Il primo pensiero di Danielle, non appena aprì gli occhi il mattino successivo, fu liberarsi del bendaggio. Non voleva che quell'impiccio la distraesse e voleva sentirsi a suo agio quella sera, con Peter.
Pensare a lui le migliorava così tanto l'umore che, a colazione, arrivò perfino a sorridere a Sabrina.
"Come mai sei ancora a casa, stamattina?" Sabrina la interrogò, sorseggiando un frullato dietetico dal colore verdastro e poco invitante.
"Oggi non esco, pensavo di togliere la fasciatura dal piede e... recuperare i lavori arretrati in casa." Voleva sistemare l'appartamento per l'arrivo del suo ospite, ma questo se lo tenne ovviamente per sé.
"Ho ordinato la spesa al supermercato, dovrebbe arrivare in mattinata." Sabrina , concentrata nella lettura di una rivista di gossip, si perse l'espressione dubbiosa e stupita di Danielle.
Il supermercato era a soli cinque minuti di auto e Sabrina non era né anziana né invalida, oltretutto Danielle tremava all'idea di cosa potesse aver comprato.
"Posso... fare qualche aggiunta alla lista? Volevo cucinare qualcosa oggi." Un dolce, per Peter.
"Il numero è sul frigo." L'altra rispose senza staccare gli occhi dal racconto dettagliato dell'amore molto poco segreto tra due stelle del cinema.
Rimasta sola, Danielle chiamò il supermercato e si fece elencare cosa era stato ordinato: cibi pronti, ovviamente, e nuove bacche e cereali che dovevano essere contemplati nella milionesima assurda dieta iniziata da Sabrina . Sospirando, si limitò a fare solo qualche aggiunta personale; avrebbe potuto ordinare caviale e champagne, per Sabrina l'estratto conto della carta di credito aveva la stessa attrattiva dei volantini promozionali di aste di tappeti persiani, finivano entrambi subito nel cestino.
C'era quello shampoo che aveva visto in televisione, durante i suoi giorni di zapping furibondo sulla tv commerciale: prometteva di rendere i capelli lisci e lucenti. Non le sembrò una cattiva idea, in vista di quella sera.
Aggiunse anche i prodotti quasi terminati nella sua piccola mensola del bagno, l'unica che Sabrina le aveva lasciato libera in bagno. Danielle, comunque, riusciva a malapena a ricordare l'ultima volta in cui si era divertita a truccarsi, con la sua amica prima della festa del diploma.
Pochi giorni dopo, si era trasferita di nuovo e aveva perso tutti gli amici: non credeva ai rapporti a distanza, nemmeno quando si trattava di amicizia, perciò aveva interrotto ogni contatto di sua iniziativa. Con Amy e Alexandra aveva trascorso bei pomeriggi ma non le erano davvero mancate tranne Amy ormai le stava mancando molto e non vedeva l'ora di incontrarla finalmente magari le avrebbe raccontato la sua storia; nemmeno a Riccardo aveva pensato chissà quanto, la nostalgia che sentiva era dovuta più alla mancanza di attenzioni e calore umano che al loro rapporto.
Negli ultimi tre anni aveva evitato di legarsi a qualcun altro, convinta che si sarebbero trasferiti, ma poi era arrivata Sabrina suo padre aveva continuato a viaggiare da solo, lasciandola a casa con la nuova moglie. Il suo percorso di studio ne aveva giovato, quantomeno. Era a due esami dalla laurea in Storia e aveva potuto studiare con tranquillità, anche troppa visto che era sempre sola.
Alexandra non aveva accolto bene la decisione di una rottura così netta, senza nemmeno provare a vivere una relazione a distanza per qualche settimana. Danielle, però, sapeva già come sarebbe andata e aveva avuto ragione: dopo tre settimane lui era finito a letto con Alexandra . Bando a rimorsi e recriminazioni: lei ormai era lontana e non avrebbe più rivisto nessuno di loro.
Certo, la sera prima di dormire a volte si sentiva un po' triste e sola e temeva che la mancanza di affetto la stesse rendendo fredda e apatica. Peter era apparso come la fioca luce di una candela e, più le si avvicinava, più lei sentiva il ghiaccio che la avvolgeva iniziare a sciogliersi; le dava sollievo quel piccolo dolce barlume di calore, ma era anche un po'pericoloso.
Perché, in fondo, Danielle non aveva mai smesso di credere che esistessero persone oneste e altruiste, capaci di dare affetto senza chiedere nulla in cambio. Amy era la sua migliore amica e La troia le avevano sicuramente voluto un po' bene ma avevano senz'altro apprezzato, più che altro, il fatto di poter usufruire di una casa libera dai genitori in cui potersi rifugiare. Danielle era spesso sola ma all'epoca non le pesava perché era il sogno proibito di ogni adolescente. Quanto a Riccardo , a suo modo le aveva voluto bene anche lui, ma il suo modo era soprattutto fisico e le aveva lasciato un ricordo appannato e un po' deludente.
Danielle sentiva disperatamente la mancanza,di un vero abbraccio, di quelli che ti fanno sentire protetta e confortata. La segreta speranza che l'abbraccio, così a lungo agognato, potesse provenire da Peter le tormentò i pensieri, mentre si liberava di quel bendaggio appiccicoso e spalmava l'unguento nauseabondo sulla caviglia ancora un po' violacea.
Cercando di non poggiare direttamente tutto il peso sul piede e ignorando la caviglia incellophanata e scura per lo strato di crema solida e poco profumata, Danielle sistemò l'appartamento, canticchiando come non faceva da anni.
Era già passato mezzogiorno quando si fermò a controllare lo stato del salotto, lindo e lucente come appena uscito da una rivista di arredamento. Una bella doccia e un pranzo veloce erano un ottimo programma, peccato non fosse ancora arrivata la spesa con il miracoloso nuovo shampoo. Ai capelli avrebbe pensato più tardi, l'importante era togliere l'unguento puzzolente dal piede.
Come nelle migliori tradizioni, suonarono alla porta proprio quando era appena uscita dalla doccia.
"Arrivo subito!" gridò, aprendo la porta del bagno e sperando di farsi sentire fin fuori di casa.
Si asciugò sommariamente, infilandosi al volo la biancheria e l'accappatoio, prima di andare ad aprire.
"Mi scusi, ero..." Danielle rimase a corto di parole trovandosi davanti non il marito della signora proprietaria del piccolo supermercato, bensì un giovane di qualche anno più grande di lei.
"Brutto momento?" le domandò lui, sorridendole divertito.
"No, no, entra pure." Stringendosi nell'accappatoio, Danielle si fece da parte per farlo passare con la spesa.
"Tua madre ha pagato il supplemento perché fosse tutto sistemato in dispensa, dov'è la cucina?" Quegli occhi chiari e cristallini la fissavano sempre più divertiti.
Maledetta Sabrina e la sua pigrizia!
"Posso sistemarla io, lasciala sul tavolo." Era imbarazzata, mezza nuda e ancora un po' gocciolante; l'accappatoio le stringeva troppo perché era vecchio e usurato e quel tizio non la smetteva di fissarla e sorriderle.
"No, no! Il servizio è stato pagato. Tu intanto puoi vestirti."
Danielle sospirò e gli indicò la cucina, andando poi a chiudersi in camera.
Che fastidioso cliché, farsi trovare in accappatoio dal ragazzo delle consegne: sarebbe stato tipico di Sabrina ma non certo di lei. Danielle si vestì in fretta per non lasciare uno sconosciuto a girare per casa: aveva la maglietta del supermercato e il cartellino appuntato tutto storto, perciò era davvero chi diceva di essere, ma era meglio non lasciarlo solo troppo a lungo.
In cucina, trovò il ragazzo che apriva la credenza per riporre le confezioni.
"Ho quasi finito." Le annunciò, girandosi a sorriderle prima di aprire il frigo.
Danielle incrociò le braccia, pensando a come evitare a Sabruna di occuparsi della cucina in futuro. Pagare consegna e sistemazione delle spesa era assurdo; quantomeno con i soldi extra, forse il supermercato avrebbe potuto pagare una nuova maglietta al ragazzo delle consegne, quella che indossava era a rischio esplosione. Una taglia in più o qualche ora di palestra in meno sarebbero stati una saggia scelta.
"Questi li sistemi tu?"
Danielle sbiancò quando vide il ragazzo sorriderle divertito, con un pacco di assorbenti in mano.
"Sì, ci penso io." Si schiarì la voce, afferrando la confezione che lui le porgeva. Shampoo e bagnoschiuma erano rimasti sul tavolo, indisturbati. Voleva solo metterla in imbarazzo?
"Bene, perfetto. Mi serve solo la tua firma qui." Si avvicinò ancora, porgendole penna e foglio.
Danielle lo posò sul tavolo e firmò rapidamente.
"Spero che sarai rimasta soddisfatta del servizio..." ammiccò, guardando di sfuggita il foglio e poi di nuovo lei. "...Danielle."
Danielle desiderò aver fatto una firma incomprensibile, così lui non avrebbe scoperto il suo nome. La consegna era a nome di Sabrina .
"Sì, grazie. Buona giornata." Lo liquidò, seguendolo verso la porta.
"Se ti serve qualcosa, chiama, io sono Gianamarco " le fece l'occhiolino.
"Certo." Come no. Richiuse la porta mentre lui ancora le sorrideva e si sistemava la penna dietro all'orecchio, tra i riccioli biondicci.
Danielle sospirò e scosse la testa. Era lui che si era reso un po' ridicolo o era lei che era fuori allenamento da troppo tempo, per apprezzare un po' di flirt?
Allontanò i pensieri, cucinando un dolce. Sperò che Peter lo avrebbe apprezzato.
Quando rincasò Sabrina , Danielle rischiò l'assalto alla sua torta ma riuscì a fermarla dicendole che era ancora troppo calda e andava servita fredda per sentirne il sapore.
In qualsiasi altro momento, Danielle avrebbe senz'altro lodato le qualità miracolose dello shampoo così tanto pubblicizzato, osservando quanto morbidi e lucenti fossero veramente diventati i suoi capelli, ma quella sera era troppo nervosa.
Il suo armadio le apparve, improvvisamente, come una landa desolata di vestiti scuri e sformati. Come aveva fatto a non rendersi conto di non avere niente di decente da indossare? Ma la domanda più importante probabilmente era: perché si prendeva tanto disturbo a vestirsi, per rimanere a casa? Neanche avesse organizzato una cena! A quel pensiero, Danielle si preoccupò: Peter si aspettava forse che lei lo invitasse a cena? Sarebbe arrivato prima di mangiare oppure dopo?
Domande senza risposta. Non aveva nemmeno il numero di telefono, sarebbe stato proprio il caso di scambiarselo a quel punto.
Mentre Sabrina si stava preparando per uscire, Danielle cambiò la fasciatura alla caviglia, trovandola più gonfia di quel mattino, nonostante l'uso dell'unguento.
Quando rimase finalmente da sola in casa, sospirò di sollievo ma anche di esasperazione: aveva trovato solo un paio di jeans meno rovinati degli altri e una maglietta meno larga e cadente delle altre.
Pur sforzandosi non riusciva a ricordare quando era stata l'ultima volta che aveva fatto shopping e in quegli anni, sempre fuori per pranzo e cena, aveva perso qualche chilo e forse almeno una taglia, a giudicare da come le stavano i vestiti.
Quando suonarono alla porta, Danielle dovette trattenersi dal correre ad aprire. Non voleva spaventarlo con il troppo entusiasmo.
Era assurdo che le fosse mancato così tanto, si disse. Ma questo non le impedì di sorridergli con calore, scostandosi per farlo entrare. "Ciao Peter, entra pure!"
"Ciao, Danielle. Ho pensato di portare una pizza... Ehi, ma il piede?" Peter si era interrotto improvvisamente, sgranando gli occhi quando il suo sguardo aveva scoperto la novità.
"Era ora di togliere il bendaggio" minimizzò Danielle, notando un'ombra di rimprovero nel volto del ragazzo. Cambiò subito argomento. "Grazie per la pizza, è stata un'ottima idea." Gli sorrise, facendogli strada verso la cucina.
"Sei stata a riposo oggi?" Le domandò lui, seguendola mentre zoppicava.
"Certo, non mi sono mossa da qui."
"Quindi non sei tu che hai pulito, giusto?" Peter si era fermato e stava fissando il salotto, impedendole di vedere la sua espressione nascosta dal cappuccio, la sua voce comunque era sufficientemente rivelatrice.
"Io..." Beccata.Sofy-chan♥
*spazio autrice*
Ciao ragazze e ragazzi volevo dirvi che non mi funziona più l'accountttt *piange*, quindi ogni volta che mi scrivete in privato io lo leggerò ma non potrò rispondervi .
Se è una qualche richiesta , pubblicità o altro , farò lo stesso le vostre richieste, quindi è per questo che non vi rispondo.
Baci♡Mi chiamo Amy ho 8 anni, mia sorella si chiama Lilith e ne ha 20.
Lilith una volta è tornata a casa piangendo, ma mi ha detto di non dirlo alla mamma e che andava tutto bene.
Lilith a volte si chiude in bagno per ore dopo aver cenato.
Lilith ha tutti i temperini rotti, ma non so perché.
Lilith nasconde sempre le mani nelle maniche.
Lilith ha sempre i maglioni lunghi.
Lilith a volte fissa il vuoto per lunghi istanti.
Lilith ha sempre la musica nelle orecchie e non mi sente quando parlo.
Lilith ha sempre dei graffi sulle braccia ma dice che è stato il nostro gatto.
Lilith ha smesso di mangiare i dolci che fa la mamma.
Lilith ha smesso di mangiare la pizza che fa la mamma.
Lilith ha smesso di mangiare l'arrosto che fa la mamma.
Lilith non si porta più la merenda a scuola.
Lilith ha smesso di mangiare i panini buonissimi della mamma.
Lilith ha smesso di mangiare.
Lilith beve tanta acqua.
Lilith a volte mangia, ma dopo scappa in bagno, non capisco perchè.
Lilith viene sempre sgridata dalla mamma perché a scuola va male.
Lilith fuma di nascosto dalla mamma.
Lilith va a scuola senza zaino.
Lilith oggi non è tornata da scuola.
La mamma oggi piange.
Lilith oggi mi è mancata.
La mamma continua a piangere, anche papà piange.
Lilith ha dimenticato il telefono sul mio letto e continua a suonare.
Lilith non è tornata ed è sera.
Mamma e Papà mi hanno lasciata dalla nonna tutto il giorno oggi.
Mamma e Papà sono tornati piangendo oggi.
Lilith non c'è più.
Mi chiamo Amy ho 21 anni mia sorella si chiamava Lilith e si è suicidata quando avevo 8 anni.
Da quando Liilith non c'è più i miei continuano a litigare.
Da quando Lilith non c'è più la mamma è andata in depressione e mio padre si è fissato col lavoro.
Da quando Lilith non c'è più,il suo armadio non è più stato aperto.
Da quando Lilith non c'è più il gatto graffia anche le mie braccia.
Da quando Lilith non c'è più mamma non cucina più niente di buono.
Da quando Lilith non c'è più la nonna non sa più chi sono.
Da quando Lilith non c'è più penso di essere un errore.
Da quando Lilith non c'è più,la mamma non mi ha mai abbracciata.
Da quando Lilith non c'è più mi manca come l'aria.
Da quando Lilith non c'è più sto come stava lei.
Ora so come stava Lilith.
Ora non mangio più nemmeno io.
Ora vado male a scuola anche io.
Ora fumo di nascosto anche io.
Ora ascolto sempre musica anche io.
Ora aiuto tutti per non dover affrontare il dolore che ho io.
Ora piango tutti i giorni anche io.
Oggi ho lasciato il telefono a casa anche io.
Oggi non sono tornata a casa neanche io.
Oggi ho preso una decisione importante.
Oggi ho scritto una lettera.
Oggi ho una pistola in mano.
Oggi vado a trovare LilithQuesta è la storia della mia amica, spero che vi potra far capire come sarà questo personaggio.
Sofy-chan♡
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<Il treno dell'amore>
RomanceUn autobus, una ragazza sola che compie ogni sera lo stesso tragitto ma forse qualcosa sta per cambiare... Poi c'era lui, il ragazzo misterioso. Cappuccio sempre in testa e cuffie nell'orecchio, non si sedeva mai ma saliva e si posizionava accanto a...