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Mi svegliai verso le 6:30,compresi che orario perfetto per alzarsi e fare una buona colazione. Infilai un cardigan di lana sulle mie spalle e scesi le scale.

Mia madre era mezza addormentata e indossava la sua vestaglia e passava il caffè nella tazza.

-Buon giorno tesoro.- non mi accolse calorosamente a causa del sonno,ma era un augurio abbastanza prezioso.

-Ciao mamma.- le dissi semplicemente e mi sedetti a tavola e aspettai il caffè.

Una volta bevuto,non mi affrettai per dirigermi a scuola,ma bensì feci tutto lentamente.

Lasciai i capelli lisci,indossai una maglia bianca a maniche corte,una gonna a quadri nera e una giacca di pelle,con delle calze nere e delle stringate nere.

Decisi di non prendere l'autobus,perchè non sarei stata capace di respirare l'aria di come quando si respira camminando. 

Percorsi il tratto da sola,camminando sui marciapiedi frastagliati e respirai l'aria gelida. Osservai le case illuminate dal lieve bagliore dell'alba,roseo e celestino. Osservai le strade grigie formate da strati ,uno sopra l'altro.

I drogati,gli zingari e i barboni dormivano o percorrevano dicendo parole insensate. Tutto questo si verificò verso le 7:00 del mattino.

Arrivai a scuola verso le 7:45. L'edificio non era brillato dal sole,ma da un'ombra scura che gli privava il colore marrone delle sue mattonelle. Presi fiato,un leggero fiato,prima di affrontare ciò che stava per accadermi.

Le persone. La scuola . Lo studio. Entrai nell'edificio. Vidi il corridoio oscurato e gli armadietti non brillavano di luce propria,era un immagine da film horror. Entrai nella mia classe,ancora isolata e cominciai a leggere il mio libro preferito,l'unico che Chelsea non era riuscita a bruciare.

Era Fallen di Lauren Kate,ammiravo veramente la personalità di Luce e Daniel doveva mostrarsi gentile fin dal primo momento,ma sapevo che provava un profondo sentimento per lei.

Man mano giunsero gli altri e io lo chiusi immediatamente,per timore di non essere scoperta.

Verso le 8:00 secondo il mio orologio nero,tutti erano in classe e il professore spiegava e io prendevo appunti.

Ad un certo punto una pallina di carta spuntò sul mio banco e io la ricomposi nella sua forma e lessi "Io e te dobbiamo fare un discorsetto. -Chelsea"

Chelsea voleva parlare con me e non prometteva nulla di buono. Cercai di ignorare l'invito e lo buttai nel cestino,subito dopo vidi lo sguardo furioso della ragazza.

Mi irrigidii e tornai al mio posto. Continuai a prendere appunti per le prossime tre ore,fino a quando non arrivò l'ora dell'intervallo.

Credevo di essere salva,di non avere a che fare con Chelsea,ma una mano mi afferrò per la giacca e mi spintonò al mio armadietto.

-Quindi sei stata tu a rovinare la mia festa. Conoscevi il mio indirizzo e sei stata tu!- mi urlò all'orecchio.

-Non sò di cosa stai parlando.- dissi con la guancia spiaccicata alla porta del mio armadietto.

-Me lo ha detto Zoella e di lei mi fido.- mi gettò a terra e mi tirò forti calciate al petto,fino a lasciarmi un' impronta alla maglietta.

Continuò a martellarmi fino a quando non suonò la campanella. Sentii dei dolori lancinanti nello stomaco e pian piano mi tirai sù.

-Che ci fai qui Webber? In classe!- mi urlò il professore di inglese e vide che ero l'ultima a entrare nella classe.

Le ore continuarono e non riuscii a scrivere,perchè provavo un dolore alla mano e non mi era stato possibile scrivere ,perciò ascoltai tutto con le mie orecchie.

Le ore finirono e tornai in casa,capivo che la mia unica medicina per rimediare a queste ferite non erano i farmaci appositi, ma la musica.

Infilai le mie cuffie bianche e ascoltai Nightmare degli Avenged Sevenfold. Mi caricai di energia per sfogare la mia rabbia. Perchè è questo l'effetto che ti provoca la musica. Ti provoca un senso di piacere e allo stesso tempo dello sfogo,ti va pensare a qualsiasi avvenimento che fa parte della tua vita.

Perciò dopo aver finito i compiti per la seconda volta ascoltai di nuovo la musica dovevo sfogarmi con qualcuno,anzi con qualcosa in modo che io potessi esprimere le mie emozioni.

Non volevo che mia madre mi vedesse qui a esprimere la mia pazzia e mi portasse in un manicomio,quindi chiusi la porta.

To be continued...

Bad Reputation » Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora