Capitolo 13

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Come tutte le mattine scesi a fare colazione e come al solito ero in ritardo, quella notte non ho chiuso occhio, non riuscivo ancora a crederci che la mia prima volta sarebbe avvenuta con il mio primo ragazzo, ma soprattutto con il ragazzo dei miei sogni, che desidero da quando sono entrato in questo college, ancora adesso non me ne capacito .
Comunque il ritardo mi aiutò a distrarmi da quel pensiero fisso per non più di dieci minuti cioè il tempo di sistemarmi  i capelli e mettermi le scarpe, decisi di prendere l'ascensore perché avrei rischiato veramente di perdermi la colazione, anche perché c'era il mio dolce  preferito  ovvero il bombolone al cioccolato. Mentre la mia corsa verso l'ascensore continuava, mi venne in contro Vanessa che mi fermò poggiando la mano sulla mia spalla. :<<Van che bello vederti, devo raccontarti una cosa anche ti stupirà, ma sono in ritardo per la colazione quindi devo andare adesso>>. Dissi affannato.
:<<Tieni scemo, questo è il tuo bombolone, stavano quasi per finire, perciò tel'ho preso io tranquillo, però la cosa che ti devo dire io è molto più importante>>. Mi disse, porgendomi il bombolone al cioccolato. :<<Mm io non sarei così sicuro, la mia è veramente una bomba>>. Continuai. :<<Si Alex io invece sono più che sicura, perciò ora andiamo in camera tua così ti siedi e parliamo>>. Disse Vanessa. :<<Va bene, però così mi fai paura Van, lo sai che sono la persona più ansiosa di sto mondo, e se non mi dici subito le cose rischio la morte>>. Affermai strepitando per sapere la notizia.
:<<Lo so che sei praticamente l'ansia fatta persona, ma questa cosa devo dirtela innanzi tutto quando sei seduto e soprattutto calmo>>. Mi rispose Vanessa.
Arrivati in camera ci sedettimo l'uno di fronte all'altro sopra ai letti, mio è di Aaron dove Vanessa mi fece giurare di mantenere la calma e di non arrabbiarmi, perciò dopo lunghi minuti di discussioni sul perché avrei dovuto giurare, Vanessa inizio il discorso. :<<Allora Alex, non so se sei stato informato del fatto che quando io ero in ospedale, involontariamente ho detto che c'era un segreto che ti riguardava, perciò mi sembra il caso di parlartene adesso>>. Disse cominciando  il discorso Vanessa. :<<Oh si certo, mi ricordo  benissimo, ma scusa se poi non ti ho più chiesto nulla, ma tra il fatto che stavi male e che poi ritornavi, non ci capivo più nulla, ma dimmi tutto>>. Spiegai. :<<Ti capisco, comunque ritornando al segreto, allora quando ho saputo che ti piaceva Thomas, io cercavo di darti delle speranze e sicurezze, perché come prima cosa sei il mio migliore amico, poi  era un bel ragazzo e in fine tu  eri molto cotto, ma ecco vedi c'è un problema>>. Continuò Vanessa.
:<<Che problema? , ha un'amante? Ti ha parlato male di ieri sera? Oddio sono sicuro che avrò fatto qualcosa>>. Chiesi preoccupato.
:<<No di ieri sera in realtà non so nulla, perché stmattina non ha fatto colazione, ma il punto ora è un'altro e tu non centri nulla, ma io certe volte ti dicevo di stare con i piedi a terra e tendevo sempre a snobbarlo un pochino, dicendo che un po' se la tirava, insistevo  col fatto che lui è più grande di un'anno rispetto a te e che per lui era l'ultimo anno e non vi sareste visti molto una volta finita la scuola, ecco io lo facevo perché sapevo una cosa che diciamo non è molto bella ecco>>. Mi spiegò.
:<<Van ti prego, basta girarci attorno, dimmi cosa è successo e non farmi stare sulle spine>>.
La pregai. :<<Okay allora tieniti forte, Thomas è padre>>. Mi disse con voce tremante.
:<<C-che cazzo significa Van, ha un'altra?>>. Risposi preoccupato. :<<No, o meglio stava con una ragazza, ma a 16 anni hanno fatto una cazzata è da quel giorno la sua vita è cambiata radicalmente, ma adesso loro non stanno più insieme, però la madre del loro bambino ha abbandonato il piccolo sulla porta dei genitori di Thomas, perciò se ne prende cura Thom del figlio >>. Disse. :<<Santo cielo non è possibile, lui non mi ha mai parlato di questa cosa>>. Gli dissi. :<<Beh io lo so solo perché mia madre lo è venuta a sapere tramite una sua amica che ha in comune con la mamma di Thomas>>. Spiegò Vanessa. :<<Non posso crederci, mi sa che lui però non è stato l'unico a fare delle stronzate>>. Dissi. :<<Che significa Ale?>>.
Chiese preoccupata. :<<Significa che ieri sera abbiamo fatto sesso  nella biblioteca della scuola>>. Gli risposi. :<< Oh mio dio Alex, dimmi che è uno scherzo>>. Disse speranzosa.
:<<Vorrei tanto lo fosse adesso, il problema è che ora non so che cosa fare, io mi sono affezionato davvero tanto a lui è non voglio perderlo, ma questa cosa ora infrange tutti i miei progetti, non so veramente cosa fare ora, mi sembra come se non sapessi più chi è Thomas, una cosa così non può essere tralasciata>>. Cercai di spiegargli. :<<Come prima cosa adesso andiamo a seguire le lezioni, tu non proferisci parola di tutto questo a nessuno e inoltre se Thomas ti dice qualcosa tu rispondigli tranquillamente>>.
Mi raccomandò Vanessa.
:<<Va bene, andiamo>>. Dissi.

*Poche ore dopo*
Inutile dire che durante le ore di lezione non feci altro che pensare a quelle parole, al fatto che Vanessa si fosse tenuta questo segreto dentro per tutto questo tempo e a come ha potuto fare l'amore con me Thomas avendomi tenuto nascosto questa cosa. :<<Hey Alex>>. Disse Thomas, con la voce che rimbombò per tutto il corridoio. Dio ho cercato di evitarlo per tutto il pomeriggio, come ha fatto vendermi.
:<<Hey Thom, tutto bene?>>. Chiesi.
:<<Bene, ma sembriamo due al primo appuntamento, non mi abbracci e non mi baci come fai di solito>>. Disse preoccupato.
:<<Io? Niente perche tutte queste domande? Comunque non mi sembra il caso di baciarti in corridoio con la gente che ci fissa>>.
Dissi, nervosamente. :<<Ma non intendevo quel genere di baci tesoro>>. Mi disse.
:<<Si scusa, ma sono nervoso tra tutti i compiti in classe, le interrogazioni sto uscendo matto>>. Dissi mentendo spudoratamente, visto che era l'ultima settimana prima delle vacanze di natale e i prof avevano preferito lasciarcela libera mettendoci  i compiti in classe e le verifiche prima.
:<< Ti capisco, comunque dai volevo solo andare a cena con te>>. Mi disse.
:<<Ah si va bene, andiamo>>. Gli risposi.
:<<Okay, ma sei davvero strano>>. Ribadì Thomas. Sapevo che avrei dovuto chiedergli spiegazioni al più presto, ma oggi è successo tutto troppo in fretta, perciò meglio parlargli con calma.

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