Capitolo 18

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Seduti tutti al tavolo, iniziarono ad apparire le prime portate, fortunatamente fu la nuova domestica a fare le porzioni perciò erano abbastanza proporzionate per ogni persona. Si cominciarono a sentire i primi complimenti, per  il cibo preparato da mia madre per l'occasione e altri per il vino scelto da mio padre, la serata comincio per il migliore dei modi. Mio zio Paul dopo il quarto bicchiere di vino, propose un brindisi alla famiglia, lui era un tipo allegro, però quando beveva a volte esagerava. Mia madre parlò spesso con il signor Alchibald, spiegandogli quanto io amassi Yale, cosa assolutamente non vera. Il gruppetto degli zii cominciò ad alzare il gomito, riuscendo  a coinvolgere persino mio padre nelle loro marachelle, lui che era un tipo abbastanza riservato, le zie invece parlavano di moda, facendo domande a mia madre sulla sua casa di moda, lei molto spesso va in Francia e ogni volta viene assalita dalle domande delle mie zie sulla moda parigina. A me invece toccava il compito più arduo, tenere a bada i miei cuginetti più piccoli, anche se cercavo di lasciarli a mia cugina di dodici anni, invece mio fratello appena finita la cena corse a giocare alla PlayStation. Intanto nella mia testa frullavano principalmente due pensieri, quale fosse il segreto di Leilah, e come stesse Thomas, ma il secondo prevaleva sul primo, perciò presi la giacca e uscì, poi tirai fuori dalla tasca  il telefono chiamai Thomas e dopo pochi squilli. :<<Pronto?>>. Disse Thomas.
La sua voce mi mancava come aria nei polmoni, risentirla fu come rinascere.
:<<Hei Tom, ti disturbo?>>. Chiesi
nervosamente. :<<No, anzi ti stavo pensando,
poi i miei genitori sono a cena dai miei parenti, io invece sono a casa da solo a badare
a Mya >>. Disse lui, con un tono che
trasmetteva tranquillità. :<<Anche io ti stavo pensando e mi manchi molto, quindi non ho resistito a chiamarti e mi dispiace che ti tocchi passare il natale da solo>>. Aggiunsi. :<<Bene, volevi dirmi qualcosa?>>. Chiese. :<<No niente in particolare, volevo solo sentirti>>.
Risposi. :<<Capisco>>. Disse. Ma stavolta il suo tono di voce cambiò, l'atmosfera divenne di ghiaccio, e lui diventò distaccato d'un tratto.
:<<Va tutto bene Thom?>>. Chiesi, corrugando la fronte. :<<Si, tutto quì quello che hai da dirmi, ALEX?>>. Disse marcando il mio nome con la voce. :<<Ascolta, non ho chiamato per litigare, avevo voglia di sentirti e l'ho fatto>>. Dissi fermamente. :<<Ti comporti come se non fosse successo nulla a scuola, ci siamo lasciati quasi con un addio, ora mi chiami e mi dici che non hai niente da dirmi? Sinceramente Alex mi aspettavo delle risposte>>. Disse mantenendo il gelo nella sua voce. :<<Thomas mi dispiace davvero esserci salutati in quel modo, ma speravo capissi la mia posizione, mi sono trovato davanti ad una bugia e ad una bambina, capiscimi>>. Dissi sperando capisse veramente a quello che stavo provando. :<<Ho passato la mia vita a capire gli altri, vorrei solamente che qualcuno capisca me adesso e pensavo di averlo trovato in te, ti stai rivelando un immaturo tirandoti indietro, l'amore supera qualunque cosa, ma dovevo aspettarmi solo questo da un ragazzino>>.
Rispose Thomas, con la voce spezzata. Quel gelo si stava scalfendo, come il mio cuore a quelle parole.:<<Davvero io non riesco a capirti prima mi pensi e poi mi dici queste cose, mettiti il cervello in pace>>. Dissi, mentre una lacrima solcava il mio viso.
:<<Non dovevo aprire questa chiamata, buon natale Alex>>. Disse offeso. :<<Thom io davvero non volevo litigare>>. Riuscì a dire prima che lui riagganciasse il telefono. Varie volte tentai di richiamarlo ma lui non rispose.:<<Alex, torna dentro a salutare il signor Archibald che deve andare via>>. Mi disse mia madre dalla finestra. :<<Arrivo mamma>>. Dissi asciugandomi le lacrime. Appena tutti i parenti lasciarono casa augurandoci buon natale, Jake stava ancora giocando, io corsi in camera, ma dopo pochi minuti sentì dei rumori provenire dalle scale .
:<<Hei Alex, posso entrare?>>. Chiese Jake,
aprendo leggermente la porta di camera mia. Sinceramente, non mi sarei mai aspettato che se lo ricordasse. :<<Certo, anzi grazie per essertelo ricordato>>. Risposi ancora scosso dalla chiamata. :<<Va tutto bene?>>.
Mi chiese, sedendosi sul mio letto.
:<<Beh prima della cena diciamo che andava benino, ora per niente>>. Ammisi. :<<Hei non farmi preoccupare, che sta succedendo?>>. Aggiunse mio fratello. :<<No tranquillo, io fisicamente sto bene, ma quello che sto per dirti è una cosa che sa solo Vanessa e tra poco anche tu>>. Dissi. :<<Bene ma non girarci troppo intorno, sai che sono curioso>>.
:<<Sai non è facile da dire, è abbastanza complicato e imbarazzante>>. Continuai.
:<<Alex ti prego parla>>. Disse lui ansiosamente. :<<Ecco, a scuola ho conosciuto un ragazzo, noi ci siamo incontrati per caso in corridoio, prima che Vanessa finisse in ospedale>>. Proseguì con grande fatica.
:<<E poi? Giuro che se ti ha fatto del male lo ammazzo>>. Si sovrappose lui alla mia voce.
:<<No, anzi noi siamo diventati subito amici e ci siamo legati molto, soltanto che dopo, la conoscenza è andata oltre, ci siamo baciati e poi abbiamo fatto...>>. Dissi, mentre la sudorazione aumentava. :<<Aspetta non dare oltre, sei gay?>>. Chiese lui. :<<Beh io preferisco dire innamorato, le etichette non mi sono mai piaciute, neanche nei vestiti, figurati su una persona>>. Dissi con il cuore che pulsava troppo velocemente. :<<Pensi di dirlo a mamma e papà?>>. Disse con voce tremante Jake . Io ti confesso di essere gay è tu pensi a
questo?>>. Dissi offeso. :<<Cosa hai confessato a tuo fratello? Tu sei cosa?>>. Disse mio padre sbucando dalla porta. :<<Papà cosa ci fai quì, smettila di origliare >>. Dissi con un tono abbastanza alto. :<<Stavo per venirti a dare la buona notte>>. Confessò lui. :<<Uscite entrambi da camera mia, immediatamente !>>. Affermai alzando ulteriormente la voce. :<<No signorino ora parli>>. Disse mio padre. :<<Papà lasciamolo solo, ne parliamo domani mattina ora andiamoci a riposare>>. Intervenne Jake.
:<<Scusate, cosa sta succedendo quì?>>. Disse mia madre salendo le scale. :<<Nulla mamma, abbiamo solo bisticciato io e Alex, nulla di grave>>. Disse mio fratello scendendo le scale con mia madre è mio padre. Calato il silenzio cominciai a chiedermi se quello sbagliato fossi io o sono sfortunato e basta, non voglio immaginare cosa accadrà domani, spero solo che mio padre non parli altrimenti non so come finirà. Presi le cuffie dal comodino, feci partire la musica e pian piano mi addormentai. La notte era calata anche a casa Blake e come al solito tensioni e preoccupazioni non si facevano attendere a lungo.

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