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Quella mattina entrai nella biblioteca, dove aiutavo Clary con le rune, come ogni martedì e giovedì, indossando un vestito verde scuro, attillato a maniche corte che arrivava poco sopra il ginocchio.
Indossavo anche i miei amati/odiati occhiali, cosa che sorprese Clary, perché aveva la convinzione che gli Shadowhunters non potessero essere miopi o avere un qualsiasi problema visivo.
Dopo una mia sonora risata le spiegai che effettivamente gli Shadowhunters che avevano bisogno di occhiali erano pochi, ma che alcuni si rivolgevano a qualche aiuto dal mondo dei mondani, come le lenti a contatto.
"Insomma Clary, non si può mai dire di saper tutto!"affermai con un'altra risata, stavolta da entrambe le parti.
La piccola rossa mi stava mostrando una runa da lei creata, disegnandola su un foglio, come spesso faceva in queste sessioni, e chiedendomi di capire a cosa servisse, in modo che potesse essere utile in futuro.
Mentre stavo analizzando il disegno, tenendomi vicino vari libri per confrontarmi, Jace entrò nella stanza, con uno sguardo preoccupato, diretto a me più che all'amata.
"Bianca...devi venire con me".
Ci dirigemmo nei sotterranei seguendo Jace e mentre scendevamo le scale verso le prigioni il biondo mi avvertì:"Un nascosto ha attaccato dei nephilim stamattina e dice di voler parlare con te.
Abbiamo provato a chiedere il motivo di altri attacchi avvenuti negli scorsi giorni, ma continua a ripetere che tu sei l'unica con la quale ha intenzione di parlare... io non so perché, ma devi riuscire a fargli qualche domanda."
Quello che poteva sembrare un normale vampiro a qualunque Shadowhunter ai miei occhi di semi-maga appariva come un qualcosa di diverso.
Entrai nella tetra stanza, con pareti di pietra spoglie e sporche.
Al centro del quadrato perfetto della prigione si stagliava un tavolo di ferro, con due sedie ai lati opposti.
Il vampiro era seduto in maniera scomposta su una di quelle con le mani legate al tavolo.
"Sono qui, dì cosa vuoi da me"dissi con voce ferma, sedendomi.
Una voce rauca e squillante allo stesso tempo uscì dalla bocca di quell'essere mutilato.
I vestiti sporchi e strappati oltre che diversi lividi gli davano l'apparenza di un pazzo e la mia sensazione di sospetto si aggravò.
"Bianca, sei un tesoro ambito da molti, lo sai?"un sorriso ancora più inquietante apparve sul suo volto.
"Guarda cosa mi hanno fatto per colpa tua, MOSTRO"abbassò un poco il colletto della camicia e mi mostrò un marchio mai visto con un segno evidente di un ago da siringa accanto.
Il segno era viola e intorno ad esso si stagliava una corona di capillari viola, di un viola innaturale che mi misero subito in guardia.
Io rispetto tutti i nascosti, ma questo essere non era più nulla di definito:un agglomerato di pelle e ossa sostenuto da un cervello che non funzionava più come dovuto.
Un bisbiglio che non sembrava nemmeno tale uscì infine dalla bocca del carcerato:"PREPARATEVI ALLA GUERRA".
Quella fu l'ultima cosa che disse dopo una risata insana e d'improvviso ricadde sul tavolo con tutto il suo peso.
Morto.
Un vampiro era morto senza alcun palo nel cuore, né una lama angelica.
Un guizzo di disgusto e di terrore pervase il mio corpo e uscii immediatamente dalla stanza.
Tutti erano davanti al monitor delle telecamere, puntate dove poco prima mi trovavo.
Non appena notarono che avevo lasciato il campo visivo della telecamera si voltarono e mi guardarono preoccupati.
Mi avvicinai a loro imponendomi di non correre e imponendomi di non chiedere nessun abbraccio confortante.
"Bia, tutto apposto?"riuscì la mia migliore amica a dire con un filo di voce.
Annuii e senza avere tempo di fare o dire nulla mi ritrovai fra le sue braccia, che mi stringevano stretta e mi facevano sentire al sicuro.

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