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Non mi sarei mai aspettata questa situazione.

Dylan, o almeno credo fosse lui, entra nella stanza furioso.
I suoi occhi emanavano rabbia e .....
Preoccupazione?

Per me?
Harry sbiancò totalmente alla vista di Dylan.

«Harry ma che cazzo fai?»
Disse Dyl.

Mi guardò preoccupato.
«Ale, stai bene? Ti ha fatto male?»
Disse sempre il moro venendo verso di me.

Il biondo in risposta si scaraventa su di me, mi prende per la vita e mi fa alzare, mettendomi le braccia intorno al collo.

Io urlai per lo spavento e mi sentii mancare l'aria. 

«Harry lasciami!»

«zitta, troia»
Cercai di dimenarmi ma lui strinse la presa.

«ahhh»
Sospirai come se dovessi morire da un momento all'altro.

La faccio di Dylan era irriconoscibile.
Strinse i pugni e da ogni poro possibile usciva talmente tanta rabbia che avrebbe potuto strangolare un orso.

«cosa le hai detto, figlio di puttana?»

Il suo sguardo era concentrato su di Harry, lo stava ammazzando con lo sguardo.

«ho detto che è una troia, non hai sentito?»

Harry forse disse una parola di troppo perché Dylan si avvicinò furioso a noi.

Io sentii che Harry aveva lasciato un po' la presa quindi mi lasciai cadere a terra e mi misi subito le mani sul collo.

Dylan intanto aveva sfoderato un poderoso destro che aveva fatto sanguinare il naso del biondo.

Lo mise a terra e dopo vari calci e pugni lo lasciò libero, e corse verso di me, con la preoccupazione che gli si leggeva negli occhi.

Mi prese il viso tra le mani.
«Alexa guardami»

Io guardai prima il corpo di Harry e poi lui.
«lo hai ucciso?»
Dissi a fatica.

«no è solo svenuto, stai bene, ti ha fatto qualcosa? Ti ha toccata?»
Il suo sguardo balenò sulla mia guancia sinistra, che Harry aveva schiaffeggiato.

Lo guardò con ribrezzo.
«non si picchiano le donne, coglione»

Mi diede i miei vestiti e io mi rivestì in fretta.

Mi prese in braccio come una sposa, sollevandomi da terra come se pesassi due chili.

«grazie»

«figurati, piccola»

Una scossa pervase il mio corpo, perché quel piccola?
Sentivo le farfalle nello stomaco.

Lui scese le scale andando dove c'era ancora la festa.

Mi poggiò a terra, aiutandomi a camminare mettendo il mio braccio destro sulla sua spalla.

Mi lasciò su uno sgabello del bar e poi se ne andò senza dire niente.

Non lo capirò mai.
Sofia mi venne incontro.

«possiamo andare per favore?»
Le chiesi

«vuoi già andare via?»

«si, possiamo?»

«come vuoi tu.. vado a chiamare mio fratello»

Se ne andò nella folla, lasciandomi da sola.

Mi si avvicinò la ragazza dai capelli fucsia, tanto per non annoiarsi.

«senti cara, tu devi stare lontano da Dydy, è solo mio, hai capito?»

Ma che cazzo?
«ma ti senti quando parli o sei sorda?»

«si mi sento quando parlo e tu DEVI
STARE    LONTANA      DA    DYLAN,
hai capito o cosa?»
Disse scandendo ogni parola.

«scusa ma a differenza tua non sono una che esegue gli ordini»

Dissi e me ne andai dal locale della festa, aspettando Sofia.

La vidi in lontananza e le feci cenno di venire nella mia direzione.
Lei e suo fratello mi raggiunsero e andammo a casa.

Sfinita mi buttai sul letto senza togliere vestiti e trucco.
Sofia mi salutò velocemente e tornò a casa con suo fratello mentre io ripensai a quello che era successo.

Dylan mi aveva salvata?
Sentii dei picchiettii dalla finestra, sposatai le tende e vidi un bigliettino attaccato alla finestra.

Lo presi e lo lessi.
"Mi devi un favore ragazzina"
Firmato: anonimo.

Sapevo già chi mi aveva dato quel biglietto.
Ed ero felice di averlo ricevuto.
Forse anche troppo..

SPAZIO AUTRICE
Hei ragazzi questo capitolo è stato facile da scrivere avevo le idee pronte ehehe
Ciau
Alice

You're My BadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora