Capitolo 9

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Le lacrime solcavano abbondantemente il mio viso,  la mano di Thomas si appoggiò dolcemente sulla mia spalla, ma quella vista mi annebbiò la mente, i ricordi con la Vanny percorrevano il mio cervello  come flashback. Corsi subito verso lei, il suo corpo era freddo e immobile, non riuscivo a spiegarmi ancora tutto ciò, inoltre per la testa echeggiavano ancora le parole del preside, insomma a che segreto si riferiva?, cosa sa Vanessa? ,cosa deve dirmi? , tali  domande riempivano la mia mente e ricoprivano i miei pensieri, ma poi accadde ciò che non mi sarei mai aspettato. Il mio petto si appoggiò sullo sterno della Vanny, ma il suo corpo reagì in uno strano modo, cominciò a tremare, e il macchinario che controllava i battiti cardiaci cominciò a produrre un suono assordante, che si propagò a ritmo costante in tutta la stanza.
:<<Infermieri vi prego correte quì, il battito della paziente è completamente assente>>. Urlò Thomas.  Un brivido percorse la mia schiena, mi sollevai di scatto e l'unica cosa che vidi furono un equipe di infermieri che correva urlando termini tecnici, in pochi secondi scoppiò il caos più assoluto, proprio davanti a me stava avvenendo qualcosa di inimmaginabile. I medici stavano effettuando proprio in quel momento un massaggio cardiaco, quando  uno di loro urlò :<<Voi non potete stare quì, dovete uscire>>. A quelle parole la mano di Thom afferrò il mio braccio e mi trascinò via con se da quella stanza, mentre le mie urla di protesta si diffondevano in tutto il corridoio,
:<< Hey rilassati Alex, lascia lavorare i medici, loro lo sanno quello che fanno è il loro mestiere,  che diamine non intralciare il loro lavoro>>. Urlò verso il mio viso Thomas, tenendomi stretto con le spalle al muro. Lo so, infondo aveva fottutamente ragione, loro erano lì solo per proteggere Vanessa. Le mie gambe cedettero a quelle parole, il mio sangue gelò nelle vene e pian piano  il mio corpo cedette, cinsi le ginocchia al mio petto  e strinsi attorno le braccia, piangendo a dirotto. Thomas capì la situazione è si allontanò lasciandomi solo, capendo che  era proprio ciò di cui avevo bisogno, stare con me stesso perché tutto  ciò era troppo e io non riuscivo a reggere la situazione, per questo era meglio stare solo con i miei pensieri, perchè l'unico che poteva calmarmi ero solo io. 

*POCHE ORE DOPO*

Nonostante le lacrime mi offuscassero la vista riconobbi la camminata di Thomas che si dirigeva verso me, mi accarezzò la testa e mi porse una bottiglietta d'acqua, si sedette a terra vicino a me stando in silenzio. Aprì quella bottiglietta ringraziandolo e la bevvi tutta d'un fiato, ne avevo un assoluto bisogno come una pianta in un deserto.
:<< Lo so potrò sembrarti esagerato, impulsivo ed egoista, ma giuro che non è così perché come prima cosa, per me Vanessa non è solo la mia migliore amica, ma è una sorella, una compagna di vita, colei con cui adoro scherzare,  giocare e ridere, con lei ci siamo sempre detti tutto senza mai avere tabù, in secondo luogo lei per me ha fatto sempre tanto è a volte anche troppo, perciò io per lei darei la vita >>. Affermai con quel poco fiato che mi rimaneva  in gola tra singhiozzi e lacrime. Inaspettatamente una lacrima scivolò sulle le guance di Thom, e con le gote arrossate mi disse :<<Non preoccuparti piccolo mio io e te supereremo tutto ciò, perciò guardami bene negli occhi e ascolta mi bene, io starò accanto a te sempre>>. Mi disse con una seconda lacrima che scorreva giù dal suo volto.
Dal canto mio so che il "per sempre" non esiste, ma il suo sguardo mi ci fece credere per l'ennesima volta.

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