Houston

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Stiles' pov:
21 Giugno 2017:

Appena tornato in hotel, mi lascio andare alle lacrime che avevo trattenuto. Non volevo piangere davanti ad Allison, perchè almeno uno di noi due deve mostrarsi forte.
Per fortuna ci hanno pensato gli specializzandi a telefonare ai genitori, non avrei resistito al pianto di Melissa.

Derek mi raggiunge sul letto, si sdraia accanto a me e mi accarezza la schiena.

Dopo un po' decido che è ora di fare la doccia.
Non posso permettermi di deprimermi oltre. C'è già Allison che non so se si riprenderà, per cui io almeno finché sono in vacanza, metterò i ricordi di Scott in un buco e poi getterò via il buco.
(Giuro che Suicide Squad l'ho visto una volta sola...seh, non ci credo nemmeno io).

-Dove andiamo?- Chiedo a Derek cercando una maglietta nel trolley.
-Ho pensato a Houston, ma possiamo stare solo un giorno-.
-Perché?-.
-Perché siamo in ritardo come giorni-.
-Ok-.
-Facciamo le valigie e basta...non ho più voglia di stare qui- gli dico andando a riempire la valigia.
-Dammi il tempo di fare la doccia- risponde dirigendosi in bagno.

Ne esce quando ho già riempito il trolley, vestito con solo i boxer.
Cammina verso la sua valigia, probabilmente consapevole del mio sguardo che perfora la triskele sulla sua schiena.

Due ore dopo, siamo sull'aereo. Anche se sono tipo le due di notte.

Houston, stiamo arrivando!

22 Giugno 2017:
Derek's pov:

Alle 8 e mezza atterriamo a Houston. Si respira in aria diversa, e Stiles è più felice.

Senza un perché, mi viene in mente che io e Stiles non abbiamo mai avuto un vero e proprio primo appuntamento.

-Stiles, vuoi uscire con me?- chiedo con nonchalance.
-Eh?- risponde lui, girandosi verso di me e mollando a terra il trolley.
-Ti ho chiesto se volevi uscire con me- ripeto.
-Ma stiamo già insieme...che senso ha?-
-Beh, così avrai qualcosa da raccontare a tuo padre-
-ci sto-.
-Allora ti mollo in hotel e vado a cercare qualche posto-.

Circa mezz'ora dopo, sono dentro la doccia.
Esco dall'hotel e parto alla ricerca del locale perfetto.
Ma mi arrendo al decimo locale al completo.
Per strada, incontro un locale gay che sembra promettente.
Compro i biglietti, sperando che non ci sia riunita la popolazione gay di mezza America.

Alla sera, Stiles è impaziente di vedere cosa ho organizzato.
Ci vestiamo.
Il taxi aspetta sotto l'hotel.

-Con così poco preavviso non ho potuto fare granché...per cui...McDonald?-.
-Ti amo-
-Lo so. Anche io. Ma ti va bene il Mc o facciamo domani?-.
-Ti amo. È la mia risposta-.
-Lo prendo per un si-.

Scendiamo al primo Mc che incontriamo.

Entriamo ridendo e tenendoci per mano.

Con Stiles posso essere me stesso. Posso ridere, posso piangere, respirare...VIVERE! Mi sento vivo, come non lo ero da tempo.

-Stiles- lo chiamo.
-Derek-.
-Tu lo sai che ti amo da impazzire vero?-.
-Adesso lo so-.

Mi giro, lo attiro a me e lo bacio. Le nostre labbra si incastrano perfettamente, come se fossero nate le una per le altre.

Poi la cameriera rompe la magia (e anche le palle) attirando la nostra attenzione con un colpo di tosse palesemente finto.
È il nostro turno. Ordiniamo e cerchiamo un tavolo abbastanza appartato.
Ci sediamo e mangiando chiacchieriamo di tutto.
Gli racconto di Gaia, di mia sorella, dei miei genitori e dell'incendio.
Lui mi racconta del periodo della Caccia Selvaggia, della presunta malattia di sua madre...

Stiles' pov:

Finalmente, Derek si apre con me. Dopo una settimana di fidanzamento.
È passata solo una settimana ma mi sento come se stessimo insieme da una vita. Sono completamente felice e in pace, adesso, seduto qui con la visione paradisiaca di Derek in maglietta e jeans.
È così bello, e dolce...non posso ancora credere che sia mio.

-A che pensi, amore?- chiede dando un ultimo morso al suo panino.
-Al fatto che tu sei mio- rispondo.
-E tu sei mio-. Si sporge in avanti e mi bacia.

***

La discoteca gay è stato un colpo di genio di Derek.
Fortunatamente non ci sono glitter e roba simile. La musica è la mia preferita.
Il mio ragazzo continua a lanciare occhiatacce a chiunque rivolga disgraziatamente lo sguardo verso la mia direzione. È una cosa troppo tenera, ma allo stasi tempo leggermente inquietante.

Cominciamo a ballare. Nessuno dei due beve: vogliamo ricordare tutto quanto. Per sempre.

Un ragazzo ben piazzato si avvicina a me mentre Derek è in bagno.

-Ciao- dice.
-Ciao- gli rispondo, per educazione.
-Posso offrirti qualcosa?- mi chiede.
-No-
-Dai, sei carino- si avvicina ancora.
-Stammi lontano- ringhio.
-Dai, piccolo, non fare così- si avvicina ancora di più.
Indietreggio, spaventato.
Lui mi viene ancora più vicino e io finisco contro il muro.
Comincia a letteralmente strusciarsi su di me.
Il panico si impossessa di me e non riesco più a muovermi.
Mi infila una mano sotto la maglietta.

-Stai disturbando il mio ragazzo- ringhia Derek.
-E tu chi saresti?- il ragazzo si gira.
È più piccolo di Derek, ma non sembra spaventato.

Derek gli assesta un colpo sul naso, facendolo sanguinare copiosamente.
L'altro glielo restituisce, ma Derek non si fa scoraggiare.
Con un ultimo pugno, stende l'avversario, che sviene.

Mi fiondo tra le sue braccia calde e sicure e scoppio a piangere. Lui mi stringe e mi bacia la testa.

-Stai bene?- gli chiedo fra le lacrime.
-Io sto bene...tu?-
-Non lo so. Ho avuto tanta paura-
-Lo so. Ho sentito l'odore del tuo panico dal bagno e sono corso fuori-.
Mi stringe forte, protettivo.
-Andiamo a casa- mi tira verso la porta e passandomi la sua giacca.

Il taxi ci lascia davanti all'hotel.
Appena arrivati in stanza, mi infilo il pigiama e mi rifugio sotto le coperte. Derek mi segue subito, e mi stringe tra le braccia.
Cullati dal suo respiro regolare, mi addormento.

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Eehhiii!! Sono viva. Giuro.
Senza ispirazione, ma viva.
Per questo capitolo, devo ringraziare aalicevi che mi ha dato l'idea dell'appuntamento e StefanoFenty per l'idea del locale gay.
Voglio bene a entrambii❤️❤️

 Voglio bene a entrambii❤️❤️

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