capitolo 23

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L'auto sfrecciava a gran velocità, dal finestrino si riuscivano ad intravedere le stelle, poi con la coda dell'occhio vidi Thomas che torturava le sue lunghe ed esili dita. :<<Che dici se lasci in pace quelle povere dita e parli con me ?>>. Dissi prendendo la sua mano destra, intrecciandola alla mia. :<<Ci sono abituate tranquillo, hai visto che belle stelle ci sono questa sera? Ma soprattutto che magnifica luna piena e come risplende intensamente la sua luce, starei a guardarla per ore>>. Disse Thomas, prendendo sotto tortura le labbra. :<<Si hai ragione Thom, ma non sono stupido e ormai ti conosco bene, sei molto nervoso, non so il perché e inoltre l'unica luce di cui sono preoccupato di non riuscire a vedere è quella nei tuoi occhi, stiamo andando in un posto magnifico e vederti così non mi fa per niente stare tranquillo, perciò vuoi dirmi che sta succedendo?>>.Aggiunsi giocando con la sua cravatta. :<<Già piccolo, mi conosci dannatamente bene, ma sai anche che mi agito per qualunque cosa, soprattutto se è organizzata da me, mi auguro solo ti piaccia, tutto quì>>. Disse in fine, lasciando una timida carezza sul il mio volto. :<<Tu non devi assolutamente preoccuparti di nulla tato, lo sai che io sto troppo bene con te, perché so che ogni tuo singolo gesto, anche il più piccolo lo fai mettendoci l'anima, in questo poco tempo che ci rimane per arrivare a destinazione, l'unica cosa che vorrei è un tuo bacio,
un tuo sorriso oppure un abbraccio>>.
Dissi accucciandomi sotto il suo braccio.
:<<Perché scegliere, se puoi avere tutte e tre le cose>>. Disse avvicinando al suo viso il braccio dove mi ero messo poco prima, mi baciò intensamente stingendo il mio petto contro al suo. Adoravo mordere il suo labbro inferiore alla fine dei nostri teneri baci, perché ogni volta che accadeva lui si infastidiva, non potevo fare a meno di guardare quel viso imbronciato fingendo rabbia, che mi faceva innamorare sempre di più. :<<Comunque mi piace questo
nuovo nomignolo>>. Disse tenendo la mia testa sul suo petto. Non riuscii ad emettere alcun suono, ma solo  l' accenno di un sorriso. Restammo in quella posizione per un paio di minuti. :<<Piccioncini siamo arrivati>>. Disse il nuovo autista. :<<Sempre più simpatici li scegli questi autisti, fai per caso delle selezioni prima di assumerli?>>. Dissi sarcasticamente.
:<<Certo non posso assumere il primo che capita>>. Disse Thomas diventando serio, poi scese e  mi tese una mano per aiutarmi a scendere. :<<Ma quanto siamo galanti questa sera, signor Evans>>. Dissi scendendo dalla macchina, ringraziandolo. :<<Non c'e di che signor Blake, ma adesso è arrivata l'ora di far tornare una tua cara amica, che ti ha fatto compagnia anche questa mattina>>. Disse in fine Thomas. :<<Amica?>>. Dissi mentre qualcosa si appoggiava al mio viso, facendomi chiudere gli occhi. :<<Non la riconosci? E' la benda>>. Ridacchiò Thomas. :<<Ti ho gia detto che ti odio?>>. Chiesi, ironico.
:<<Ancora no , ma grazie per avermelo ricordato>>. Disse lui prendendomi la mano, mentre i nostri passi avanzavano con molta discrezione. :<<Detesto non vedere cosa ho davanti>>. Dissi con un velo di voce preoccupato. :<<Tranquillo, ora fidati di me e lasciati andare, porgi le  mani verso di me e appena appoggio questo oggetto che tengo in mano tra le tue, toccandolo devi dirmi cos'è>>. Disse dandomi indicazioni. :<<Va bene ma non darmi delle cose viscide o umide, perchè potrei impazzire è una cosa che detesto>>. Lo informai. :<<D'accordo, ora prendi l'oggetto, tieni>>. Disse. Al tatto l'oggetto risultava morbido, non ci misi troppo a capire che era lana, ma ciò che mi metteva in crisi era la sua forma, era molto piccola e irregolare, dopo pochi minuti però ripercorrendola più volte  con i polpastrelli, provai a dire la risposta.
:<<Sembra un calzino di lana minuscolo>>. Dissi tentando di indovinare la risposta.
:<<Come diavolo sei riuscito a indovinare, non era per nulla facile, ora è la volta del secondo oggetto, che però è molto più facile>>. Disse con un tono di voce incredulo. :<<Ma quanti oggetti sono ?>>. Chiesi. :<<Quanto sei impaziente, te ne mancano solo due>>. Mi canzonò, avanzando sempre di più con i passi. :<<Bene, ora fermati e tocca questo secondo oggetto>>. Toccandolo sembrava solo una massa di gomma piuma, poi
ripercorrendolo per bene, avvertì qualcosa di liscio che circondava la superficie esterna, in fine vi erano qualcosa che assomigliavano a dei lacci delle scarpe, la loro dimensione era minuscola come il primo oggetto, perciò tentai ancora con una risposta. :<<Credo siano scarpe, ma minuscole>>. Provai a dire. :<<Non posso crederci, ammettilo che ci vedi>>. Disse accusandomi. :<<No è solo intelligenza>>. Risposi stuzzicandolo come al solito.
:<<Procediamo con il terzo oggetto, dai>>. Disse evitando il discorso. :<<Thomas Evans si arrende al primo tentativo di infastidire qualcuno>>. Continuai con il mio solito sarcasmo, che sfoderavo nei momenti di ansia come questo. :<<Terzo oggetto, questo sono sicuro che non riuscirai mai ad indovinarlo>>. Affermò convinto. :<<Mi stai sfidando Evans? Non ti conviene!>>. Dissi. Improvvisamente qualcosa si appoggiò sulle mie mani, inizialmente presi un po paura, ma dopo
sentii un oggetto gommoso, ma la forma era veramente strana, era quasi indefinibile e anche esso era minuscolo, ma non volevo e potevo arrendermi, dargliela vinta sarebbe stato troppo imbarazzante, dopo averlo sfidato. :<<Allora ti arrendi?>>. Chiese impazientemente. :<<Neanche morto!>>. Affermai determinato. Cercai di capire disperatamente cosa fosse, ma quella forma non mi diceva nulla, non riuscivo neanche  a formulare ipotesi, la sua base era appiattita, con un qualcosa di rotondo attaccato sotto essa e sopra di essa  invece il materiale di cui era fatto aveva una forma appuntita alta qualche centimetro,non mi rimase altro che alzare bandiera bianca. :<<Va bene mi arrendo, ma ora toglimi questa maledetta benda dagli  occhi>>. La stretta della benda si allentò velocemente e la luce mi diede molto fastidio, percui inizialmente non riuscivo a vedere bene, vedevo solo dei cartelli appesi che mi circondavano e del verde sotto ai piedi, vedevo tutto molto sfocato. :<<Non vedo un accidente Thom cosa succede?>>. Dissi lamentandomi con lui. :<<Non lamentarti e aspetta che gli occhi si abituino alla luce>>. Mi consigliò mentre la vista si faceva più chiara. Ora riuscivo a vedere più chiaramente, il verde sotto ai piedi, era soltanto un prato, quei cartelli invece erano delle gigantografie dell'immagine di una bimba, quelle foto giganti mi accerchiavano, inizialmente mi misero un po a disagio ed era come se mi fissassero, ma poi ricollegai tutto ; sul tavolo che avevo sotto agli occhi vi erano tutti e tre gli oggetti in fila. Come primo oggetto trovai delle calze di lana rosa da neonato, come secondo invece delle Adidas superstar nere con le strisce rosa, anche quelle da bambino neonato o meglio da bambina, mentre il terzo oggetto che tenevo in mano era un ciuccio per neonati. :<<Si chiama Mya, ha due anni ed è tutta la mia vita, tutto ciò che mi da la forza di andare avanti ogni giorno è  lei, ma tu amore mio, tu mi completi e non sei solo il mio ragazzo, ma sei il il risultato del mio sorriso che inizia quando sto con la mia bambina e finisce per completarsi stando con te; Non vorrei che tutto questo ti spaventasse, ma solo che ti trasmettesse ciò che trasmette a me, per esempio gioia o voglia di vivere, posso capire che per te è troppo presto e lo comprendo, ma ci tenevo a farti entrare nel mio mondo, per farti capire che sono disposto ad entrare nel tuo, se solo se lo vuoi veramente>>. Disse Thom, prendendo entrambe le mie mani e guardandomi dritto negli occhi. Tutto ciò mi aveva catapultato in mezzo alla realtà, fu come se la mia carrozza si fosse trasformata in una zucca in pochi secondi, la pressione dentro me cresceva, non riuscivo ad immaginarmi con una bimba fra le braccia, non ero ancora pronto. :<<Thom grazie infinite per ciò che stai facendo per me, tutto questo è molto bello e so quanto tempo hai speso per realizzare tutto ciò, io ti amo tantissimo e tu lo sai, hai speso delle parole meravigliose per tua figlia, ma soprattutto sei un padre meraviglioso, per questo ti meriti il meglio e sono sicuro che >>.Dissi, quando fui interrotto dal cellulare che squillò. :<<Scusa è mia madre devo rispondere>>. Aggiunsi scusandomi per l'interruzione improvvisa.
:<<Ciao mamma, dimmi pure>>. Dissi rispondendo al telefono. :<<Non ti avrei chiamato se non fosse stato importante, devi venire in ospedale!>>. Rispose la sua voce preoccupata. :<< In che ospedale vi
trovate?>>. Chiesi ansioso. :<<Quello dove sei nato tu>>. Rispose lei. :<<Arriviamo presto non preoccuparti, ci vediamo lì>>. Dissi infine staccando il telefono. :<<Thom, dobbiamo tornare a Seattle, il più in fretta possibile>>.
Dissi preoccupato a Thomas. :<<Che succede Alex? L'unica soluzione è prendere un taxi>>. Disse lui. :<<Non lo so, ma mia mamma mi ha detto che dobbiamo andare immediatamente in ospedale, muoviamoci!>>. Esclamai. Thomas e io ci diressimo verso la strada.
:<<Spero solo ci siano taxi in questo posto, l'ho cercato appositamente per evitare di
essere disturbati da auto o caos urbano>>. Mi informò Thomas. :<<Allora andrò a piedi, un componente della mia famiglia è in pericolo, non posso sprecare del tempo prezioso>>. Dissi cominciando a camminare verso sud della strada. :<<Ma dove vai Alex, non conosciamo questo posto è potrebbe essere pericoloso, aspettiamo il mio autista che dovrebbe arrivare tra quattro o cinque ore più o meno>>. Disse Thomas tirandomi per un braccio. :<<Cazzo Thomas, lo capisci che un mio familiare è in ospedale e io non so in che stato si trova? Mia madre mi ha chiesto di essere in ospedale al più presto e io la conosco bene, non mi avrebbe messo fretta se la cosa fosse stata facilmente risolvibile, perciò devo trovare un mezzo al più presto, a costo di fare l'auto stop>>. Dissi alzando nervosamente il tono della voce, in fine mi liberai dalla sua stretta e ripresi a camminare. :<<E' tutta colpa mia, dovevo pensare ad un imprevisto, era troppo perfetto per essere vero>>. Disse lui, incolpandosi. <<Ora non cominciare anche te, la colpa non è di nessuno, piangersi addosso non serve proprio a nulla, perciò se vuoi venire con me mi segui altrimenti aspetti il tuo autista>>. Dissi sempre più nervoso. :<<Hai ragione, io vengo con te non ti lascio, tu forse non la pensi così, cosa stavi per dirmi prima che la chiamata di tua madre ci
interrompesse?>>. Chiese Thomas. :<<Ti sembra il momento? Dovresti essere preoccupato per me, sto malissimo e tu
pensi ad una fottuta risposta>>. Urlai furioso. Accellerai il passo per non stargli vicino, ero così furioso del fatto che lui non mi capisse, che mi sembrava quasi di non riconoscerlo più, ma ero contemporaneamente triste per quella notizia orribile. Pochi minuti dopo, intravidi un auto in lontananza, aveva degli abbaianti accecanti. :<<Fermatevi per favore>>. Urlai, andandogli in contro, agitando le mie braccia il più possibile. :<<Alex stai attento>>. Urlò Thomas, tirandomi per la mia mano facendomi ritornare sul ciglio della strada. :<<Non posso crederci, sono andati via senza nemmeno prestarci attenzione, sembra un fottuto incubo>>. Urlai disperatamente. :<<Alex sei impazzito? Stavi quasi per essere investito>>. Disse Thomas preoccupato. :<<Thom ti prego taci, non puoi capire quanto sia frustrante per me>>. Dissi, guardandomi attorno per cercare qualcosa che potesse aiutarci, della fermata di un autobus o di un taxi non vi era neanche l'ombra. :<<Capisco la tua rabbia, ma prendertela con me per non averti fatto investire, non mi sembra che possa risolvere le cose>>. Disse Thomas cercando di calmarmi. Improvvisamente vidi un un albero e ebbi un colpo di genio. :<<Thomas fermati c'è un ciliegio>>. Dissi appoggiando la mano sul petto, arrestando il suo cammino. :<<Ti sembra il momento di pensare al cibo? Più che frustrato sembri matto>>. Disse Thom spostando la mia mano dal suo petto. :<< Ho un'idea scemo, allora prendi più ciliegie che puoi e portamele, io intanto mi tolgo la giacca, fai presto>>. Dissi cominciando a spogliarmi. Thomas obbedì senza obbiettare, forse ero stato troppo aggressivo, ma non avevo altra scelta. :<<E adesso che devi farci?>>. Chiese confuso. :<<Schiacciale tutte sulla mia camicia facendo uscire molto succo e sporcati molto le mani>>. Gli dissi. :<<Vuoi scherzare? E' una Louis Vuitton >>. Disse ancora più confuso. :<<Non fare il tirchio adesso e fa ciò che ti ho chiesto, per favore>>. Gli ordinai. Thomas cominciò a schiacciare le ciliege sulla mia camicia, mentre il loro succo rosso si espandeva sul mio petto. :<<Bene ora mi sdraio e appena arriva una macchina mostri le tue mani "insanguinate" e cerchi di fermarla a tutti i costi>>. Dissi, mentre mi sdraiavo sul bordo della strada. :<<Sei un fottuto genio piccolo>>. Disse togliendo dalla mia camicia le bucce del frutto, lasciando solo il suo succo. Pochi minuti dopo, Thomas vide una macchina con una donna a bordo, successivamente lui si alzò e mise in mostra le sue mani sporche di rosso. :<<La prego signora, mi aiuti c'é una persona in pericolo si fermi>>. L'auto frenò bruscamente. :<<Che sta succedendo??>>.
Chiese preoccupata la signora :<<La prego, abbiamo bisogno d'aiuto e qui non c'e campo per fare una chiamata, lei può aiutarci?>>. Aggiunse Thomas. :<<Va bene salite, ma è molto grave il suo amico??>>. Chiese la donna a Thom. :<< No è una lunga storia ora le spieghiamo>>. Rispose il mio fidanzato.
:<<Perfetto salite a bordo, io sono diretta
a casa e appena arriviamo in paese vi faccio chiamare direttamente dalla cabina telefonica>>. Disse la signora. Salimmo in macchina e le spiegammo tutto l'accaduto. Dopo un quarto d'ora arrivammo nel paese di cui ci aveva parlato la donna, scendemmo dalla macchina ringraziandola; Telefonai Jake, ma rispose la segreteria, successivamente tentai componendo il numero di mia madre, che fortunatamente rispose. :<<Alex dove siete, come mai non siete ancora arrivati?>>.Chiese a bassa voce. :<<Non lo so mamma, ma papà deve venici a prendere, perché non abbiamo la macchina>>. Avvisai mia madre. :<<Dimmi almeno in che via vi trovate>>. Disse lei. Nel frattempo chiesi a Thomas di cercare la via di dove ci trovavamo e una volta trovata la dissi a mia madre, che informò mio padre. :<<Va bene, tuo padre sta venendo a prendervi, non vi muovete da li>>. Disse in fine mia madre riattaccando. Ancora non mi capacitavo del fatto che la giornata più bella della mia vita, si fosse trasformata nella peggiore, per adesso non ci resta che restare fermi e aspettare.

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