È il giorno del colloquio. Sono così agitata. Non ho fame ma mangio lo stesso, non posso permettermi che questo colloquio vada male perché ho la pancia vuota. Butto giù giusto un po' di caffè e qualche biscotto. Appena finito, metto tutto nel lavandino, pulisco il tavolo e vado in camera.
Crisi esistenziale... come mi vesto? Spalanco le ante dell'armadio ad angolo e comincio a rovistare tra la roba. Provo diverse maglie... una troppo scollata, una troppo corta da sotto (tipo crop top), una troppo appariscente, una troppo larga, una troppo provocante, tutte con qualche difetto per quest'occasione. Alla fine opto per una canotta semplice, nera, con le bretelle molto doppie un po' larga verso il basso, più lunga dietro e più corta avanti, con una coccinella piccolina vicino alla spalla e una un po' più grande vicino all'ombelico, dal lato opposto rispetto a quella piccola. Per fortuna non è per niente scollata, si intravede giusto un po' di pancia.
I pantaloni non è stato difficile sceglierli: un semplicissimo jeans lungo, a vita alta, grigio chiaro, con qualche minuscolo strappo e dei piccoli risvolti che quasi non si vedono.
Come scarpe ho scelto delle semplicissime vans nere, alte.
Mi faccio una coda alta, e li riempio di lacca e gel in modo tale da non far balzare fuori neanche un capello.Mi metto un po' di mascara e un delicato gloss pescato trasparente. Non voglio esagerare. Non voglio che pensino che sono strana. Non voglio che pensino che sono appariscente. Non voglio che pensino che non sono adatta al ruolo. Non voglio che pensino.
Mi lavo i denti, prendo il cellulare ed esco.
Nonostante io abbia la patente non ho una macchina per cui Brigette mi da uno strappo. Mi ha scritto che sta arrivando, per cui la aspetto davanti a casa mia
"Pronta?" Brigette mette in moto. "Per niente" rispondo. Stiamo zitte per tutto il tragitto.
Arrivate a destinazione apro lo sportello e, mentre esco, Brig mi chiama. "Mari" - mi volto - "o la va o la spacca". Mi rivolge un sorriso di sicurezza. Le sorrido e proseguo verso l'ingresso.Appena entrata non so dove andare. Per mia fortuna vedo una ragazza che sta per uscire. Sembra avere la mia stessa età. È alta e magra quanto me, ma molto più scura e porta gli occhiali. Ha occhi e capelli castani.
"Mi scusi, sono qui per un colloquio con la preside, sa per caso dove posso trovarla?"
"sì. Vedi quel corridoio? Vai verso destra e prosegui fino in fondo, poi gira a sinistra, non la prima ma la seconda porta è la presidenza."
Accenno un sorriso.
"Grazie mille, non so davvero come ringraziarla".
Ricambia il sorriso.
"Non devi. E poi se vuoi dammi del tu; mi chiamo Alya"
"Piacere, io sono Marinette". Le porgo la mano e lei me la stringe con una presa molto salda.
"Io sono qui per un colloquio di assunzione; vorrei farmi assumere come insegnante di francese"
"sono sicura che ti prenderanno, è appena andata in pensione una prof di francese proprio nel corso dove insegno, quindi c'è un posto da occupare. Dimenticavo, io sono una prof di inglese"
"Quindi se mi prendono saremo college"
"Così pare ahaha"
"Be' io vado verso la presidenza o mi licenziano per il ritardo prima ancora di iniziare hahah". Alya ride.
"Se vuoi ti accompagno"
"okay"Arriviamo davanti alla presidenza.
"Buona fortuna, anche se non ne avrai bisogno" - mi strizza l'occhio - "non una, ma ben due coccinelle sulla maglia". Ride e rido anch'io. "Vai, io ti aspetto qui".Busso due volte sulla porta. Una voce non troppo acuta risponde:
"avanti"
Entro nella stanza.
"Accomodati"
Una signora magra e molto più alta di me mi indica una sedia di fronte a lei.
"Buongiorno" dico mentre mi siedo
"Sono Marinette Dupain Cheng. Sono qui per il colloquio di lavoro"
"Si si, ha ragione ci siamo sentite ieri attraverso le mail. Sono Nathalie Sancoeur"
Mi porge la mano. Gilela stringo
"Molto lieta" dico infine.Dopo una conversazione tutta legata a firme, orari di lezione, stipendio, classe, alunni e cose simili, mi porge dei fascicoli
"Questi li compila e me li porta domani. Dopodiché sarà ufficialmente dei nostri. La assumo. Il suo lavoro comincia a settembre ma ci saranno diverse riunioni prima. Comunque è tutto scritto nei fascicoli"
"Grazie mille dell'opportunità. Arrivederla".
Sto per uscire quando la dirigente mi richiama:
"Ah professoressa Dupain, dimenticavo... queste sono le chiavi del suo spazio personale. In sala professori ci sono degli armadietti abbastanza spaziosi, privati, ognuno per un professore. Capirà qual è il suo grazie al numero sulla chiave e sull'armadio ma potrà aggiungere un'etichetta con il suo nome se preferisce"
"D'accordo, grazie ancora"
Mi avvicino, prendo le chiavi ed esco."Allora?" Mi chiede Alya entusiasta
"Allora... mi hanno presa!"
Alya mi batte il cinque
"Grandee! Saremo un bel team."
"Il terrore degli studenti" dico ridendo.
"Si hahah. Ora devo proprio andare, ci si vede"Alya scappa di corsa, probabilmente sarà in ritardo per qualcosa. Mi soffermo a guardarla per qualche secondo, poi guardo l'orologio: le 9:15. Mi volto e vado verso la sala professori seguendo una mappa della scuola che la preside mi ha dato.
Cammino a testa bassa per guardare la mappa e alzo lo sguardo solo qualche volta, giusto per non andare a sbattere a qualche muro.
Ad un certo punto vado a sbattere a qualcuno e cado, facendo volare tutti i fascicoli.
"Oddio, scusa non volevo, sono la solita imbranata, mi spia..." mi interrompo di scatto e guardo il mio interlocutore
"Non preoccuparti, aspetta che ti aiuto"
Un ragazzo carino, di circa vent'anni mi porge una mano e mi aiuta ad alzarmi.
"Gra-gra-gr-grazie" dico balbettando come un'idiota. Che succede? Semplice, cervello in vacanza.
Si piega per raccogliere i fogli e io faccio lo stesso. Mentre me li porge, i nostri sguardi si incontrano e ci fissiamo per qualche secondo. Sto diventando bordeaux. Mi alzo di scatto e riprendo a scusarmi.
"Mi dispiace, davvero, io non..." mi interrompe
"Tranquilla, veramente. Di che ti preoccupi? Di essere caduta?" Dice, sfoderando un sorriso smagliante con tanto di fossette. Arrossisco parecchio.
È alto, magro, muscoloso, biondissimo... occhi verdissimi.Mi passa la pila di fogli che ha raccolto e la mette sulla mia.
"Grazie e scusa ancora per prima"Non potevo dire frase più idiota, il cervello è in vacanza su marte e da qui non prende il segnale...
"Figurati, ci si vede"
Si gira sorridendo e va via. I suoi capelli dorati fluttuano e io continuo a fissarlo imbambolata come un'idiota finché non scompare dal mio campo visivo.È così bello.
'Mari, tanto non lo rivedrai mai più, levatelo dalla testa' dico tra me e me mentre vado verso la sala professori. 'Non sai chi è, come si chiama, cosa fa nella vita, che ci faceva qui e non avrai occasione per chiederglielo'
È così bello.
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still a lesson [Adrienette~Miraculous Ladybug]
FanficMarinette ha 21 anni e ha finito il corso di laurea breve. È riuscita a trovare un lavoro come prof di francese in una scuola di Parigi dove incontrerà Adrien, un giovane prof di motoria di 22 anni, un tipo scherzoso e molto affascinante... tra i ba...