Mi alzai alle 7:00. 7:00? Oh no sono in ritardo,pensai. Scesi dal letto velocemente e afferrai le prime cose che mi capitavano fra le mani.
Un maglione semplice nero e dei jeans non erano niente male come scelta,da accompagnare le mie solite Dr. Martens.Era inverno e il freddo era gelido. Una matassa di neve bianca ricopriva le strade e i prati,anche gli alberi non erano più riconoscibili. Calpestai la neve candida e morbida e ad un tratto mi sentii spensierata,proprio come 8 anni fa,quando ero piccola.
Entrai in classe e presi appunti. La mano mi fece un male da morire e ad un certo punto smisi di scrivere. Finii la mia ora di inglese ed era l'ora di cambiare classe ed entrare in quella di storia.
Uscita dalla classe incontrai Aaron che mi venne incontro dicendomi...
-Ehi.- mi fece un sorriso.-Ehi.-mi irrigidii.
-Mi dispiace per ciò che ti sta succedendo e voglio rimediare.- Aaron Carpenter vuole rimediare la mia situazione sociale?
-E come?- chiesi perplessa
-Ti va di venire alla mia festa sta sera ?Sei invitata.- posò una mano sulla mia spalla in segno amichevole.
-Perchè dovrei accettare?- chiesi
-Dai ti prego.-
-Va bene.- non sapevo dire di no e quindi accettai.
Ero rimasta allibita dal suo invito,non credevo di essere accettata da una persona che aveva compassione di me.
Sapevo che mi sarei divertita,che avrei fatto nuove amicizie. Che sarei accettata dal gruppo e che avrebbero posto fine a tutte le loro botte.Sarei diventata una Josephine nuova,cambiando il mio carattere. Non ve devo l'ora che arrivasse sera,in modo che potessi scegliere il mio abito per l'evento.
Durante l'intervallo rimasi da sola ma ero comunque felice,non ero mai stata a un party e finii per mangiare tutto ciò che era posto sul vassoio. Forse era l'emozione a manifestare questo comportamento.
Tornata a casa mi affrettai verso le scale,ma la voce di mia madre mi fermò.
-Non mangi?- chiese preoccupata.
-No.- scuotevo la testa in segno di disapprovazione. Continuai a salire le scale e chiusi la porta della mia stanza. Spogliai tutto il mio armadio in cerca di un capo perfetto e alla fine lo trovai. Un abito aderente a mezze maniche nere che arrivava poco più al ginocchio.
Avevo già un paio di scarpe col tacco nere che mi erano state regalate per il mio quindicesimo,ma non avevo mai avuto l'occasione adatta per indossarle e questa doveva essere quella perfetta.
Presi la mia giacca di pelle e dissi a mia madre che sarei andata a una festa organizzata da una sola amica,ma si sapeva la dura realtà. Lei ci cascò e io me ne andai tranquillamente fuori da casa.
Conoscevo la casa di Aaron Carpenter e non era poi così distante. Erano due o tre isolati. La riconoscevo dalla musica a palla e dalla marea di gente intorno alla casa. Mi immersi tra di loro e cercai Aaron per chiacchierare con lui,non riuscii a trovarlo.
La sala aveva degli effetti color viola grazie al neon e tutto rendeva un'atmosfera stratosferica. Mi scatenai in mezzo alla folla ballando come loro,fino a quando non vidi Aaron parlare con Nash e il suo gruppo,perciò mi fermai e mi diressi verso di loro.
-Ehi.- dissi intimidita.
-Ehi sei venuta!- esultò Carpenter e Nash rise.
-Sono contenta di trovarmi qui,è spettacolare.- osservai lo splendore generale.
-Mi fa piacere.- restammo a chiacchierare per un pò di tempo fino a quando si sentirono il tintinnio dei bicchieri.
-Ragazzi!Ragazze! Voglio brindare a Webber,perchè è venuta alla nostra festa,ed è per noi una grande sorpresa.- ebbi un tuffo al cuore per quel discorso e rimasi felice. Lui tese una mano e io la afferrai e mi fece salire sul tavolo , difronte a tutti.
-E...uno...due...tre!- Aaron fece scendere improvvisamente il mio vestito giù e rimasi scossa,tutte le persone dirette verso di me mi guardavano spogliata. Mi rivestii velocemente e me ne scappai.
Era un brutto scherzo,un pessimo scherzo. Non credevo che sarebbero arrivati a questo punto. Scappai verso il giardino e cadetti a terra. Piansi così tanto per la vergogna,l'imbarazzo,una figuraccia mai avuta.
Tutti avevano visto il mio corpo con solo l'intimo. Avevo fatto amicizia con Aaron pensando che fosse un buon amico,dato il suo atteggiamento gentile e generoso.
Non volevo essere vista da tutti,volevo scappare e andarmene dritta a casa e restarci per tutta la vita. Schifosa. Lurida puttana.-È solo un bastardo.-sentii una voce dietro di me e mi voltai immediatamente. Era Shawn Mendes,uno dei migliori amici di Cameron Dallas. Si avvicinò lentamente e avevo il timore che potesse sfiorare la mia pelle e indietreggiai.
-Non avvicinarti.-dissi spaventata. Lui portava le mani alle tasche dei jeans e assumeva un'aria particolarmente tranquilla.
-Perchè?- mi chiese perplesso. No,ti prego non lo fare.
-Tutti quelli che si avvicinano a me,mi fanno del male.- presi un fazzoletto e me lo portai al naso,mentre lui abbassava la testa.
-Non sono intenzionato a farti del male.- il fazzoletto era diventato sporco e lui tese la mano e me ne regalò uno.
-Grazie.- lo ringraziai con un piccolo sorriso fra le labbra per la sua gentilezza. Se non era intenzionato a farmi del male,perchè era qui?
-Lo so,che dopo quella figura non vuoi entrare dentro,ma vuoi lo stesso entrare?- mi chiese. No,non voglio entrare Shawn.
-No,voglio tornare a casa.-gli dissi tra le lacrime.
-Ok. Ci vediamo.- mi salutò. Era lui il cantante di Summertime Sadness e aveva una bellissima voce.
Tornai a casa e accesi la luce della mia stanza. La luce era gialla e illuminava la stanza,nonostante il buio cercasse di oscurarla. Io mi limitai a stendermi sul letto e ad addormentarmi. Shawn in qualche modo mi aveva rassicurato. E io gliene ero grata.
To be continued...
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Bad Reputation » Shawn Mendes
FanfictionLa vita fa schifo. Non ha senso. E poi arrivi tu. E tutto ha un senso. "Non mi importa cosa gli altri dicono di te,tutto quello di cui ho bisogno sei tu." "Shawn,ti prego,sono troppo per te!" "Non sei troppo per me, e se non ti ho,non lo sarai mai...