[T/n]'s pov. Mercoledì
Salutato mio padre, uscii di casa diretta al minimarket per comprare alcune cose per la cena di quella sera. Da quando mio padre si era ammalato e mamma ed Armin lavoravano praticamente tutta la giornata, era diventato compito mio occuparmi della casa e della spesa, quando uscivo da scuola.Uscita dal minimarket con l'iniziale intenzione di tornare a casa, passai di fronte all'edicola e decisi di farci un salto. Non volevo comprare nulla in particolare, ma solamente dare una veloce occhiata alle riviste e ai fumetti, e inoltre l'edicolante mi conosceva da anni ormai e perciò non era un problema che rimanessi lì anche a lungo; anzi alle volte mi facevo addirittura dare un taccuino e una penna, con l'intenzione di segnarmi le cose che mi interessavano.
Con la borsa della spesa appresso passavo davanti agli scaffali con tutte quelle riviste e ne presi una per sfogliarla."Le 10 ville più belle e costose di Rose e Sina!"
Decisi di leggere l'articolo in questione, più per la curiosità che per altro. Dire che non li invidiavo ed ero felicissima così come stavo sarebbe di certo stata una menzogna bella e buona: nessuno poteva rimanere impassibile di fronte a tutto quel lusso all'ultima moda tra mobilia e giardini. Ma quando pensavo alla mia famiglia e ai miei amici mi rendevo conto di non volerli barattare con nulla al mondo, e dunque in un certo senso mi potevo ritenere felice.
Andando avanti con l'articolo fino alla terza villa, mi ci soffermai più a lungo rispetto alle precedenti. Finora era la più bella che avessi mai visto.
"Il proprietario, Levi Ackerman, vive solo con il suo maggiordomo personale. Con il suo lavoro può permettersi questo ed altro!"
"Persino il maggiordomo personale c'ha questo..." Pensai, con non poca stizza, e mi segnai anche il nome di quel Levi Ackerman sul taccuino. Mi resi conto solo in quell'istante che condivideva il nome con Mikasa e mi ripromisi di chiamarla appena tornata a casa per chiederle se lo conosceva. Se così fosse stato, di sicuro avrei voluto conoscerlo e in qualche modo farmelo amico.
"O farmelo a letto..." Subito mi pentii di aver fatto quel pensiero e strizzai gli occhi, scuotendo energicamente la testa nel vano tentativo di farlo sparire. Per un momento mi sentii terribilmente schifata da me stessa, così decisi di chiudere la rivista e rimetterla a posto, restituendo successivamente la penna e il taccuino all'edicolante, meno il foglio con segnati i nomi dei proprietari di tutte quelle ville.
-Posso sapere perché ti sei annotata tutti quei nomi?- La signora buttò un occhio sul foglietto che avevo ancora in mano.
-Ah, questo...- Velocemente lo piegai e me lo misi in tasca -Per scriverli sul mio Death Note.-
Con un sorrisetto caustico mi voltai e uscii dall'edicola, lasciando la signora molto probabilmente confusa dal mio sarcasmo. In realtà mi ero segnata quei nomi solo per cercarli su internet una volta tornata a casa, curiosa dei loro volti e di quale lavoro li facesse guadagnare tanto da potersi permettere quella vita.
Infatti alla mia scrivania presi a digitare quei nomi uno dopo l'altro, leggendo distrattamente le informazioni che trovavo. La maggior parte erano uomini di mezz'età con famiglia, mentre uno era single e addirittura accusato di pedofilia.
Leggendo pensavo, in un misto di rabbia e tristezza, che in quest'epoca è sempre più difficile convincersi che si arrivi al successo con sincerità e duro lavoro. E invece ero sempre più convinta del fatto che solo quelli che sanno farsi valere possono arrivare lontano.
Mentre digitavo altri nomi con un'espressione apatica in viso, a tratti annoiata, arrivai a quel Levi Ackerman e sobbalzai dalla sedia, strabuzzando gli occhi.Era lui. Senza ombra di dubbio era lui. Levi Ackerman era uno di quelli con cui ero andata a letto nemmeno quattro giorni prima. Lo stronzo che quasi mi investì.
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𝐉𝐮𝐬𝐭 𝐒𝐞𝐱... 𝐎𝐫 𝐌𝐨𝐫𝐞? «Levi x Reader»
Fanfiction[+18] chiusi gli occhi e immaginai Levi che mi sfiorava il collo con le labbra, baciandolo e lasciandoci dei leggeri morsi che accrebbero il mio piacere. Una sua mano sulla nuca mi sorreggeva la testa e l'altra accarezzava il mio fianco, mentre cont...