Pic-nic

94 9 9
                                    

Ben svegliata cenerentola, oggi ti andrebbe di pranzare con il valletto in attesa del principe?

Danielle sorrise allo schermo del cellulare, mentre versava i cereali nel latte.
Aveva dormito benissimo, come non succedeva da tempo, e trovare il messaggio di Peter era stata la classica ciliegina sulla torta.

Questo principe si vuol far desiderare... peggio per lui! Accetto con piacere l'invito a pranzo, oh mio prode valletto.

Danielle si pentì subito del messaggio, temendo di aver esagerato. Due minuti dopo, il cellulare vibrò spostandosi sul ripiano di marmo lucido della cucina e Danielle quasi soffocò, inghiottendo male i cereali.

Pic-nic al parco? Va bene se passo alle undici così ci fermiamo a comprare qualcosa da mangiare?

L'ultimo pic-nic che Danielle ricordava risaliva ad almeno quindici anni prima, se non oltre, ed era così sbiadito nei suoi ricordi da sembrarle quasi soltanto un sogno. Chissà se Peter avrebbe tenuto il cappuccio alzato tutto il tempo, magari avrebbero potuto trovare un punto isolato così lui si sarebbe sentito a suo agio anche a viso scoperto.
Accettò con entusiasmo, tanto che stava ancora sorridendo quando Sabrina entrò in cucina.
"Oh, vedo che sei di buon umore.”
"Buongiorno, Sabrina." Il tono amichevole destò l’interesse della matrigna purtroppo.
"Questa... nuova amica da dove è spuntata? Pensavo che la tua asocialità fosse ormai senza speranza."
"L'ho conosciuta sull'autobus." Mezza verità, l'autobus era veramente stato il luogo d'incontro però la nuova amica in realtà era un misterioso ragazzo dai bellissimi occhi verdi.
"Tuo padre ha chiesto di te ieri sera, gli ho detto di questa fantomatica amica ed era così entusiasta che mi ha detto di invitarla a cena qui." Sabrina sbuffò, versandosi una tazza di caffè.
"Digli che l'abbiamo invitata ed è andato tutto bene." Danielle sperò che la pigrizia e la totale mancanza di interesse per la sua vita avrebbero impedito a Sabrina di indagare ulteriormente.
"Tra una settimana tuo padre torna e, se la vorrà conoscere, tu dovrai accordarti con lei per togliermi d'impiccio. Una cena, chiacchiere tra donne e bla bla bla." Gesticolò rischiando di rompere qualcosa con i coltelli svizzeri che aveva al posto delle unghie.
"Certamente." Concluse Danielle, per nulla intaccata o risentita.
Sabrina era l'ultima persona al mondo che avrebbe voluto presentare a Peter, e non solo perché era un ragazzo.
Aveva sviluppato rapidamente, nei confronti di Peter, un istinto di protezione tale da essere pronta a combattere, e non solo metaforicamente, con chiunque avesse tentato di rovinare quello che stavano costruendo, di qualsiasi natura il loro rapporto fosse o sarebbe divenuto in futuro.
Per quanto avesse cercato di tenersi impegnata, le lancette dell'orologio scorrevano esasperatamente lente e alle dieci e venti, già troppo elettrica per l'attesa, Danielle decise di iniziare a prepararsi.
Dagli errori si impara, quindi niente maglia troppo scollata e niente push up: controllò l'armadio da cima a fondo, sbuffando e accorgendosi improvvisamente di aver perso venti minuti inutilmente.
Negli ultimi anni aveva perso interesse nel curare il proprio abbigliamento, ma improvvisamente desiderava sentirsi carina. Un pic-nic all'aria aperta non richiedeva altro che vestiti comodi ma tutto il suo armadio conteneva vestiti fin troppo comodi, essendo più grandi di due taglie almeno.
Il tempo passava improvvisamente a velocità doppia del normale, così Danielle si decise ad aprire le buste dei nuovi acquisti: la attendevano un altro paio di pantaloni e una camicetta, che sarebbe stata troppo leggera per stare tutto il giorno al parco.
Il compromesso è sempre una buona soluzione: pantaloni nuovi, maglia vecchia.
Cercando un elastico per i capelli da portare con sé, se il vento l'avesse infastidita, aprì cassetti ormai dimenticati, cassetti con ricordi di un passato lontano, di una persona diversa. Passò le dita, un po' nostalgica, su una vecchia trousse di trucchi: avrebbe dovuto buttarla, ormai erano passati anni dall'ultima volta che l'aveva usata e, anche volendo, non avrebbe più potuto usarli.
Con un sospiro, la aprì e controllò gli ombretti in polvere, un po' crepati, lo smalto rappreso nella sua bottiglietta e quel lucidalabbra alla ciliegia che tanto amava.
Coco(Riccardo) , invece, non lo amava particolarmente e, quando la baciava, storceva il naso se si ritrovava, suo malgrado, impiastricciato da quella patina lucida e dolciastra.
Per vendicarsi le faceva il solletico e finivano a ridere e baciarsi, mentre il sapore di ciliegia svaniva a poco a poco.
Danielle svitò il cilindro colorato e annusò l'applicatore ormai secco. Ciliegia.
I suoi sensi associavano quell'odore al sapore dei baci e non poté fare a meno di chiudere gli occhi e sospirare, ricordando.
Le immagini del passato scorrevano veloci nella sua mente ma, improvvisamente, al volto di Riccardo si sovrappose quello di Peter e immaginò come sarebbero state le sue labbra.
Scacciò quel pensiero, riaprendo bruscamente gli occhi e riponendo tutto con gesti frenetici nel cassetto, dimenticando perfino di prendere l'elastico per capelli che stava cercando.
Il cellulare vibrò sul ripiano della scrivania, annunciandole l'arrivo di un messaggio.

<Il treno dell'amore>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora