Capitolo 30

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"Tu sei arte, e l'arte non è fatta per essere bella, è fatta per provocare emozioni come quelle che mi lasci nel cuore ogni giorno."

~Ellen
Era il giorno del ballo, quello a cui mi aveva inviata Klaus cinque giorni fa dopo avermi raccontato di mio padre. Chi si sarebbe aspettato che ci sarei andata, per giunta con lui?
Guardai con un sorriso sincero di gratitudine la grande scatola nera con un grande nastro rosso scuro e ci passai una mano sopra. Klaus mi incitò ad aprirlo e dentro ci trovai un abito fantastico. Lo tirai fuori e rimasi a bocca aperta mentre lo esaminavo attentamente: era lungo e a sirena, con dei ricami di strass su tutto il tessuto pregiato. Lo adagiai delicatamente sul letto e girandomi verso di lui dissi
-Se prima non ero sicura di voler venire stasera, adesso sono proprio sicura di volere accompagnarti con quest abito addosso!- esclamai entusiasta abbracciandolo. Non avevo mai partecipato a feste così eleganti, mi ero sempre rifiutata di accompagnare mio padre.
-Bene, allora preparati perché tra due ore l'autista sarà già sotto casa.- disse staccandosi dall'abbraccio. Gli diedi un dolce bacio e annuii, lasciandolo con lo sguardo finché uscì dalla mia stanza. Si ho detto "mia" perché me ne ha data una dove tenere i miei vestiti, anche se dormiamo insieme. Bhe la maggior parte delle ore non dormiamo, ma sono dettagli. Sono già tre giorni che sono a casa sua e sono pienamente consapevole del fatto che ho ancora molti casini da risolvere.
Mi truccai attentamente con uno Smokey eyes nero e una tinta labbra opaca dello stesso colore del vestito. Non misi fondotinta, la mia pelle sembrava di porcellana già senza. Tirai su i capelli in una crocchia ordinata che lasciava scoperto il collo con due ciuffi lasciati cadere sulle guance.
Guardai l'orologio e sobbalzai, ci avevo messo un'ora e mezza per davvero? A quel punto indossai svelta l'abito che chiusi con un po' di difficoltà e le décolleté nere per richiamare il trucco.
Quando Klaus entrò nella stanza erano già le nove. Mi squadrò da capo a piedi e sul suo volto si formò un sorrisetto di apprezzamento. Lo guardai avvicinarsi dallo specchio con una collana di perle in mano e una volta alle mie spalle, me la mise, sfiorando il mio collo diafano intenzionalmente ad ogni movimento.
-Adesso sei assolutamente perfetta.- sussurrò al mio orecchio con sensualità, facendomi rabbrividire. Mi prese per mano e mi portò giù, dove la macchina ci stava aspettando.
Il tragitto non durò più di venti minuti e quando arrivammo, ci ritrovammo davanti un vero castello circa del 1300. Un'espressione di sorpresa nacque sulla mia faccia. Klaus uscii per primo, aprendomi lo sportello dell'auto. Afferrai la sua mano sorridendogli e insieme entrammo dove sapevo che la mia nuova vita stava per iniziare.

Ero nel panico anche se mantenevo la compostezza davanti a tutti. Era da circa un'ora che la gente nella sala veniva da me a presentarsi senza sosta e ormai avevo un sorriso sul viso più finto di tutte le persone che mi si mostravano amiche in quella sala. Stavo attaccata perennemente al braccio di Klaus in cerca di sostegno che lui mi dava dall'inizio della serata. Gli uomini mi guardavano come se fossi una bistecca al sangue e le donne con invidia. I brusii cessarono quando un uomo e una donna che sembravano avere non più di trent'anni, fecero il loro ingresso in sala.
Tutti abbassarono la testa in segno di saluto e rispetto, mentre io guardavo Klaus confusa. Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò
-Lui è il capo del consiglio insieme alla moglie.- ascoltai non distogliendo lo sguardo da loro mentre si avvicinavano a me. Provai rabbia, solo quello; loro avevano obbligato Klaus a rendermi un vampiro. Quando mi furono davanti l'uomo mi guardò come se mi stesse analizzando anche l'anima, mentre la donna mi sorrise solare e contro ogni logica terrena mi venne ad abbracciare calorosamente, come se fossimo amiche di vecchia data. Mi sforzai di sorriderle e di non prenderla per pazza.
-È un piacere conoscerti cara, io sono Elisabeth, la moglie di questo tipo burbero.- disse lei sorridendo raggiante, indicando l'uomo accanto a lei. L'uomo alzò gli occhi al cielo e disse
-Non ti stacco la testa solo perché siamo in pubblico.- lei sorrise e si attaccò al suo braccio e gli sussurrò all'orecchio
-Dovresti dire che non mi stacchi la testa perché mi ami tanto e ti piace farmi tua quando siamo soli a casa.- a quel punto l'uomo si strozzò e quasi non diventò rosso dalla vergogna. Io e Klaus ci guardammo quasi scoppiando a ridere ma ci trattenemmo.
-Bene tornando a noi... io sono Alexander e vorrei principalmente scusarmi direttamente con te. Purtroppo io e gli altri membri del consiglio siamo dovuti ricorrere a questi metodi perché si sono susseguiti degli eventi che c'hanno messo con le spalle contro il muro. Non è il momento ne il luogo dove parlarne.
Cara! Che ne dici di portare Ellen in giro per il castello? Magari falle visitare la biblioteca; spero ti piacciano i libri.- disse liquidandomi talmente in fretta che seguii stordita Elisabeth che mi tirava non so dove. Nel breve tragitto non spiccicai una parola, ma guardai Elisabeth e pensai a quanto sembrasse giovane, ma già dal nome e dal fatto che fosse un vampiro, capivo che sicuramente aveva anni se non secoli alle spalle.
Arrivammo in una stanza enorme, abitata interamente da grandi scaffali pieni di vecchi libri polverosi e da copertine consumate. Mi guardai un po' intorno, finché Elisabeth disse con disinvoltura
-Questa è la mia stanza preferita fin da quando sono venuta ad abitare al castello circa sei secoli fa.- quasi non urlai dopo aver sentito "sei secoli" e cercai di calmarmi.
-So che ti sembrerà tutto nuovo e troverai difficile abituarti, ma se vuoi puoi sfogliare qualche vecchio libro per colmare i tuoi dubbi.- disse sedendosi sul grande tavolo rettangolare di legno a guardarmi. La ringraziai e un po' esitante girai per gli scaffali, passando le dite tra le copertine del libri. Uno attirò la mia attenzione, il suo titolo era: le cinque domande più frequenti. Sembrava nuovo, massimo stampato qualche anno fa. Lo aprii e iniziai a leggere:

Capitolo numero 1
Come capire il proprio apparato riproduttivo.

Corrucciai la fronte e chiusi il libro, leggermente imbarazzata. Sentii una risata flebile e aggraziai dietro di me, che costatai fosse quella di Elisabeth. Mi venne incontro e prese il libro. Lo rigirò tra le mani e disse con rassicurazione
-Non c'è niente di cui vergognarsi cara Ellen. Credo che infondo tu te lo sia chiesta già prima di oggi. I vampiri ci mettono di più a concepire, figurati che una volta all'anno, solo per un giorno, hanno la possibilità di concepire. Questo fino ad una certa età, almeno nelle donne. Non saprai mai esattamente quando è quel giorno dell'anno, ma quando aspetterai un bambino purtroppo starai male. I vampiri non stanno mai male, tranne le donne che avranno gli stessi sintomi degli umani come vomito, stanchezza e fame esagerata durante la gravidanza. La gestazione dura sempre nove mesi e... basta, non c'è nient'altro da dire.- spalancai la bocca visibilmente a disagio. Quando la porta si aprii, ringraziai il cielo e andai verso Klaus che mi disse
-È ora di andare piccola.- annuii e salutai Elisabeth che venne subito dopo affiancata da suo marito Alexander.
Una volta in macchina mi presi di coraggio e dissi a Klaus
-Elisabeth mi ha parlato di bambini e insomma, da oggi credo che dovremmo stare attenti. Non voglio un figlio, non sono pronta.- mi sorrise e mi accarezzò la guancia, rassicurandomi.
Arrivammo a casa e stanca, andai a letto.

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