Capitolo 33

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"Ho il vizio di perdermi a guardarti. Crei dipendenza, ho bisogno d'amarti."

~Ellen
Mi ero chiusa in una stanza per gli ospiti da quando eravamo arrivati, avevo semplicemente bisogno di tempo. Rivedere Brian dopo mesi e dargli la notizia è stato un colpo al cuore per me, non oso immaginare per lui.
Klaus non mi venne a cercare, sapeva che avevo bisogno di tempo, così mi addormentai con la faccia sul cuscino e la testa troppo affollata di pensieri.

Mi stiracchiai ancora assonnata e quando realizzai che nel letto con me non c'era Klaus, mi si strinse una morsa allo stomaco. Quando stavo per alzarmi per andare da lui bussarono alla porta. Klaus varcò la soglia con un vassoio pieno di ogni cosa, voleva farmi sorridere e ce l'aveva fatta. Gli dedicai un sorriso sincero di gratitudine e gli feci spazio sul letto. Posò il vassoio sulle mie gambe e mi guardò in silenzio mangiare, finché finalmente parlò
-Pensavo... che ne dici di cambiare un po' aria? So che ti piace tanto il mare, perciò avevo pensato di trasferirci per un po' in Sicilia, c'è una villa molto carina in riva al mare li.- i miei occhi si illuminarono subito e senza pensarci due volte annuii, era sicuramente la villa in cui quando ero piccola trascorrevamo tutti insieme le vacanze estive. Ormai era Settembre ma non importava, il mare d'Inverno è sempre uno spettacolo unico.
24 Dicembre
Tutto era perfetto.
L'albero e le luci riscaldavano la casa dandole un aspetto accogliente e festoso.
Impiattai il polpettone insieme alle patate e mi sedetti di fronte a Klaus. Avevo deciso di cucinare io, infondo era Natale ed era l'unica festa che vedeva uniti me e mio padre in una famiglia ormai da anni, era l'unico giorno in cui non lavorava. Avevo deciso di scrivergli per augurargli buon Natale e raccontargli delle cose che erano successe in questi mesi, avevo anche deciso di perdonarlo e presto di andare a trovarlo. Quest anno ero lontana da casa, la mia vita si era stravolta in pochi mesi ma grazie a Klaus queste feste le stavo trascorrendo benissimo.
Iniziammo a chiacchierare allegramente tra un boccone e l'altro, quando sentii un piccolo calcio provenire dal pancione. Lo accarezzai sorpresa, mentre Klaus mi guardò preoccupato
-Stai male?- mi domandò abbastanza allarmato. Sorrisi a quella sua iperprotettività e negai con la testa
-No, sta semplicemente mangiando e si muove tantissimo- dissi pacatamente, tranquillizzandolo. Si calmò e continuammo a mangiare, finché a fine serata, verso mezzanotte, mi bendò e mi portò in terrazza. Rimasi meravigliata quando vidi una piscina fumante sotto le stelle.
-Spero che questo piccolo regalo ti piaccia...- sussurrò abbracciandomi da dietro. Annuii euforica ma subito dopo la mia euforia sparii, infatti calai subito lo sguardo verso i miei piedi. Klaus mi guardò accigliato e con una mano portò con dolcezza il mio sguardo verso di lui e mi guardò talmente profondamente da entrarmi nell'anima.
-Tu non potrai mai smettere di piacermi.- disse con voce bassa e graffiata. Era da un po' infatti che non avevamo quel tipo di intimità a causa del mio essere insicura con l'andare avanti della gravidanza. Ingoiai la saliva sentendo la gola sempre più secca e stetti in silenzio a guardarlo, non sapevo che dire o fare. Si avvicinò lentamente alle mie labbra, come un predatore affamato. Quando mi baciò non potei resistere a quella dolce tortura e allacciai le braccia al suo collo. Ancorò le mani al mio vestitino rosso e abbassò la cerniera, e glielo permisi. Si fermò un attimo solo per squadrarmi da capo a piedi con una scia maliziosa in viso. Decisi di svestirlo anche io e senza accorgercene ci ritrovammo nudi dentro la piscina d'acqua calda. Non ci staccammo nemmeno un attimo per prendere fiato, eravamo affamati gli uni degli altri. Eravamo due corpi che si volevano e si esploravano con carezze furtive e piene di parole silenziose, e due menti che si amavano.

 Eravamo due corpi che si volevano e si esploravano con carezze furtive e piene di parole silenziose, e due menti che si amavano

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-Mi sei mancata più dell'aria stessa.- disse sulle mie labbra prima di entrare in me, mozzandomi il fiato. Con delicatezza si spinse in me ma con assoluta ritmicità. Ansimai debolmente e inarcai la schiena, invitandolo a continuare.
Mi erano mancate le sue mani su di me, le sue labbra che mi chiamavano mentre era in preda al piacere, i suoi baci pieni di ardore, le sue spinte che facevano scontrare i nostri bacini; mi era semplicemente mancata la nostra intimità, i nostri momenti.
Ancora alcune spinte e venni stringendomi alle sue spalle e annaspando in cerca di aria. Quando anche lui venne sorrisi ancora con il cuore che batteva all'impazzata e lo baciai.
Questa era la vita che avevo sempre sognato: amata ogni giorno.

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