Capitolo 14

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"C'è chi ti tiene testa, chi ti tiene per mano, chi ti tiene i fianchi. E poi c'è chi tiene a te, che sa tenerti in ogni modo."

~Ellen
Guidò lui sotto le mie imprecazioni e arrivammo quasi subito in spiaggia. Non so come ma trovammo un posto abbastanza tranquillo e ci sistemammo li. Senza esitare, mi spogliai e mi tuffai in acqua, seguita da lui che una volta arrivato davanti a me, mi strinse a se, facendo combaciare i nostri corpi coperti da un'immensa distesa d'acqua limpida. Mi aggrappai a lui con le gambe e lo abbracciai, posando la mia testa sulla sua spalla. Restammo così, cullati dal mare, con il suono dei nostri cuori che battevano all'unisono, nelle orecchie. Vicino a lui mi sentivo così dannatamente bene da sentirmi quasi intimorita da questi sentimenti troppo forti. Sentii una mano sui miei capelli bagnati e dalla mia schiena salì un brivido. Posai un dolce bacio sul suo collo, come per fargli capire che apprezzassi il suo gesto.
-Potrei anche stare ore così...- sussurrò Brian sensuale, facendomi imbarazzare sul posto. Io, Ellen, la ragazza fredda e apatica, che arrossisce? Non mi riconosco più. Alzai la testa dalla sua spalla
e lo guardai sorridendo ancora un po' in imbarazzo. Mi diede un bacio affettuoso e ancora attaccata a lui, mi portò in riva. Il sole caldo, una volta sulla sabbia, asciugò piano piano i nostri corpi ricoperti da mille gocce d'acqua.
Insieme, fino al tramonto, restammo a divertirci in spiaggia, spensierati, con tanta voglia di vivere, di stare insieme e di amarci.

Più tardi...
-Davvero, non dovevi, potevamo cenare a casa.- dissi a Brian che era intento a scegliere qualcosa dal menù.
-Scherzi? Non è niente. Tu cosa prendi?.- mi domandò senza mai alzare lo sguardo dal menù. Sospirai, arrendendomi alle sue parole e diedi una veloce occhiata al menù, prendendo qualcosa a caso che nemmeno ricordo. Mangiammo chiacchierando allegramente, come se non ci fosse cosa più normale di quello.
Era tardi, circa le undici di sera e insieme, ancora ricoperti dal sale del mare, ci recammo al parcheggio. Salimmo in macchina e in un silenzio imbarazzante, tornammo a casa. Ovviamente entrai subito in bagno e mi infilai sotto la doccia. Lavai tutto il mio corpo dalla sabbia e dal sale marino e come sempre, mi avvolsi nel mio accappatoio. Nonostante sapessi che Brian potesse entrare da un momento all'altro nella mia stanza, indossai li il pigiama, per giunta con la porta semplicemente chiusa, no a chiave. Aspettai qualche minuto ma Brian non venne, per questo, anche se un po' confusa, aprii la finestra per far passare un po' d'aria e spensi la luce. Sprofondai tra le lenzuola del mio letto e sorrisi, ripensando alla notte precedente.
Chiusi gli occhi e in quel preciso momento, sentii un leggero venticello che prima non c'era, entrare dalla finestra e mi sentii osservata. Sorrisi, era sicuramente Brian.
-Brian, vedi che la porta era aperta, non c'era bisogno di entrare dalla finestra.- dissi divertita. Niente, non parlò e non si mosse. Cercai di chiamarlo inutilmente, finché accesi preoccupata la luce e per poco non urlai. Davanti a me non c'era Brian, ma qualcuno di totalmente estraneo e inquietante. Mi alzai di scatto dal letto e corsi verso la porta. Cercai di aprirla, ma quel che capii essere un ragazzo, mi bloccò e mi tirò verso lui. Stavo per urlare quando mi mise una mano sulla bocca, impedendomi di farlo. Mi agitai contro di lui, finché non so come, sentii le mie energie venire meno, e svenni, con il suono del mio cuore che batteva all'impazzata nel timpani.

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