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"Cara Lucinda,
Sono felice di sapere che Sirius stia bene. Solo un consiglio: stai attenta. So che non vale molto, ma vorrei che lo ascoltassi. Non fare l'eroe.
Remus."
"C'era davvero bisogno di ricordarmelo, Remus? Sei tu quello impulsivo, non io." Borbottò la ragazza, parlando da sola.
"Tutto bene, Malfoy?!" Esclamò Elise, dal bagno dove si stava preparando per la cena.
"Sì, sì! Stavo solo pensando" Lucinda era già pronta da un pezzo: con un incantesimo aveva riordinato i capelli e si era cambiata i vestiti nel dormitorio. Doveva solo fare i suoi bisogni fisiologici e sarebbe potuta scendere. Se solo Elise si fosse sbrigata.
"Quando vuoi, io dovrei entrare!" Urlò, per far capire la sua fretta.
"Santo Cielo, ragazza, stai calma! Scommetto che tu non sei ancora pro..." le parole morirono in bocca ad Elise, che si era bloccata sulla porta del bagno scrutando Lucinda da capo a piedi. "Per la barba di Merlino, Malfoy, dove hai trovato quel vestito?"
"Ho trasfigurato un'uniforme, a dire il vero" ammise la ragazza.
"Sì, certo, come no!" Ironizzò la compagna.
"Devi credermi, Elise! Controlla, avanti!" Con circospezione, la ragazza si avvicinò all'armadio di Lucinda, prese l'altra veste che si trovava al suo interno e mormorò l'incantesimo «Revelio». Subito, il colore -prima un tenue grigio- si fece più scuro, le perline che ornavano la scollatura scomparvero e il tutto lasciò il posto ad un'uniforme di Hogwarts con i colori di Serpeverde.
"Dannazione! Come hai fatto a fare un lavoro così bello!"
"Tanta pratica, più che altro. I primi vestiti che ho provato a trasfigurare si sono rimpiccioliti, allargati, oppure sono venuti fuori a macchie colorate. Per farli ritornare alla loro forma originale mi ci è voluto più tempo del previsto, alcuni non sono tornati del tutto normali." Disse lei entrando nel bagno e uscendone poco dopo pronta per mangiare.
"Andiamo, o ci perderemo la cena." Da un paio di anni a quella parte, era concesso ai ragazzi del settimo anno di recarsi a cena con normali vesti da mago, senza vestire l'uniforme, per cui molti studenti non vedevano l'ora di poter usufruire di questa regola.
Quando entrarono in Sala Grande, gli occhi di tutti i presenti si spostarono sul vestito verde smeraldo ricoperto di strass di Lucinda, che in quel momento avrebbe voluto scomparire, e su quello arancione tenue col pizzo di Elise. Quest'ultima si recò al suo tavolo a testa alta, mentre la prima teneva lo sguardo piantato a terra per non far vedere a tutti che le guance le stavano andando a fuoco.
"Come siamo belle, oggi." Gongolò Stephen Reeds, rivolgendosi alle due ragazze che si erano sedute di fronte a lui.
"Giuro che questa è l'ultima volta che ti aspetto." Disse Lucinda rivolta ad Elise in un sussurro adirato, ignorando il commento dell'altro. "Che figuraccia abbiamo appena fatto!" Piagnucolò continuando a sussurrare.
"Se siamo messe così male, mi spieghi perché Troy Elod non riesce a toglierti gli occhi di dosso?" Chiese Elise con voce leggermente divertita. Reeds contrasse la mascella per la rabbia e per poco non si soffocò col cibo che aveva in bocca. Lucinda nel frattempo si girò di scatto, forse troppo velocemente, perché Troy si accorse del suo movimento e distolse lo sguardo, riportandolo timidamente su di lei pochi istanti dopo. Lei alzò una mano in un saluto appena accennato e tornò a concentrarsi sul cibo che le stava davanti. Quando la cena fu finita la ragazza si recò in giardino a passeggiare prima che venissero chiuse le porte della scuola e lì si fermò ad ammirare la luna piena che era sorta in cielo.
"Ah povero Remus!" Esclamò dopo essersi accertata che nessuno fosse nei paraggi.
"Remus? Remus Lupin?" A quanto pare non aveva controllato a sufficienza, perché Troy sbucò da un angolo buio. "Allora è vero che siete amici."
"Ah, ciao, caro. Sì, stavo pensando a lui, ma, se non ti dispiace, non voglio parlarne, adesso."
"Andiamo, Malfoy. Io voglio solo essere cortese."
"Uscendo da un angolo buio dopo avermi pedinata e facendomi prendere un bello spavento non mi sembra il modo migliore per essere cortese." Puntualizzò la ragazza.
"Dimmi allora, come posso farmi perdonare?" Disse il ragazzo avvicinandosi a Lucinda. Lei non l'avrebbe mai ammesso a nessuno, ma quella vicinanza non le dispiaceva.
"Te l'ho già detto. Lasciami in pace." La sua voce non era più dura e sulla sua faccia era comparso un ghigno.
"Va bene, ma io ho un'altra soluzione." Detto questo lui si chinò per far coincidere le sue labbra con quelle della ragazza. Restarono in quella posizione per qualche secondo, poi ripresero fiato. "Mi hai perdonato perla mia precedente invadenza, ora?"
"Direi proprio di sì, Troy."
"Ehi, ho una proposta per te. So che manca ancora molto, ma posso contare di essere tuo accompagnatore per le gite ad Hogsmeade?"
"Certo, va bene." Rispose lei con un sorriso.
I due si diedero di nuovo un lieve bacio e poi rientrarono, salutandosi definitivamente sulla porta delle diverse sale comuni.

Lucinda Malfoy: la fenice e l'ordineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora