Capitolo 17

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È successo ancora, lui era nei miei sogni ed era come al solito meraviglioso, ogni suo dettaglio lo era, le sue labbra, le sue spalle muscolose dove adoro appoggiarmi, il suoi addominali scolpiti, i suoi occhi color marrone scuro dove non riuscivo a fare altro che perdermi, ma soprattutto i suoi adorabili capelli neri come la pece ma soffici come la lana. Ci siamo salutati come fosse un addio ma lui è sempre nella mia testa, sempre nel mio cuore, lui fa parte di me. Decisi di andare al piano inferiore per fare colazione, ma quando appoggiai i piedi al suolo, ebbi i brividi dal freddo. :<<Hei fratellino finalmente sei tornato>>. Urlò Jake saltandomi addosso e facendomi cadere dal letto. :<<E tu invece sei sempre il solito, Spagna, Berlino, perfino Firenze, finalmente passi il natale con noi>>. Dissi tirandomi su. :<<Vieni quì abbracciami, tu invece cosa  mi racconti? Sei riuscito a farti qualcuna lì al college? Dai scommetto di sì, ne ho viste un paio molto carine lo scorso anno quando ti ho accompagnato a scuola>>. Disse lui, stringendomi forte e scompigliandomi i capelli. :<<Ecco in realtà è proprio di questo che devo parlarti, è una cosa importante percui dopo cena passa da camera mia prima di andare a letto>>. Dissi con voce sommessa. :<<Parlare di cosa Alexander?>>. Aggiunse improvvisamente mio padre. :<<Papà da quanto tempo stai ascoltando la conversazione? E inoltre non chiamarmi in quel modo>>. Aggiunsi. :<<Sono appena arrivato perché? >>.  Rispose lui.:<<Niente, esci e chiudi la porta>>. Dissi nervosamente. :<<Vabene ma fate presto, la colazione è pronta>>. Disse chiudendo la porta. :<<Allora vieni stasera J?>>. Continuai verso mio fratello. :<<Certo non preoccuparti>>. Mi rispose Jake. Mentre io e Jake scendevamo le scale, mia madre cominciò a portarci un infinità di cibo. :<<Mamma io mangio solo questa mela, devo uscire>>. Informai mia madre. :<<Tu non esci signorino, sei in punizione>>. Disse lei alzando il tono. :<<Io sono in punizione? Sei tu che mi hai fatto un torto, mi hai tenuto allo scuro di una cosa che mi riguardava, mi sa che in punizione non dovrei proprio esserci >>. Dissi alzando ulteriormente il tono di voce.
:<<Se continui ancora con questo tono impertinente, ci finirai per un mese e poi fuori sta nevicando>>. Aggiunse lei.
:<<Adoro la neve, ma ovviamente non sai neanche questo di me>>. Dissi aprendo la porta principale.
:<<Cosa sta succedendo?>>. chiese Jake.
:<<Chiedilo a tua madre>>. Risposi uscendo e sbattendo la porta. Percorrendo il vialetto mi resi conto che era la prima volta che litigavo così ferocemente con mia madre, ma io odio la falsità perciò non potevo farne a meno, mi dispiace solo per mio fratello che si è dovuto trovare in questa situazione. Quest'anno fa davvero molto freddo, la neve che poggiava sul mio viso aumentava i miei brividi, ma ormai non potevo tornare indietro, non dovevo dargliela vinta questa volta a mia madre, mi auguro solo che tornando per cena le cose si calmino, deve essere un natale perfetto con tutti i parenti, e non permetterò che mia madre con questa menzogna rovini la mia festa preferita in assoluto. :<<Alex, Alex fermati >>. Urlò ad un tratto una voce femminile.
:<<Leilah !>>. Esclamai. Lei si diresse correndo vedo me. :<<Oddio Alex da quanto tempo, mi sei mancato tantissimo, qui a Seattle si sente moltissimo la tua mancanza>>. Disse Leilah, con gli occhi un po' lucidi. :<<Anche tu mi sei mancata molto, al college e tutto così monotono, finalmente sono ritornato alla vita normale>>. Le dissi abbracciandola. :<<Allora che mi racconti? Per quanto tempo resti?>>. Chiese entusiasta. :<<Non per molto, le solite vacanze natalizie e poi si torna a studiare, tu invece che mi dici?>>. Le spiegai. :<<Ho preso da poco un appartamento proprio in questa zona, sono uscita per portare il cane a fare una passeggiata, dai vieni che ti mostro la mia nuova casa>>. Disse lei. :<<No dai non vorrei disturbare>>. Dissi con discrezione. :<<Ma chi vuoi disturbare, abito da sola>>. Aggiunse.
:<<Ah allora non sei più la mammona di una volta>>. Dissi varcando il cancello della nuova casa di Leilah. :<<Mia mamma è morta tre mesi fa, da allora ho lasciato casa a mio padre e la sua nuova compagna >>. Mi spiegò.
:<<Oddio scusa non sapevo nulla>>. Le dissi mortificato. :<<Non preoccuparti>>. Disse facendomi entrare. :<<Leilah è stupendo questo appartamento, enorme, spazioso, come lo hai sempre desiderato, sono felicissimo per te>>. Dissi entusiasmato da quella vista.
:<<Grazie accomodati pure, preparo una cioccolata calda, la tua preferita>>. Mi disse dirigendosi in cucina. :<<Grazie mille, sono davvero sconvolto, hai proprio una villa stupenda, complimenti!>>. Le dissi sedendomi su una delle sue sedie in pelle bianca, incontrasto con i mobili neri. Dopo pochi minuti Leilah arrivò con le due tazze. :<<Alex posso farti una domanda? Mi imbarazza un po', ma ormai mi conosci>>. Mi chiese sedendosi difronte a me. :<<Certamente>>. Risposi sorseggiando la cioccolata. :<<Circa una settimana fa ti inviai una lettera, per caso l'hai ricevuta?>>. Domandò lei. La cioccolata mi andò di traverso, quasi non mi strozzavo. :<<Si l'ho ricevuta, diciamo che è una storia abbastanza lunga, ho appena litigato con mia mamma>>. Risposi imbarazzato. :<<Non era mia intenzione farvi litigare per colpa mia>>.
Disse preoccupata. :<<No tranquilla è solo che, sai com'è fatta mia mamma, comunque di cosa volevi parlarmi?>>. :<<Ci vediamo domani alle 8 del mattino al parco, per correre come facevamo tempo fa, così parleremo con calma, ma resta qui per pranzo, dai non dirmi di no>>. Disse. :<<Va bene, tanto non ho proprio voglia di tornare a casa>>. Risposi. Il pranzo era delizioso, continuammo a parlare per ore ed ore, raccontandoci aneddoti incredibili, ma poi il mio sguardo cadde sul suo antichissimo orologio a pendolo.  :<<Dio è tardissimo, la cioccolata era buonissima davvero, ma devo scappare o stavolta mia madre mi ucciderà sul serio>>.
Dissi salutandola e correndo letteralmente fuori dal suo cancello. Il fiatone aumentava, il battito cardiaco lo imitava e le mie gambe stavano cedendo, ero davvero in ritardo, percorsi il vialetto di casa come un fulmine e aprì la porta. :<<Dove diavolo ti sei cacciato Alex, tuo fratello ti ha cercato per tutto l'isolato>>. Strillò mia madre. :<<Non ho tempo di spiegarti, vado a farmi una doccia e prepararmi>>. Dissi affannosamente. :<<Hai 10 minuti per prepararti muoviti>>. Disse.
Quella doccia calda era la cosa più bella che potessi fare, i miei muscoli si rilassarono e per pochi minuti le tensioni abbandonarono il mio corpo. Finita la doccia indossai la mia camicia rossa preferita e un paio di jeans, poi asciugai i capelli e misi la cera. Arrivato al piano inferiore gran parte degli invitati erano già lì, c'era chi portava cerchietti con renne, chi iniziava a mangiare gli stuzzichini e chi come mio fratello era impegnato a sfidarsi con qualche gioco alla PlayStation, insomma regnava già il caos più assoluto. Cominciai a salutare la marea di parenti, che non facevano altro che ricordarmi quanto io sia cresciuto e inoltre mi chiedevano se avessi la fidanzata, in sintesi non c'è niente di nuovo sotto al sole, mia mamma mi trascino con se è mi presento il preside di Yale.
:<<Signor Archibald, lui è mio figlio Alexander Blake>>. Disse mia madre al direttore, mentre mi puntava il dito contro.
:<<Alex, invece lui è il signor Adam Archibald, direttore della prestigiosa università di Yale>>. Continuò con le presentazioni mia mamma.
:<<Allora signorino Blake, cosa lo ha spinto a prendere la decisione di frequentare la nostra  università?>>. Domandò Adam. :<<Beh in realtà non sono ancora sicuro di frequentarla>>. Risposi fermamente. Il signor Archibal rimase abbastanza sconvolto, ma dopo gli sguardi minacciosi che mi lanciava mia madre e aver discusso per molto tempo su questo tema, mio padre iniziò a far accomodare tutti gli ospiti al tavolo, per dare inizio al cenone di natale in stile Blake, si prospettava una lunghissima serata.

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