28.

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Josie's Pov
-Shawn...-sentii il calore familiare della mano del mio ragazzo. Era lui,era Shawn. Perche sta piangendo? Misi a fuoco tutti i ricordi del perchè mi trovai stese su in letto. La macchina. L'autista. Non potevo crederci. Non potevo crederci che Cameron mi avesse investita.

-Josie.-le sue mani calde mi sfiorarono le guance e gli diedi un bacio.

-Chi è stato?- mi chiese.

-Come sarebbe...- fui perplessa.

-Chi è stato a farti questo?-

-Cameron. Cameron mi ha investita.- gli ammisi e a quel punto lo sguardo di Shawn fu arrabbiato. Era su tutti i nervi,diede un calcio al tiretto che si trovava accanto al mio letto e resistette all' urlo per non sentire il dolore.

-Non posso credere che quel coglione ti abbia fatto questo. Giuro che lo prendo a pugni.- si strinse i pugni con il suo sguardo rabbioso.

-No,Shawn. Non voglio che combini casini per me. Non voglio che il preside ti nomina espulso.- gli sfiorai una mano. Non volevo che lui lottasse per me,aveva già fatto e risultato? Rimase ancora la bella persona che conoscevo. Shawn Peter Raul Mendes era il ragazzo più dolce  e leale che io avessi mai conosciuto.

-Ma lui ti ha fatto questo e non deve
averla vinta!- non si arrese. Questa era il Shawn che mi venne incontro alla mensa,nonostante io mi sentissi disperata e confusa.

Dopo due settimane mi avevano dimesso e rimasi a casa per due giorni. Il giorno seguente ritornai a scuola,la mia orrenda vecchia scuola. Varcai la porta e ritrovai la solita folla che cambiava classe continuamente. I bisbigli,i sussurri che si scambiavano erano il tipico suono della scuola e non la campanella con il suo tintinnio.

Entrai in classe e le ragazze risero di me,forse dei miei piccoli lividi in volto. Una mano mi accarezzò la schiena,era Shawn. A un tratto le ragazze smisero di ridere e osservarono lui, osservarono le nostre mani incrociate e compresero tutto. Io e lui eravamo fidanzati.

Qualcuno urtò la spalla di Shawn e notai bene chi fosse: capelli castani,pelle ambrata e alto quanto lui. Era Cameron. Ero spaventata dalla sua presenza,temendo che in classe ci sarebbe stato un altro attacco. 

Shawn serrò le mascelle e le sue mani si formarono in stretti pugni. Gli accarezzai la spalla e lui si tranquillizzò e incrociò il suo sguardo verso il mio. Improvvisamente il viso era come quello di un cucciolo ferito,troppo innocente e io gli stampai un bacio veloce. Ci dividemmo alle nostre posizioni  e attendemmo che il prof arrivasse.

-Ah! Bentornata Webber, vedo che ti sei ripresa.- mi fece un sorriso il prof Williams. E io ricambiai.

Le lezioni volarono velocemente fino a quando non si arrivò alla mensa e lì nasceva la mia paura peggiore, il fatto di veder Cameron tra i paraggi.

Cameron si sedette al mio tavolo e cercai con lo sguardo quello di Shawn,ma non era in giro,forse era in ritardo.

-Ben ritornata Josie,la mia fidanzatina preferita.-alzò un sopracciglio e io rimasi paralizzata,non seppi cosa dire o fare,così mi alzai ma lui mi fermò e mi rimise a sedere.

-Non scappare così  presto. Non ti farò mica del male.- mi sfiorò un braccio.

-Togli quelle schifose mani da lei!-  Shawn era arrivato in tempo,ma non desideravo che tra lui e Cameron ci fosse lotta.

-E perchè? Potrei anche fare di più...- gli sussurrò all'orecchio, e il ragazzo moro si fece prendere da uno scatto d'ira e gli sferrò un pugno e lo spintonò. Cameron cadde a terra,facendo una capriola sul mio tavolo. Shawn salì sul tavolo e lo raggiunse per sferrargli altri  pugni.

-Basta Shawn!-'mi avvicinai per allontanarlo,ma la rabbia prese il sopravvento. Continuò a picchiarlo fino a farlo sanguinare.

-Basta! Mendes di nuovo?! Veramente basta! Sei espulso per tre giorni per la tua condotta aggressiva.- intervenì il preside e riafferrò Cameron e lo portò in infermeria.

-Ti avevo detto basta.- gli sussurrai,la sua mano si posò sulla mia guancia e le nostre fronti erano unite. Chiudemmo entrambi gli occhi e la vicinanza fece il suo effetto.

-Come trascorrerai le tue piccole vacanze?- eravamo usciti da scuola e ci incamminato verso casa.

-Penso che resterò a casa.- disse tenendo le mani nascoste nelle tasche dei suo jeans.

-Capito. Siamo arrivati.- mi avvicinai verso casa mia,lui superò la sua,ma si era offerto gentilmente di accompagnarmi.

-Come farai con la tua condotta?- chiesi.

-Non m'importa.- disse alla fine.

-Perchè tutto quello di cui hai bisogno sono io.- la sua testa inclinata verso il basso si alzò e mi sorrise contento.  Lui ritornò indietro lasciandomi soddisfatta della sua presenza,sperai di vederlo durante la domenica. I suoi giorni da espulso erano venerdì,sabato e domenica.

To be continued...

Bad Reputation » Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora