Capitolo 5 - Biscuits

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Guardo per quella che sembra essere l'ultima volta la porta dell'aula di scienze, ora mai rimasta vuota. L'insegnante sta sistemando alcune scatole colorate sulla sua scrivania, gli studenti stanno scendendo le scale, chiacchierando tra di loro animatamente. Approfittando del momento, afferro dalla tasca posteriore dei jeans azzurri il mio cellulare.

Dopo aver inserito la password, clicco con il pollice sull'icona dell'app di messaggistica comunemente conosciuta come Whatsapp. Anche i cattivi hanno i loro telefoni.

Vediamo un pò..” rifletto ad alta voce. A quanto pare, ci sono ben cinque notifiche, tutti messaggi di.. Aphelie? Li leggo velocemente, tenendomi il cellulare stretto nel caso qualcuno osasse venire qui a chiedersi cosa sto facendo.

“Belle, sono arrivata in ufficio.”

“La gente mi guarda in modo strano, forse perché ho la minigonna.”

“Ho fatto bene a mettermela?”

“Belle, rispondi, per favore!!”

“Belle, sto piangendo!”

I cinque messaggi sono stati inviati questa mattina, alle 7:30, quando io mi stavo dirigendo alla Collège Françoise Dupont. Perché deve disturbarmi con tutte queste notifiche? Non lo sa che non rispondo molto facilmente ai messaggi. Sbuffo, poi noto che la scritta in alto, che solitamente indica l'ultima accesso, ora è differente.

Online. Ne approfitto per chidergli spiegazioni. Le mie dita danzano veloci sulla tastiera, mentre la barra cambia nuovamente. Sta scrivendo.

“Ma che vuoi? Sei in ufficio, bene, a me non importa.” invio, schiacciando il tasto, e attendo per una sua risposta. Maledizione, perché sono dovuta capitare in coppia con questa depressa del diavolo? Avevo sperato così tanto che lei non uscisse insieme al mio nominativo, e,invece, dato che la sfortuna mi insegue, eccomi qui a conversare con lei.

“I biscotti che mi hai dato funzionano! Tutti mi amano.” leggo ed un sorrisetto malvagio si fa spazio sul mio viso. Ho speso un intero anno della mia vita a prelevare l'energia negativa delle Akuma e ad immaginare come avrei potuto utilizzarla per raggiungere il mio obiettivo, ossia essere amata da tutti, quando sono in missione.

“Sei un genio, ti adoro! Ho mangiato anche io qualche biscotto e sono davvero deliziosi.” No, che cosa ha fatto? Adesso, quando la incontrerò, mi starà appiccicata come un moscerino. Perché è così stupida? Dovrei anche inventare delle pillole che rendono la gente meno idiota. Ehi, non è una cattiva idea attualmente.

“Stupida, non dovevi!” vorrei scrivere, ma non so ancora cosa possa succedere se la vittima subisce un'azione negativa. Per me, i biscotti sono ancora un esperimento, ben riuscito ma, comunque, sono ancora insicura sugli effetti che hanno sull'individuo.

Decido di spegnere il cellulare, cosciente del fatto che Aphelie mi riempirà di notifiche. Lo infilo di nuovo in tasca e mi guardo attorno per sperimentare i biscotti, che sono imprigionati in un contenitore di colore rosa, nascosto a sua volta all'interno dello zaino, che apro per, appunto, tirare fuori la confezione. Il rosa è un colore perfetto, perché è femminile e allo stesso tempo innocente.

Una volta che quest'ultima si trova tra le mie mani, mi dirigo verso la fine del corridoio. Da lontano, noto una massa voluminosa di capelli biondi. Adrien! La vittima perfetta, il ragazzo è già interessato a me.

Corro verso di lui, ma, quando lo raggiungo, capisco di aver fatto un errore madornale. Di fronte a me, la figura esile di una ragazza dai lunghi capelli raccolti in una coda di cavallo che parla con una rossa occhialuta.

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