Even Numbers (COMPLETA)

21. Is it over?

All'interno del Loving Lust la musica sovrastava ogni cosa, e il buio era tinto di una luce rossastra emanata dai neon e dalle luci laser che uscivano dalla parete a cui dava le spalle la console.
Sehun si era ritrovato immerso nella folla di clienti, alcuni conversavano con i ballerini, altri se ne stavano al bar, e altri ancora erano seduti sui divanetti mentre altrettanti ballerini si occupavano di intrattenerli ballandogli davanti.
Era schifato.
Quel posto gli dava la nausea, avrebbe voluto raderlo al suolo, vederlo bruciare assieme a tutta quell'accozzaglia di uomini che si saziavano delle carni di ragazzi appena maggiorenni, molti di loro magari avevano anche mogli e figli che li aspettavano a casa.
Schifo.

"Sehun, ho visto Luhan..."

La voce di Chanyeol raggiunse le sue orecchie, richiamando la sua attenzione, lentamente volse lo sguardo in direzione di quello altrui, e lo vide... Vide Luhan.
Il suo fidanzato era chiuso in una grande gabbia, assieme ad un altro ballerino, sinuoso ballava contro le sbarre strusciandosi di tanto in tanto su queste mentre i clienti lanciavano banconote a fiumi, ma c'era qualcosa, Sehun poteva vederlo... Lo sguardo di Luhan era vuoto, i suoi occhi erano diventati due pozzi neri, sembravano due perle di vetro.

"È sotto effetto di qualche droga."

Disse Jongin osservandolo impietosito, Kyungsoo guardò con orrore, e con altrettanto orrore confermò il sospetto del suo fidanzato quando Sehun gli chiese se fosse la verità.

"Le davano anche a me quando lavoravo per loro, ti fanno fare cose che... insomma, aumentano la tua voglia, il tuo grado di sopportazione.. Nello stato in cui suppongo sia Luhan, gliele devono dare per forza per riuscire a farlo lavorare.."

Aggiunse il ragazzo puntando poi lo sguardo sul pavimento, non poteva guardare, non ci riusciva, gli occhi di Sehun invece erano fissi su quella figura, mentre le mani e la mandibola erano serrati con forza, trattenendo tutta la rabbia che provava in quel momento.
Con quale diritto, Kris, aveva ridotto il suo Luhan in un guscio vuoto?
Con quale diritto l'aveva distrutto in quel modo?
Jongin afferrò il braccio di Sehun, temendo si lanciasse da un momento all'altro su quella gabbia facendo saltare la loro copertura, si guardarono per qualche secondo, lo sguardo di Jongin lo implorava di mantenere la calma e di aspettare, a quel punto non potè far altro che sospirare e fissare il pavimento.
Lentamente si spostarono verso il bar, ordinando da bere, mentre alcuni ballerini si erano lanciati su di loro, tentando di ammaliarli con piccole carezze e piccole chiacchierate civettuole.
Sehun non ne poteva più, voleva uscire da quel posto tenendo Luhan per mano, voleva solo salvarlo è dimenticare tutta quella brutta faccenda.
Mai più avrebbe permesso a qualcuno di portare via la sua ragione di vita, mai più.
Quando lo spettacolo iniziale si concluse, le gabbie sparirono, e con loro tutti i ragazzi che contenevano, un senso di panico pervase i ragazzi, dove diamine era finito Luhan?
Si guardarono tutti e quattro intorno, ma la loro attenzione fu rapita dall'arrivo di Kris, che dentro il suo elegante completo bianco, si faceva spazio fra gli applausi della folla, giungendo al privè dove si sedette con tutti i suoi scagnozzi e amici, di lì a poco furono raggiunti da alcuni ballerini, fra cui riuscirono a riconoscere Luhan e Tao che se ne andarono ai lati della poltrona di Kris, avvinghiandosi a lui.
Jongin prese nuovamente il braccio di Sehun, per impedirgli di prendere la pistola nascosta dentro la giacca.

"Sehun aspetta, dobbiamo escogitare un piano."

Disse stringendo i denti, in tutta risposta Sehun scacciò la sua mano, tornando a bere il suo drink con rabbia, mentre vedeva Kris mettere in bocca a Luhan un'altra pasticca bianca, come se nulla fosse.
Mentre le ore passavano, il locale si svuotava piano piano, lasciando solo gli uomini più importanti all'interno, che si spostarono con Kris e i ballerini verso le sale private.
I quattro si diressero nella stessa direzione dopo una decina di minuti, senza dare nell'occhio, una volta nel corridoio si parò un bodyguard davanti a loro.