Capitolo 24

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"La rabbia provata all'inizio si era trasformata in tristezza, poi era divenuta qualcos'altro ancora, una specie di apatia."

~Brian
Le accarezzai i capelli dolcemente ancora una volta e avvolsi la sua vita con un braccio, stringendola a me. Aveva gli occhi chiusi e il respiro leggero. Sapevo stesse ascoltando tutti i suoni che quell'angolo di natura le stesse regalando. Era così bella e se lo era prima, adesso era troppo bella per essere veramente mia. Si sistemò di più la testa sulle mie gambe e strofinò il naso contro la mia pancia, mostrandomi un sorriso divertito.
-Lo sai che amo i tuoi complimenti.- disse aprendo gli occhi. Sorrisi e incrociai il mio sguardo con il suo.
-Adesso che puoi leggere anche tu nella mente, devo stare attento a quello che dico.- dissi ridendo. Lei mi guardò male e mi diede uno schiaffo sulla spalla. Si alzò di scatto e guardando il lago davanti a se, afferrò la maglietta che indossava e la sfilò lentamente. Restai a guardare la sua schiena scolpita nei minimi dettagli, mentre la maglietta scivolava via piano, lasciando intravedere a poco a poco dei pezzi di pelle in più, fino a lasciarla completamente scoperta. Quando passò ai jeans, li sbottonò e li fece scivolare sulle gambe snelle e definite. Quando li gettò distanti, restai a guardare ammirato il suo sedere sodo e tondo, incorniciato dalle fossette di venere ai limiti della schiena. Slacciò il reggiseno di pizzo bianco e lo fece cadere, insieme agli slip dell'ennesimo colore e tessuto. Inghiottii la saliva, sentendo la gola secca e il sangue scorrere veloce per l'eccitazione. Entrò in acqua sensualmente, fino a farsi inghiottire tutto il busto dall'acqua. Si girò e iniziò a guardarmi, mi aspettava. Mi spogliai e lasciai a giacere sul suolo anche i miei vestiti insieme ai suoi. Entrai in acqua e la raggiunsi, abbracciandola da dietro. Sentii la sua pelle rabbrividire, ritrovandomi la sua testa sul mio petto. Baciai il suo collo, facendola sospirare di piacere e inarcare la schiena. Il suo cuore batteva forte, invaso dalle nuove e forti sensazioni che provava in quel momento. La gola iniziò a bruciare: avevo bisogno di bere, avevo bisogno di lei.

 La gola iniziò a bruciare: avevo bisogno di bere, avevo bisogno di lei

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-Fallo...- sussurrò esponendo di più il suo collo alla mia mercè. Dalla mia gola uscii un verso roco e animalesco. In un attimo la portai contro la parete rocciosa del lago, facendola sussultare piena di eccitazione. Mi avventai sulle sue labbra semi aperte, senza più paura di farle del male. Con i canini le graffiai il labbro inferiore e leccai il sangue che le scorreva sopra. Ansimò contro le mie labbra e di istinto, attaccò le sue gambe alla mia vita. Accarezzai il suo corpo, fino ad arrivare al punto in cui i nostri corpi erano avvinghiati. Tracciai un percorso tra le sue cosce e i suoi fianchi. Senza dire niente, entrai dentro di lei, cogliendola di sorpresa. Conficcò le unghie nelle mie spalle, rompendo la pelle, facendola sanguinare. Quando iniziai a muovermi, portò le sue labbra sulle mie spalle e le baciò, leccandosi le labbra sporche del mio sangue. Mi baciò per cercare di placare i suoi gemiti contro le mie labbra, mischiando il sapore del nostro sangue. Portò la testa indietro, quasi al culmine, aggrappandosi di più al mio collo. Baciai il suo seno, salendo per le sue scapole, fino al collo. Sprofondai nel suo profumo dannatamente buono e quanto sentii il piacere arrivare al culmine, la morsi con foga. Venne urlando il mio nome, godendo al mio morso.
La portai sulla terra in riva al lago e ci ritrovammo fronte contro fronte e potei guardare la sua infinita bellezza.
Ore 06:40
Guardammo il sole salire sul lago, specchiandosi in esso come uno specchio di cristallo.
-Ho sete.- disse lei imbarazzata. Le sorrisi e mi alzai, dicendo
-Hai ragione, hai bisogno di sangue fresco.- mi alzai e afferrai i boxer. Già, eravamo ancora nudi e avevamo avuto altri due round, quindi avevamo bevuto abbastanza l'uno dall'altro e adesso avevamo bisogno di rifornimento individuale. Strabuzzò gli occhi e scoppiai a ridere.
-No, non uccideremo nessuno! Ti porterò sangue di animale.- sospirò di sollievo, infilò le mutande e il reggiseno, sedendosi sul ceppo di un albero. Finii di vestirmi e le diedi un bacio casto, comunicandole telepaticamenre che sarei tornato presto.

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