"Bianca, cosa...?"Alec aveva la bocca spalancata.
"Sono un mostro, Alec, ma questo mostro ora deve salvare quest'uomo"dissi indicando con le dita tremanti lo shadowhunter steso sul lettino di fronte a me.
"Certo, continua"
Sentivo un forte senso di paura invadermi le membra e le mani tremarono ancora più copiosamente.
Trattenevo a stento le lacrime.
Utilizzando tutte le energie rimaste continuai a curare il ferito e dopo pochi minuti era completamente guarito.
Alec mi guardava negli occhi, dritto negli occhi.
Provai ad alzarmi, ma le gambe mi cedettero e caddi a terra, in ginocchio.
Continuavo a ripetermi quella frase, che avevo già usato tante volte.
"Non sono niente non sono niente non sono niente"
"Bianca, nono, basta"il moro mi strinse i polsi e li allontanò dal mio viso.
Mi alzai e corsi via dalla stanza urlando:"NON SONO NIENTE".
Per mia fortuna tutti erano a mangiare o in missione e io potei correre indisturbata fino a camera mia.
Una delle mie più grandi paure si stava avverando e io non potevo fare niente per impedirlo.
Dopo tanto, tanto, tanto tempo una lacrima rigò il mio volto, anche se era solitaria.
Alec spalancò la porta e mi vide rannicchiata sul letto, col viso contorto in una smorfia di paura e di disgusto, con quella lacrima che cadeva calda e per niente spontanea.
Mi stavo mostrando debole e anche questa era una delle mie più grandi paure.
"Ti prego non mi scacciare...io proverò che sono utile all'istituto, sottoponetemi ad ogni prova, io ho usato la magia solo per aiutare quell'uomo, non lo farò più, prometto, se è questo ciò che desiderate, odiatemi tutti, ma non mi scacciate per favore, ti prego, sono devota a Raziel e lo sarò sempre per favore-"la voce spezzata dai singhiozzi senza pianto suonava tremante e...debole.
Debole.
"Sono debole, sono solo un mostro debole"iniziai a ripetere, ma Alec chiuse fragorosamente la porta.
"Non osare dire niente del genere ancora, Bianca, tu non sei un mostro, tu sei speciale".
Si sedette sul letto vicino a me e mi abbracciò stretta, tirandomi a sé come se non volesse farmi scappare, come se non volesse perdermi.
"Tu fai anche troppo per tutti noi"mormorò accarezzandomi i capelli.
"Parla quello"risposi, accasciandomi completamente sul suo petto.
Ogni tanto venivo scossa da singhiozzi per quello strano pianto e lui mi accarezzava la schiena bisbigliando che ero al sicuro.
"Riuscirò a sistemare tutto, te lo prometto Bia, okay?"
"Okay...vorrei che le cose siano diverse..."
"Anch'io.".
Quella mattina mi ero svegliata con un brutto presentimento, all'età di 4 anni, il giorno 10 settembre.
L'aria era più fredda del solito e decisi di entrare nella camera di mia madre.
Mi aveva sempre odiato per ciò che ero e le ricordavo i suoi errori e tutto ciò che era sbagliato in lei.
Una sera mi aveva urlato contro, dicendo che io ero sbagliata, qualunque cosa facessi, perché quella era la mia natura, io non ero niente per lei.
Insomma quella mattina la vidi stesa nel letto, con il viso rivolto verso di me e un coltello infilato nella sua pancia.
Si era suicidata perché non sono niente e perché non sarò mai niente per nessuno, dannata in questo abisso di desideri e di sacrifici ai quali il mio stesso esistere era destinato.
Mi svegliai di colpo, notando un braccio avvolto attorno a me.
Un braccio che mi teneva stretta e non mi voleva lasciare.
L'unico che non mi aveva giudicata era steso accanto a me, con un sorriso sereno, emettendo un leggerissimo russare.
Era un rumore troppo carino e d'istinto appoggiai la testa sul suo petto per sentirlo meglio.
"OH E VOI COSA FATE!"Isabelle e Jace erano entrati di soprassalto, facendo saltare me e svegliando Alec.
Io dovevo avere le guance di una tonalità simile al magenta, mentre il giovane steso accanto a me aveva un sorriso assonnato e mi ritirò a sé.
"Al, mollami"dissi piano.
"Naaah stiamo qui ancora un po'"la voce impastata dal sonno e quel piccolo sorriso innocente ai lati della bocca.
"Lo sai che russi?"
"ODDIO MA ALLORA SONO SVEGLIO"si alzò di scatto cadendo quasi dal letto.
"Io pensavo che fosse un sogno"continuò indispettito.
Isabelle non poté fare a meno di guardare prima il fratello con un sorriso e poi me con sguardo interrogativo.
"Non abbiamo fatto nulla, tranquilli"dissi sorridendo.
Jace storse la bocca:"Ero più tranquillo se aveste fatto qualcosa, accidenti"
Poi mi guardò dritta negli occhi:"Dovrai rimediare"
Alzai gli occhi al cielo.
"Uff, quindi è ancora vergine?"sbuffò Izzy.
Spalancai gli occhi:"Cosa??".
"Guardate che sono qui"disse Alec cercando di riparare a quel discorso per lui sconveniente.
"Comunque siamo venuti per Max, vi cercava per la lezione".
"Non dovevo stare con Clary oggi?"mi grattai la nuca.
"Bianca, oggi è mercoledì, sei con Max e sei in ritardo di 25 minuti"rise Izzy.
"OH NONO IL RITARDO NO"corsi verso l'armadio e tirai fuori un vestito blu e un paio di tacchi rossi.
"Dovete stare qui a guardare tutto il processo di io che mi preparo o potete andarvene?"
"Ad Alec piacerebbe sicuramente"aggiunse Jace facendo un occhiolino al povero moro.
"Ne ho già avuto il piacere"rispose acidamente.
"Ma sicuramente quello che ne ha tratto più piacere è Sebastian, giusto Bianca?"continuò acido il più grande dei Lightwood.
"Alec smettila"lo zittii.
"Ma siccome avete deciso di stare e io non voglio ritardare ancora"interruppi la frase per togliermi maglietta e pantaloni e velocemente infilare il vestito e i tacchi.
Alec era rimasto con la bocca semiaperta, probabilmente voleva dire qualcosa, ma rimaneva zitto.
Isabelle fece un applauso e mi passò il rossetto rosso che tenevo sul comodino insieme allo specchietto.
Misi il rossetto e con la coda dell'occhio notai Jace che ridacchiava guardando il fratello pietrificato.
"Bene, andiamo".
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An amazing mix
FanfictionBianca Blackrose, un'esperta di rune, dei Nascosti e dei mondani, odiata da molti Shadowhunters per questo, è una bellissima ragazza, che ha dovuto affrontare molti problemi nella sua vita. Si è imposta di mostrarsi sempre forte e mai lasciarsi anda...