Epilogo

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¡¡¡¡¡¡¡¡¡¡¡Nota importante a fine capitolo!!!!!!!!!!!!

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Guardo di nuovo fuori dal finestrino.
«Sarà diverso, quest'anno.» dico sospirando a mia madre. Lei sorride. «Sarà diverso.» ripete.

Finalmente i miei giorni in ospedale erano finiti. Ero stata investita. Un incidente che avrebbe dovuto uccidermi sul colpo ma a quanto pare sono salva. Forse per la bravura dei medici o forse per un miracolo di vita sono ancora viva. Sono stata tre settimane in coma, lasciando che il tempo scorresse anche senza di me. Sono stata male e probabilmente non solo per l'incidente. Pensare a Shawn e Nick mi faceva male e a dir la verità mi fa male anche adesso. Ed è strano. Sento di provare rabbia per loro. Non si sono mai presentati in ospedale e quando sono ritornata a scuola loro non c'erano. Ci ero rimasta male anche se dentro di me speravo di non rincontrarli più. Avevo sentito voci in giro che si erano trasferiti e ne ero felice. Negli ultimi quattro mesi ho solo studiato. Perdermi tre settimane di scuola non era bene e pensavo che recuperare e concentrarmi solo sullo studio era la cosa migliore. Il giorno migliore è stato il giorno in cui ho ricevuto la lettera di ammissione alla New York University. Ho superato gli esami ed è così che adesso sono in macchina a parlare con mia madre alla cose che devo e non devo fare.
Michelle? Con lei non è cambiato niente, siamo sempre amiche. Da quando è partita per le vacanze ci sentiamo sempre su Skype.
Ha detto che ne aveva abbastanza e che forse voleva rimanere single per tutta la vita. L'hanno accettata all'università di Londra e sono fiera di lei. Taylor invece ha preferito restare a Los Angeles e ha detto che non continuerà con l'università. Ho sentito che ha incontrato una ragazza e spero che sia il suo vero amore.

«Ricordati di chiamarmi ogni sera, il bucato sta attenta a non rovinarlo e niente alcool alle feste.» mi dice mentre svolta verso destra.

«Mamma.» la chiamo. «Non pensare a me, pensa a Jessica.» le dico sinceramente. Finalmente è nata la mia sorellina. È un batuffolo. La adoro troppo.
Ha lo stesso colore degli occhi di mia madre, verdi ed i capelli, anche se troppo pochi per definirli, sono marroni.
Ha due guanciotte paffutelle ed è estremamente carina.

Lei sorride. «Certo che penserò a Jessica, ma è ancora troppo piccola per combinare guai...» ridacchia. Alzo gli occhi al cielo. «Si ma i pannolini sporchi sono ancora un bel problema e...»

«Victoria so che mi aiuteresti se fossi a casa ma tu hai una strada da seguire. Il college per ora è la tua più grande priorità.» mi sorride incoraggiandomi ed io annuisco sapendo che ha ragione.

Negli ultimi dieci minuti di strada dall'aeroporto mia madre mi ripete le volte in cui la devo chiamare.
«Si, mamma, va bene.» le dico annuendo.

Quando scendiamo dalla macchina mia madre sospira. Le scende una piccola lacrima dall'occhio destro ed io scuoto la testa.«Mamma se piangi rendi tutto più difficile...» faccio una smorfia di tristezza.

«No, okay. Hai ragione.» sorride asciugandosi la lacrima.

La abbraccio un ultima volta e poi la vedo sparire quando giro l'angolo. Sospiro tra me e me. Tutta la mia famiglia mi mancherà.

Quando arrivo al gate do' i miei biglietti e lascio le mie valigie.
«Avvisiamo i gentili clienti che l'aereo per il volo A9 è pronto per la partenza.»

Guardo un'ultima volta verso tutta la gente esitante di partire e vado verso l'area posteriore.
Sono pronta? Si. Nuovo anno, nuova vita.

...

Quando atterro all'aeroporto di New York faccio un respiro profondo e mi sistemo i capelli. Sono stanca e credo di avere le occhiaie, in aereo non sono riuscita a dormire. Odio volare. Mi fa paura sapere che sono sospesa in aria a chissà quanti metri da terra.

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