Quella mattina mi svegliai nel letto di Alec.
Mi girai sperando di trovare il ragazzo, ma il letto era talmente vuoto da quasi farmi sentire un senso di risucchio verso il centro.
Come se la sua mancanza creasse una sorta di buco nero.
Le parole di Alec del giorno prima mi tornarono in mente.
Voleva che stessi con lui il più possibile, fino alla fine.
Le pieghe del letto avevano ancora la forma del suo corpo: probabilmente non aveva avuto tempo di risistemarlo.
Un urlo acuto proruppe dalle mie labbra.
Sapevo che la stanza era insonorizzata e sentivo gli occhi bagnarsi un'altra volta.
Il dolore sgorgava sulle mie guance ancora prima delle lacrime.
Con un altro urlo colpii con tutta la mia forza le pieghe del letto dalla sua parte.
Quello era il posto in cui era destinato ad essere: accanto a me.
E non c'era.
Forse non ci sarebbe più stato.
Un forte colpo alla porta mi risvegliò da quello stato a metà fra la disperazione e l'ira più totale.
La voce di Isabelle suonava rotta e bassa, ma comunque decisa.
"Alec vuole vederti."
Annuii a me stessa più che a lei e mi alzai.
La mia amica entrò in quel momento, appena in tempo per prendermi e bloccarmi dall'imminente caduta.
Ogni energia era completamente sparita.
"Anche gli angeli cadono"
"Non lo dire nemmeno Bianca, alzati, andiamo".
Potevo vedere il cuore della mora spezzarsi attraverso i suoi occhi scuri.
Entrai nell'infermiera, Alec era fermo, steso, di quella immobilità che viene condotta dall'accettazione.
Isabelle chiuse la porta, sentii la sua voce assicurarsi che nessuno entrasse.
Mi sedetti piano sul lettino, con delicatezza, come se non volessi spezzare ulteriormente le ali di una farfalla, bellissima eppure danneggiata.
"In quel letto non ci saremmo mai stati in due" notai con un sorriso amaro.
"Bianca...hai pianto"mormorò, sollevando il braccio e accarezzando con il dito il percorso delle lacrime sul mio viso.
"Sì."fu l'unica cosa che lasciò le mie labbra.
Poi riuscii a farmi coraggio.
"Questo potrebbe essere l'ultimo giorno per te...quindi...dobbiamo parlare."
"Allora devo dirti delle cose importanti:
Non piangere mai più, per nessuno, continua a vivere dopo di me, trova una persona che ti renda felice, come meriti, prenditi cura della mia famiglia, sempre"
"Alec...tu non capisci"
"Mi costa moltissimo dirti queste cose...perché io-"si tirò più in sù, appoggiando la schiena alla testiera del letto, stando così alla mia stessa altezza.
"Perché io voglio essere l'unico uomo della tua vita.
Voglio essere io quello che disegna la runa del matrimonio sul tuo polso.
Bianca, ti amo e ti amerò anche dopo la morte e se c'è qualcosa o qualcuno in quel mondo, sapranno quanto ti amo."
Un onda mi investì, la sentii forte e chiara e quasi persi l'equilibrio cadendo dal letto.
"Ti amo e amarti mi rende forte.
Ho sempre pensato di essere debole e questo pensiero mi rendeva ancora più debole,ma la verità è che ero sola, adesso ho una famiglia e ho te.
Ho capito che volerti bene e volermi bene, fuoriuscire le mie emozioni mi rende più forte che mai.
Tu e la mia nuova famiglia siete la mia forza, ma Al, tu mi stai distruggendo lentamente.
Distruggendomi dall'interno.
Non provare a morire, perché non posso perdere la mia forza: come farò a sopravvivere se tutte le mie energie se ne vanno, spariscono, con un battito di palpebra?
Ne ho già avuto un assaggio in questi due giorni e già so che non potrò vivere realmente continuando così: i giorni sono scuri, l'aria soffocante, i movimenti difficili.
Come farò anche solo a camminare o a stare in piedi senza amore e felicità?
Alec, se tu muori, io non morirò, ma il mio cuore smetterà di battere e non comincerà mai più".
Il silenzio regnò nella stanza, ma solo per un lungo attimo.
In quell'attimo sentivo l'aria appesantirsi, ogni atomo di essa mi spingeva verso il basso, poi, Alec mi si avvicinò e mi baciò.
Fu un bacio diverso quanto simile al nostro primo: quello era stato passionale e bisognoso, anche questo era bisognoso, ma impregnato di disperazione.
Il bisogno di stare insieme, finché era possibile.
Mi era mancato.
Poi, piano piano, tirandomi ancora a sé, mi portò giù, facendomi stendere sul letto accanto a lui.
Prima avevo pensato di non riuscire a stare in quello spazio ridotto del lettino nell'infermiera, già occupato maggiormente da lui, ma in qualche modo Alec c'era riuscito.
Stavamo stretti, ma andava bene così, fino a quando saremmo stati insieme.

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An amazing mix
FanfictionBianca Blackrose, un'esperta di rune, dei Nascosti e dei mondani, odiata da molti Shadowhunters per questo, è una bellissima ragazza, che ha dovuto affrontare molti problemi nella sua vita. Si è imposta di mostrarsi sempre forte e mai lasciarsi anda...