Capitolo 21

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La luce del sole risplendeva nella camera, quella mattina i colori della stanza sembravano quasi tristi, ma risaltavano molto di più, solo al pensiero che quella cameretta sarebbe stato un ricordo, mi feriva profondamente. la sveglia iniziò a suonare, un corpo muscoloso e caldo si posò su di me, il suo maglione mi pungeva il viso, staccai la sveglia e mi voltai.
:<<Buongiorno dormiglione è ora di svegliarsi, ti ho preparato la cioccolata calda, la tua preferita con tanto zucchero, non potevo rinunciare ad una cioccolata calda con il mio fratellino, prima di partire>>. Disse mio fratello, scompigliandomi i capelli. :<< Tu invece non vuoi proprio saperne di dormire, comunque mi faccio una doccia e ti raggiungo>>. Dissi mentre sentivo la stretta del suo abbraccio che si allentava, sempre più. :<< Se ce la fai prima di mezzo giorno, va bene >>.  Disse Jake, incitandomi a darmi una mossa. :<< Sono le undici,ma farò il possibile prometto>>. Aggiunsi, sperando in un miracolo. Presi tutto il necessario e corsi al bagno, girai la manopola dell'acqua calda quasi al massimo, mi svestì velocemente e mi infilai all'interno della doccia, il calore dell'acqua rilassò ogni mio muscolo,ma il fatto che mio fratello sarebbe ritornato in Spagna prima del dovuto, mi rattristava e rendeva quella doccia una tortura, il vapore creatosi invase l'interno della doccia e il bagno intero, mi insaponai e mi risciacquai il più velocemente possibile. Uscì dalla doccia, mi asciugai con l'asciugamano e indossai slip, pantaloni e una maglia rossa, presi il phon per asciugarmi i capelli e finita l'asciugatura corsi al piano inferiore per gustarmi la mia cioccolata calda con Jake. :<<Visto che bravo ho fatto prestissimo, ci ho messo solo 15 minuti>>. Urlai correndo giù dalle scale, quando ad un tratto suonò il citofono. Jake si alzò dalla sedia e corse a vedere chi fosse, aprì la porta e trovò un signore con un vestito composto da pantaloni neri, una camicia bianca accompagnata da una giacca dello stesso tessuto e colore dei pantaloni, delle elegantissime scarpe nere lucide e un cappello da autista, il problema è che teneva un mazzo di fiori in mano. :<<Mi sa che lei ha sbagliato casa, il matrimonio si trova nella casa accanto, perciò prenda la limousine e vada da loro>>. Disse mio fratello. :<< Sto cercando il signor Alexander Blake>>. Disse l'uomo, con un tono di voce abbastanza serio. :<<Sono  io, ma non ho chiamato nessun autista>>. Dissi avvicinandomi all'uomo. :<<Infatti non è stato lei, ma una persona a lei molto cara, intanto tenga il suo mazzo di fiori>>. spiegò l'uomo porgendomi i fiori. :<<Sarà la mamma che vuole farsi perdonare, sicuramente>>: . Dissi rivolgendomi a mio fratello. :<<Non c'e tempo per le chiacchiere signore, ora devo bendarla>>. Continuò  l'autista, portandomi la benda sugli occhi. :<< E' sicuro che non ha fatto anche il nome Jake Blake, questa persona?>>. Chiesi. :<<No, sono sicurissimo ora venga con me>>. Disse l'autista stingendo la benda. :<<Jake ti prego posticipa la partenza, voglio vede cosa si è inventata stavolta quella matta di nostra madre, tu nel frattempo vai da Vanessa e raccontale il tutto , oggi dovevo andare a casa sua>>. Dissi mentre l'autista mi conduceva alla limousine. :<<Va bene, ma non starò fino a cena sia chiaro>>.  Protestò Jake. :<<Signore, mi sa che dovrà posticipare la data a domani mattina>>. Disse l'autista a Jake. :<<Lei non si impicci>>. protestò Jake. :<<Lo dico solo per lei signore>>. Ribattè l'uomo. :<< Ma la vuole smettere di chiamarmi signore? Non mi dica quello che devo fare>>. continuò Jake. :<<Ti prego Jake, fa come ti dice, sai quanto mamma ci tenga a queste cose, fallo per me>>. Pregai mio fratello. :<<Va bene lo faccio per te, ma non resterò un giorno in più, oltre a domani>>. sbuffò Jake. :<<Ti voglio bene fratellone>>. Dissi entrando nella limousine. L'autista mise in moto l'auto e partì, ancora non riuscivo a capacitarmi di ciò che stava accadendo, non sapevo cosa aspettarmi, ma ero troppo eccitato. :<<Non si sbendi fin quando non le do il permesso di farlo, mi ha capito?>>. mi ordinò l'autista. :<<Si ho capito non sono stupido, ma mi dica almeno dove stiamo andando>>. Pregai l'autista. :<< Non posso dirle nulla, il mio capo mi ha detto che non posso rivelarle nulla>>. affermò l'uomo. :<<Il suo capo ? Ma allora non è mia madre>>. dissi perplesso. :<< Ma cosa ha capito, sua madre non centra nulla>>. Disse l'uomo. Non sapevo se preoccuparmi o meno, ero in macchina con uno sconosciuto e non sapevo chi lo avesse mandato, spero solo sia qualcosa di buono. qualche ora più tardi, l'auto si fermò. :<<Bene siamo arrivati ora può sbendarsi, una volta sceso legga il bigliettino e faccia quello che trova scritto sopra di esso>>. Mi raccomandò l'uomo. scesi dalla limousine, controllai tra i fiori e trovai il bigliettino, che recitava così: Non voglio stare ancora lontano da te e se vorrai trovarmi, prima dovrai cercarmi, perciò avvicinati a quel negozio di profumi che trovi a nord. Continuavo a non capire, ma incuriosito mi incamminai in quella direzione. :<<Buon pomeriggio, avete per caso un biglietto per me?>>. Chiesi avvicinandomi alla cassiera. :<<Sei Alex?>>. Domandò lei. :<<Si sono io>>. Rsposi. :<<Ecco a te >>. Disse la cassiera porgendomi il biglietto,lo presi in mano e la ringraiai, arrivato all'uscita lessi il biglietto: " Ammettilo questo profumo ti mancava,ma per poterlo annusare ancora devi seguire i miei passaggi, prova a chiedere a quel signore, che vende palloncino con l'elio se sa qualcosa riguardo ad un foglietto rosso". Il bigliettino era cosparso di quel favoloso profumo e solo una persona lo portava, perciò pensavo di aver già capito, e all'idea già mi scioglievo, ma non vorrei crearmi false illusioni.Continuai a camminare, raggiusi il venditore di palloncini ad Elio. <<Scusi mi chiamo Alex, ha un bigliettino rosso da darmi?>>.chiesi cortesemente. :<<Certamente, ma non solo il bigliettino, ho anche qualcos'altro>>. Disse dandomi il bigliettino e slegando uno dei palloncini legato al pesetto.
Era un palloncino a forma di cuore rosso, con al centro una scritta: "Tra tutti, sceglierei sempre e comunque te". Era scritto con un pennarello nero e pensandoci, quella calligrafia mi era familiare. Aprì il bigliettino: " Vedi quella gelateria infondo alla strada? Ecco, entra e chiedi di me alla commessa, Firmato T ". L'emozione saliva sempre di più e l'idea di vederlo mi faceva esplodere il cuore di gioia. Cominciai a correre disperatamente verso la gelateria, non vedevo l'ora di urlare il suo nome. :<<Salve signora, ha per caso, chiesto di me un ragazzo di nome Thomas?>>. Chiesi con il cuore in gola. :<< Tu devi essere Alex, giusto?>>. Chiese l'anziana commessa. :<<Si sono io, la prego mi dica dove si trova, sto impazzendo>>. Dissi con il cuore che palpitava ancora più forte. :<<Io fossi in te, mi volterei>>. Concluse la signora. Non feci in tempo a voltarmi che le sue possenti braccia mi avvolsero da dietro, un leggero bacio si posò sul mio collo e il suo profumo inebriò la mia mente. Dopo che la sua stretta si allentò, mi voltai e lui era li davanti a me, con i suoi occhi scuri che brillavano e si perdevano nei miei, la sua corporatura statuaria, le sue labbra carnose di un rosso fuoco e il suo essere così premuroso, mi fecero ricordare quanto tutto di lui mi mancasse. Non resistetti e gli saltai letteralmente addosso, lui mi tenne saldamente ancorato al suo corpo, la distanza mi stava uccidendo e averlo lì  solo per me mi mandava fuori di testa. :<<Mi sei mancato una casino, ti prego non andare più via da me>>. Gli sussurrai in un orecchio. :<<Mai più piccolo, da oggi ci sarò sempre>>. Rispose accarezzando dolcemente la mia schiena.
:<<Adesso però mi è venuta voglia di gelato>>. Dissi impaziente. :<<Ogni tuo desiderio è un ordine, per il mio fidanzato deve fare un cono cioccolato e bacio con molta panna, mentre per me nocciola e cioccolato extra fondente, per cortesia>>. Disse Thomas voltandosi verso la commessa e riportandomi a terra. Uscimmo dalla gelateria con i nostri coni e ci sedettimo in una delle panchine del parco, poco più distante dalla gelateria. :<<Io però ancora non so dove ci troviamo, il tuo autista mi ha tenuto bendato e non mi ha detto nulla>>. Dissi sedendomi sulla panchina. :<< Ci troviamo nei pressi dell'olympic Bouleward, Per dimostrarti che voglio starti vicino, non mi rimaneva altro che venire nella tua città in cui vivi, inoltre fin da quando ero piccolo amavo esplorare la natura e cosa c'è di meglio di un parco nazionale?>>. Disse Thomas continuando a mangiare il suo gelato.  :<<Con la mia famiglia non siamo mai venuti quì perché loro non amano molto la natura, ma immagino che per visitarlo tutto ci vorrà un po più di qualche ora>>. Spiegai a Thomas. :<< Appunto per questo, mio padre ha affittato un Hotel tutto per noi, con una suite meravigliosa in cui trascorrere questo weekend>>. Annunciò felicemente Thom. :<< Mi sei mancato moltissimo Thomas, davvero ma ci sono i miei genitori che mi aspettano, potremmo visitare il parco fino a questa sera, però poi dovrò ritornare a casa>>. Dissi con un alone di tristezza. :<<Ovviamente i tuoi genitori sono al corrente di  tutto Alex stai tranquillo, li ho chiamati io dicendo che ero un tuo amico che voleva farti una sorpresa venendoti a trovare e loro mi hanno dato il permesso, però solo se avrei trovato un posto non tropo lontano da Seattle, perciò mi hanno detto di conoscere un Hotel nei pressi dell'Olympic, inoltre mi hanno anche informato del fatto, che questo parco nazionale è uno dei posti che avresti sempre voluto visitare fin da piccolo>>. Mi informò Thomas. :<< Come hai fatto a trovare il numero dei miei genitori??>>. Chiesi allibito. :<<Il college è proprietà della mia famiglia, perciò chiedendo informazioni alla segretaria, ho avuto il numero>>. Disse in fine Thomas. :<<Ti ho mai detto che mi fai paura a volte?>>. Dissi sorridendo e appoggiando la testa sul suo petto. :<<In realtà non me lo hai mai detto, però se da ora in poi lo farai sempre in questo modo, sarò felice di sentirmelo dire più spesso>>. Disse Thom stringendomi a lui. Inutile dire che arrossì tremendamente, ma finì per perdermi tra le sue confortevoli braccia. :<< Ovviamente la sorpresa non è finita quì, perciò facciamo un giro per negozi, ci fermiamo a cena e poi ti porto in un posto meraviglioso>>. Disse lui eccitato. Non potevo chiedere un weekend migliore, sembra che mi conosca da tutta la vita, non desideravo altro che lui e niente ci avrebbe più diviso.

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