. Il resto finisco io.-

-Ma signore- Il maggiordomo stava per obiettare, ma prontamente Levi lo fermò con un cenno.

-Hai già fatto abbastanza, non ti preoccupare. Puoi andare a dormire ora, hai la giornata libera.-

Pixis capì che non avrebbe potuto fare nulla per far cambiare idea al giovane, dunque fece un piccolo inchino per ringraziarlo e si ritirò nella sua camera al piano di sotto.

Levi scese di nuovo le scale solo per entrare nel suo piccolo ufficio, si avvicinò alla scrivania e aprì un cassetto, prendendo all'interno una chiave. Ritornò poi al piano di sopra e andò verso la sua camera da letto, aprendola con quella piccola chiave argentata. Si chiuse la porta alle spalle e infine ci si poggiò sopra, facendo un leggere sospiro. Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal silenzio e dal ticchettio dell'orologio sul comodino.

All'improvviso sentì qualcosa sfregarsi sulla sua gamba, riaprì lentamente gli occhi e, nel chinare la testa, sapeva già chi avrebbe visto; l'incessante miagolio del gatto dal folto pelo nero lo costrinse a chinarsi sulle ginocchia per allungare una mano verso il suo muso, cominciando a carezzarlo. Si soffermò con dei piccoli grattini sul collo che il gatto apprezzò particolarmente, tant'è che iniziò a fare le fusa.

-Menomale che ti ho messo da mangiare e la gabbietta, così non hai fatto i tuoi bisogni sul mio letto, Kuchel.- Mormorò il corvino alla gatta, come se potesse capirlo e rispondergli. Infatti lei, quasi per conferma, fece un altro piccolo miagolio, prima di sfregarsi un'ultima volta sulla mano di Levi e allontanarsi per saltare sul letto.

𝐉𝐮𝐬𝐭 𝐒𝐞𝐱... 𝐎𝐫 𝐌𝐨𝐫𝐞? «Levi x Reader»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora