Lui non era più li.
Andai in sala per vedere se c'era traccia di Dylan, ma niente.La porta era socchiusa.
Era.. era uscito di casa?
Avevamo appena fatto sesso e lui era uscito di casa.Io non capii.
Io pensavo.. ero convinta che...
Buttai i cuscini che c'erano sul divano per terra.Ero furiosa e...
Arrabbiata con me stessa.
«non avrei dovuto, cavolo!»Dissi, piangendo.
Il cellulare squillò.
Era Evan.
Cavolo.D'altronde ero sparita dal Beck's senza dire niente a nessuno.
Cercai di calmarmi e poi risposi.
«P.. Pronto?»«hei Alexa dove cavolo... stai bene?»
Tirai su con il naso.
«si.. si sto bene»«Alexa...»
«È una storia lunga..»
«potresti venire al locale? Sai, mi manca una cameriera..»
«si.. »
Asciugai le lacrime.«si vengo subito»
Dissi e riattaccai, senza dare il tempo ad Evan di rispondere.
Ritornai al Beck's e fortunatamente Dylan non c'era.
Cercai di sistemarmi meglio possibile, ma Giorgia capì subito ci fosse qualcosa che non andava.
«Alexa... tu, io, bagno»
Sorrisi, anche se non ne avevo proprio voglia.
Lei era davvero una brava amica.
E pensare che ci eravamo conosciute perché gli rivesciai il caffè addosso il mio primo giorno.«Alexa, sputa il rospo»
Feci per parlare ma mi sbloccò.
«Anzi, faccio io. Centra Dylan vero?»Annuii, ripensando a ciò che aveva fatto.
«io.. ecco... io ero a casa sua»
«cosa? Ti avevo detto di stare lontano da lui!»
«lo so»
Dissi e scoppiai a piangere.«dai, quando avrai voglia potrai parlarmene»
Quanto la amavo.
Subito dopo sentii una voce familiare che parlava con qualcuno.
Mi affacciai alla porta del bagno.Oh maria, Gesù.
Dylan stava parlando al telefono ed era anche molto convinto e...
Soddisfatto?«si.. si.. l'ho fatto, ho le prove.. si... certo te le faccio vedere.. si tu non sai come urlava.. si.. ok domani alle 15.00 a casa mia? Si.. si, ovvio.. ok ciao»
Non capii niente da quella conversazione.
Io dovevo sapere.Dylan chiuse la telefonata e uscì dal locale come se niente fosse.
Volevo sapere di cosa stava parlando, quindi andai da Evan per chiedergli se potevo fare le 8.00- 13.00.Lui acconsentì.
Si!
Dovevo solo aspettare domani.
Continuai il mio lavoro, cercando di non pensare alla telefonata di Dylan.Ad un certo punto vidi Harry entrare nel locale e dirigersi verso di me.
Ma cosa vuole ancora?Mi prese per il polso destro e mi trascinò fino al muro dietro il bancone, dove nessuno poteva vederci.
Mi prese per i fianchi e li fece aderire al muro.
«Senti ragazzina»Mi sollevò il mento per costringermi a guardarlo in faccia, ma io guardai altrove.
«Guardami in faccia!»
Feci come disse.«Tu devi stare lontana da Dylan, hai capito? Tu sei solo mia. Mia!»
Ma cosa? Ma questo si era fumato.
«Na ce la fai? Non sono un oggetto e soprattutto non sono di tua proprietà»
Feci per scrollarmelo di dosso, dandogli una spinta sulle spalle, ma lui mi prese i polsi e li portò ai lati della mia testa, contro il muro.
«Vedremo, mocciosa»
Disse e se ne andò, sorridendo maliziosamente.Si.
Aveva bevuto molto.Continuai a prendere ordinazioni e per il resto la giornata fu tranquilla, tranne per quello che mi aveva fatto Dylan.
SPAZIO AUTRICE
Spero che la storia vi stia piacendo perché tra poco ci sarà un colpo di scena! Io ci metto tutta me stessa per scrivere!
Bye.
Alice
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You're My Bad
FanfictionMa come sarebbe se i ruoli fossero: lui il re, lei la regina? Oppure lui il leone, lei la tigre, o lui il vento, lei le nuvole. Be', sta di fatto che lei era diversa. E lui l'aveva capito.