~Ellen
Mai avrei immaginato tutto questo. Dopo tre anni dal mio ritorno a casa erano successe ancora più cose di quante immaginassi. Brian aveva deciso di sposarsi e di rifarsi una vita con quella donna, che mi presentò e scoprii si chiamasse Paola; aveva origini Spagnole ma era nata in Belgio. Adesso erano sposati da quasi un anno e progettano una famiglia insieme.
Guardai Klaus che dormiva al mio fianco e sorrisi; ormai non potevo immaginare la mia vita senza di lui e... nostra figlia. Le accarezzai la manina mentre mi guardava in silenzio, con quegli occhietti vispi e cristallini. Era con noi già da cinque mesi ormai, ed era la nostra gioia più grande; il suo nome era Victoria, come la grande regina d'Inghilterra. Il suo nome significava per noi il piccolo miracolo che era, la nostra vittoria. Dopo tutto quello che avevamo passato, questa creatura così bella e fragile aveva portato tanta luce nella nostra vita, unendoci in una famiglia fantastica.
Ogni volta che la guardo non penso ad altri che a mio padre, che ci aveva lasciati un anno fa per un tumore. Non potrò mai dimenticare quello che disse prima di morire:
-Nella vostra vita a colmare il vuoto che sto lasciando io, arriverà una bellissima bambina, talmente bella da sembrare una regina e sarà la vostra vittoria.-
Ecco da dove è nato il suo nome. È arrivata all'improvviso in un momento davvero brutto per me e Klaus, soprattutto per me.
Riccardo e Leonardo invece crescono a vista d'occhio, presto infatti compiranno sei anni e andranno in prima elementare. Amano loro sorella e ne sono estremamente gelosi, anche se tra di loro non si fanno problemi per accudirla e lo fanno insieme.
Klaus si sveglia e si precipita sulle mie labbra con un dolce sorriso, dicendo subito
-Buongiorno amore mio.- la sua dolcezza era sempre disarmante, e oggi come oggi lo era ancora di più. Era felice, si vedeva, era semplicemente la vita che desiderava da sempre questa. Ricambiai il bacio e mi alzai in fretta quando sentii la piccola iniziare a lamentarsi. La portai in braccio in cucina e le preparai il latte, aspettando Klaus che mi raggiunse in cucina.
Subito mi abbracciò da dietro e mi sussurrò all'orecchio
-Oggi è un giorno speciale, lo sai vero piccola?- la sua voce roca arrivò al mio orecchio come un richiamo, facendomi rabbrividire; ovviamente lo sapevo che giorno era oggi. Festeggiavano il nostro anniversario, tre anni per la precisione ed era anche il mesiversario di Victoria, proprio oggi compiva cinque mesi. Oggi era il 24 Marzo, un giorno importante per tutti.
Gli diedi un bacio veloce e diedi il latte alla bimba, che lo bevve tutto in fretta. Consegnai Victoria a Klaus e corsi in bagno a prepararmi; nonostante fosse un bel giorno io dovevo lavorare, adesso amministravo l'azienda di mio padre e avevo molte responsabilità. Guardai l'orologio, erano le nove. Scesi ormai pronta di casa e salutai i miei amori più grandi e a malincuore li salutai.
La riunione per la nuova collezione delle auto era alle dieci e per pranzo sarei dovuta essere già a casa. Entrai in macchina e partii, mi aspettava una lunga giornata.Uscii da quella maledetta stanza delle torture, nonché la sala riunioni, e quardai il mio orologio. Cazzo! Erano le cinque. Come al solito c'erano stati i soliti problemi superficiali che mi avevano tenuta costretta li. Chiamai Klaus dispiaciuta per dirgli che avevo finito adesso ma quello che mi disse mi lasciò davvero senza parole
-Sono bloccato per strada, mi si è fermata la macchina più di mezz'ora fa e il carro attrezzi non sarà qui prima delle sette. Mi vieni a prendere?- domandò con voce nervosa. Ci mancava solo questa! Che giornata orribile. Sospirai e ovviamente gli dissi di si, facendomi dare la posizione esatta di dove fosse.
Mi misi in macchina e in circa venti minuti arrivai, posteggiando nel primo posto che trovai. Mi guardai intorno e di lui e della sua macchina nemmeno l'ombra; e se si fosse sbagliato? Mi ricredetti quando all'improvviso sentii la sua voce chiamarmi alle spalle. Mi girai e lo guardai confusa, sembrava estremamente calmo adesso e della macchina nemmeno l'ombra.
-Klaus ma...- dissi venendo subito interrotta da lui
-Era una cazzata per farti venire qui, ho una sorpresa per te.- disse porgendomi la mano. Un po' confusa lo seguii all'interno dell'edificio che avevamo davanti. Salimmo con l'ascensore fino all'ultimo piano del palazzo, il ventunesimo.
Mi ritrovai su una terrazza grandissima, adornata di rose rosse e candele bianche, che formavano una scritta per terra. Mi concentrai su di essa e unii insieme le lettere per formare una frase. La lessi e quasi le gambe mi cedettero "mi vuoi sposare?" Recitavano proprio queste parole che tanto avevo aspettato ma mai sperato di sentire. Mi girai verso Klaus che ormai non sentivo più parlare e lo guardai con la bocca aperta e le lacrime agli occhi. Era in ginocchio davanti a me e tra le mani aveva un rubino rosso scarlatto che teneva in un cofanetto di camoscio nero. Ancorai i miei occhi ai suoi e dalla sua bocca uscirono le stesse parole che avevo letto, ma dette da lui erano come una delle canzoni più belle al mondo
-Mia piccola Ellen, mia compagna e grande amore di vita, mi renderesti finalmente in modo assoluto l'uomo più felice al mondo sposandomi?- subito scossi la testa in un movimento quasi automatico e repentino e annuii, sussurrando un semplice si pieno di emozione. Il suo viso si illuminò e mi sorrise a trentadue denti, infilando l'anello al mio dito. Si alzò svelto e mi portò tra le sue braccia, sollevandomi da terra e girando su se stesso. Lo baciai, mi baciò, restammo così in silenzio, promettendoci una vita insieme fatta di felicità, tristezza, condivisione, fiducia e soprattutto promettendoci amore, puntando ad una vita nuova, una vita insieme...The end
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Blood Attraction
Fantasy*SCENE DI SESSO ESPLICITE* Ellen è una ragazza di diciotto anni. Il padre, un noto imprenditore e fondatore di una famosa marca di auto sportive, si occupa di lei. La madre purtroppo è morta dieci anni fa, lasciandola sola ancora troppo piccola. È l...