CAPITOLO 9

4 2 0
                                    

"Anna" disse più dolcemente appena gli aprì la porta. 
Non sapevo neanche che avesse una voca così dolce e soave. 
"Io.. lo so, non dovrei neanche dirtelo perche non ci conosciamo neanche da un giorno intero ma solo da qualche ora. Ho bisogno di dirtelo, sembra stupido, anzi mi sento uno stupido a parlare in questo modo perchè non l'ho mai fatto per nassun altra" fece una pausa, "ciò ch voglio farti capire è il mio strano comportamento. Dalla prima volta che ti ho vista, mi è sembrato di vedere la ragazza più bella al mondo, e io ne ho conosciute di ragazze molto belle, però quella volta dentro me è scattato qualcosa che non accadeva da molti anni. Mi sono sentito libero di un peso. Per la prima volta dopo tanto ho sentito le famose farfalle, forse non hai visto nulla in me quella sera perchè cercavo di nasconderlo, ti guardavo male perchè volevo odiarti e non sentire queste emozioni nei tuoi confronti. Poi  si è complicata la serata, prima che correva Mark da te e difenderti stavo venendo io, e dopo tanto tanto tempo ho sentito una gelosia grande verso Mark, perchè lui ti conosce meglio di me, ti vuole bene, e ti ha protetta nei migliori dei modi. Volevo proteggerti io, sai? Però sono stato fermo impalato, perchè se avessi fatto qualcosa non mi sarei più fermato. Sono stato in silenzio perchè se avessi aperto bocca non mi sarei più fermato. 
I giorni sono passati, non ti ho vista più, però quelle farfalle non se ne andavano anche perchè speravo che era una cosa passeggera, invecve no. Poi mi hai chiamato, ti ho chiuso il telefono subito, e mi sono ripetuto tante volte che dovevo lasciarti stare e che non dovevo pensarti, solo che la notte mi hai rubato il sonno, ora non ce la faccio più a starti lontano. Voglio vivere ora questa sensazione. Ti sto sembrando pazzo, ma credimi voglio viverti senza problemi. Questa volta ti do ragione non sono il tipo a dire queste cose, e sto cercando di mettercela tutta a farmi capire più del dovuto. Ho avuto un passato difficile e voglio lasciarmelo alle spalle iniziando con te!"
Il cuore perse un battito e cominciò  a ripartire più velocemente. Mai nessuno mi aveva fatto una dichiarazione così, anche perchè alla mia età sono state poche le dichiarazioni, anzi nessuna. Eppure anche se di fronte a me si trovava un ragazzo molto sicuro di se, orgoglioso e sempre con un ghigno stampato nel viso, ora vedo un ragazzo con uno sguardo dolce e pieno d'amore che vuole regalarmi, sebbene le sue parole mi tornavano tutti in testa e volevo che mi afferrava un braccio e mi baciava come nei film romantici, una parte di me non voleva questo. Non so il perchè, ma se avessi accettato il suo amore forse in futuro ne potrei soffrire. Ancora non so bene cosa sia l'amore, cosa si prova, quindi per quanto codarda sia voglio affrontare questa situazione e imparare, da non fare errori in futuro.
"Sei sicuro di quello che stai dicendo?" avendo sempre questo dubbio. Anche se dentro la mia testa avevo accettato, ma il mio cuore ne risentiva. Come se il mio cuore parlasse e mi direbbe in questo momento "che cazzo stai combinando?".
Si accigliò e per un momento parve confuso dalla mia domanda. "Io sono sicuro perchè è ciò che voglio!"
"E tu sai ciò che voglio?"
"No" parve confuso.
"Una domanda..." mi guardò come se mi dava dando il consenso di continuare, "perchè vuoi me?"
Si portò una mano nei capelli e se li portò indietro, "il fatto è che sei speciale, hai qualcosa che mi attrae!"
"Sei strano lo sai?"
"Si, l'hanno detto in molti".
Per un attimo restammo a guardarci con un pò di imbarazzo, certo che non mi aspettavo nulla di tutto questo. E di essere non riuscivo nemmeno a crederci che era proprio sull'uscio della mia porta. Lo guardai bene soffermandomi nei dettagli sta volta. Portava una maglietta rossa semplice e sopra una felpa blu. I suoi occhi, ogni tanto mi guardavano, ma non riusciva a resistere per più di due minuti, e mi sentivo potente cercando di metterlo a disagio, come lui aveva fatto con  me la prima volta. E i suoi occhi erano la cosa più bella che abbia mai visto, semplici un castano scuro ma dentro erano un miscuglio di tantissime amozioni e segreti, e non vedevo l'ora scoprirli. Le sue sopracciglia folte così perfette che sembrava di essere uscito da poco da un centro estetico, invece ciò che riservai per ultimo le sua labbra. Sembravano disegnate con la matita e poi colorate con un colore rosa pelle. Davano l'impressione di essere morbide e dolci, mi passai la lingua nelle labbra cercando di immaginarmi il suo gusto. Ma che cavolo sto pensando? Non devo pensare queste cose. Mi vergognai di me stessa e mi diedi uno schiaffo immagginario.
"Allora lo guardiamo questo film?" Spezzò l'imbarazzo.
Annuì ancora sconvolta dai miei pensieri, entrò, guardò qualche secondo il tavolo e come per magia disse "ho scelto Io Sono Leggenda".
Chiusi gli occhi dallo sconforto e annuì di nuovo. "Vuoi qualcosa da mangiare?"
"Fai tu" disse mentre prendeva il CD e lo infilava nel DvD. Cosa mangiano i tipi come lui durante i film? Patatine o carne?
Andai sul sicuro, presi un pacco di pop corn che per mia fortuna non li aveva mangiati nessuno. Misi tutto dentro in una ciotola e mi sedetti accanto a lui. Spero proprio di non addormentarmi sta volta.
Cominciò il film e nessuno di noi due parlava, non ero neanche concentrata sul film troppo intenta a mangiare i pop corn.
A metà film ormai concentrata su quest'ultimo, certe volte mi scordavo della presenza di Raz, poi quando prendeva qualche poc corn o cambiava posizione sul divano mi irrigidevo. Non avevo mai avuto un ragazzo che non era Mark nel mio soggiorno. All'improvviso spuntò dal nulla una figura alta che mi fece spaventare.
"E così approfitti della nostra assenza" disse arrabbiato.
Raz si alzò di fretta, "salve signore mi chiamo Raz" gli tese la mano, e mio padre la strinse forte.
"Potevi dircelo che veniva un tuo amico a casa nostra!"
Aprì la bocca per parlare, ma mi precedette Raz.
"La colpa è mia, era da tanto che non vedevo Anna e volevo passare per salutarla, educata lei mi ha invitato ad entrare ci siamo messi a parlare così il tempo è scivolato fin quando abbiamo deciso di vederci un film. L'assicuro che non abbiamo fatto nulla tutto ciò che lei ha pensato. Sono grande abbastanza da capirlo, e sua figlia è molto piccola per certe cose!"
Sbattei le palpebre più volte, mio padre restò a bocca aperta dalle sue parole non credeva che fosse così schietto e neanche io. Nello stesso istante entrò mia mamma con tante buste di carte ed era con la bocca aperta sconvolta. Invece appena entrò nonna non capì subito la situazione, ma appena vide la presenza di Raz immediatamente il suo sguardo divenne malizioso e con molta calma si avvicinò a lui. Appena Raz incrociò lo sguardo di mia nonna ne approfittò a presentarsi, e lui le fece il miglior sorriso. 
Non so se ero arrabbiata dalle schiette parole di Raz o che mi aveva dato della piccola per certe cose. 
"Oh beh" non sapeva cosa dire mio padre ma era una cosa certa si stava arrabbiando ancora di più "quanti anni hai?" Chiese serio.
"Ventuno anni appena compiuti".
lo guardai confusa. Pochi minuti fa aveva ventidue anni.
"Sei troppo grande per mia figlia, resterete amici fino ai suoi diciotto anni" sembrava un ordine detto da mia madre, anche lei più arrabbiata di mio padre.
Stavano parlando come se non fossi presente.
"E che lavoro fai?"
"Papà mi sembra che stai esagerando" dissi affiancandomi a Raz.
"Se è tuo amico devo conoscerlo meglio di te!"
"Lovoro insieme con mio zio in banca!"
Quante cose le scopro grazie a mio padre. Nonna ebbe un sussulto, "sei fidanzato?"
Mi cadde la faccia a terra dall'imbarazzo, "nonna" esclamai rimproverandola.
"Che c'è?" chiese innocente mia nonna. "Resti a cena da noi?" chiese subito mia nonna. "No" esclamammo tutti e tre, ovvero mio padre, mia madre ed io.
"In quale banca?" s'interessò mia nonna. 
Raz aprì la bocca per rispondere "vuoi finirla nonna? Hai fatto un sacco di domande in un solo minuto dagli tregua, e comunque nonna Raz stava per andarsene!" gli lanciai un occhiata sperando che capisse.
"No" disse nonna, "resta pure così possiamo conoscerti meglio!"
"Sono d'accordo" confermò mio padre toccandosi il mento. 
"Vado a preparare allora!" disse mia madre andando in cucina seguita da mia nonna. Guardai Raz in modo da fargli le mie scuse e in risposta mi alzò le spalle ridendo. Per la prima volta lo vedevo divertito dalla sitiuazione che si era creata.
Papà si sedette sulla poltrona e noi due sul divano dov'eravamo seduti prima. 
"Allora stavi dicendo che lavori con tuo zio..."
"Si signore, lavoro in banca con lui. Anzi per meglio dire dopo la scomparsa di mio padre, mio zio richiedeva subito un altro socio per non creare squilibri!"
Scomparso? Credevo fossero separati.
"Quindi siete soci in questa azienda" esclamò contento mio padre.
Annuì Raz, "Anba perché non vai a prendere qualcosa da stuzzicare e qualche aperitivo prima di cenare!"
Guardai mio padre incavolata, non me lo stava chiedendo era un ordine solo con la scusa di allontanarmi da loro. Papà mi guardó con la coda dell'occhio e mi fece un mezzo sorriso, come se dovrei stare più tranquilla.
Mi alzai e andai in cucina, mamma e  nonna  in cucina indaffarate a preparare.
"Mamma papà vuole qualcosa da stuzzicare a anche qualche aperitivo da bere!"
"Digli che non siamo al bar" disse senza guardarmi, intenta a tagliare a fette perfette il pane. Mi concentrai sui suoi lineamenti e notai che aveva qualcosa di strano. Era un po' pallida e sembrava stanca.
"Mamma" dissi, ma la voce mi uscì più rauca così tossicchiai, "cosa ti ha detto il dottore?"
"Che mi sto preparando, quando i dolori saranno più forti devo andare immediatamente all'ospedale".
Annuì, "quindi per ora stai bene?"
La voce sta volta mi uscì più acuta.
Alzò lo sguardo e mi scrutó, "si" rispose soltanto.
Ma ce qualcosa di diverso in lei.
Nonna non diceva nulla a riguardo sembrava non stesse ascoltando la nostra discussione.
"Allora?" Urlò mio padre.
"Sta arrivando" urlò a sua volta mia madre.
Prese velocemente un vassoio mise due ciotole di vetro contenenti arachidi, e due bicchieri di vetro con del ginger freddo.
Presi il vassoio e lo posizionai nel tavolo sopra le custodie dei film. Mentre papà e Raz stavano parlando di qualche oggetto contenente il motore della macchina, nello stesso istante appena poggiai il vassoio mi sono sentita per tre minuti una cretina. Il vassoio che aveva preso mia madre, stampato sullo sfondo c'erano le Winx. Mi vergognai tantissimo e speravo in tutti i modi che Raz prendeva il bicchiere senza guardare il vassoio, invece tutto il contrario. Subito i suoi occhi caddero sulle gonne delle winx colorate e piene di brillantine.
Ridacchiò e mi fece l'occhiolino mentre sorseggiava il ginger.
Mi sentivo lo stesso una cretina.
La cena andò malissimo, mia madre lo guardava come se volesse strangolarlo, nonna felicissima e mio padre neutro. Talmente mi vergognai che non ebbi più il corraggio di guardare Raz. Mamma cercava in tutti i modi di lanciargli occhiate per fargli capire che a mia madre non piaceva.
Papà voleva sapere molto di più sulla banca cosa che diventava astenuante, invece nonna colei che mi faceva sempre imbarazzare di più seduceva in modo bizzarro quel povero ragazzo. Posava la sua spalla nella sua e lo accarezzava,  ogni volta lui mi guardava sconvolto ma era nel pieno divertimento. Mia nonna sembrava indemoniata, ossessionata da quel ragazzo. 
A fine serata, stavamo salutando Raz. 
"Sarà un vero piacere ospitarti un altra volta" disse mia nonna.
"Sono onorato" rispose il ragazzo.
"Buonanotte" disse mio padre neutro.
E Raz lo salutó augurandogli la buonanotte. Mia madre se ne andò senza salutarlo, cosa aveva quella donna?
Nonna ad un certo punto prese la mano sua e poggiò sopra una pesca. Mio padrè alzò gli occhi in cielo, Bell stesso momento mi diedi un colpo in testa. "Ti regalo questa pesca, e quando la mangerai pensarai alla nonna della piccola Anna".
Sprofondai. E' possibile che nonna è impazzita? Raz rise nervoso, mi guardò ancora più sconvolto. "E appena sentirai il gusto sentirai.."
"Oh no ci risiamo" esclamò mio padre.
"Va bene nonna sarà meglio andare a letto" la presi dalle spalle e la incoraggiai ad andare in camera insieme a mio padre, "Ma quanto ha bevuto?" chiesi sconcertata a mio padre. Lui scosse la testa amareggiato, "non lo so" e andò via.
"Mi sa che voi siete più strani di me!" rise. 
"Se vuoi puoi darmi quella pesca" rispose "no, la tengo per ricordo" scherzò.
L'aria fresca di sera mi feve venire la pelle d'oca. Così mi accarezzai le braccia per dare un po' di calore.
"È rilassante stare fuori soprattutto la notte!"
Alzò la testa per guardare le stelle aveva un profilo così delicato. Il naso un po' all'insù, le labbra così perfette che sembravano disegnate, la parte della guancia sembrava liscia e mi veniva una voglia matta di accarezzarlo.
"Già" dissi guardandomi il naso brutto  e pieno di errori.
La sua mano prese la mia e dei brividi mi risalirono in tutto il braccio.
Mentre guardavo le nostre mani unite mi ritrovai Raz che mi fissava.
Sapevo cosa stava per succedere, lo leggevo nei suoi occhi.
Il mio cuore cominciò a battere forte, sembrava volesse uscire fuori. Le farfalle nel mio stomaco si facevano sentire, eccome!
Sentivo il sangue circolare nelle vene velocemente.
Si avvicinò con cautela, e sembrava che il tempo si fosse fermato.
Appena le nostre labbra si unirono il mio cuore scoppiò sprigionando una grande gioia.
"Domani facciamo colazione insieme?" Chiese staccandosi.
Non riuscì a rispondere che subito le nostre labbra erano di nuovo unite.
Un semplice bacio a stampo e già il mio cuore stava ballando dalla gioia.
I miei occhi cominciarono ad inumidirsi. Cacciai subito le lacrime e risposi di si.
Si avvicinò di nuovo per baciarmi ad un certo punto la luce sopra la mia porta fece attacca e stacca.
"Questo significa che devo rientrare!"
Sorrise, "ci vediamo domani piccola Anna!"
Un leggero bacio a stampo e andò via.
Entra in casa vedendo mia madre arrabbiata e le braccia conserte.
"Non mi piace quel ragazzo Anna..."
Lo guardai fissa, neanche lo conosceva.
"Si vede lontano un miglio che sta con te per passa tempo!"
"Mamma non lo conosci, e mi ha detto che mi vuole!"
Rise nervosa, "ti vuole solo per entrarti nella mutante!"
Diventai rossa dalla rabbia "non capisci niente mamma" e corsi in camera mia con le lacrime agli occhi.
Andai subito a letto cercando di non pensare alle parole di mia madre. Sotto le coperte pensai di.nuovo alle sue labbra che toccavano le mie.
Mi sentivo in paradiso, super felice e credo che nessuno mi potrà mai portare la felicità.
Spero solo che Mark sarà semplicemente felice per me.

Il figlio di Belzebú (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora