Hai un po' di panna." La avvisò Peter, toccandole l'angolo della bocca.
Era una scusa, lo sapeva lui e lo sapeva lei, che si avvicinò di riflesso.
Ma prima di sentire le labbra che tanto agognava sulle sue, prima di sentire il sapore di ciliegia, Danielle sentì grosse gocce di pioggia sulla fronte e tra i capelli.
"Porca miseria, sta per diluviare!” Peter si alzò in fretta, buttò tutti i residui del pranzo nella busta e la ficcò nella zaino, mentre Danielle si alzava, stordita e innervosita da quella dannata pioggia.
Peter afferrò la coperta, appallottolandosela sotto braccio e prendendo la mano di Danielle, prima di iniziare a correre verso l'auto.
Avevano fatto troppa strada e, prima che riuscissero ad arrivare, si scatenò il temporale.
Peter cercò di coprire entrambi con la coperta ma era troppo grossa, bagnandosi diventava troppo pesante e intralciava loro la strada.
Imprecando rinunciò e riprese per mano Danielle, riuscendo ad arrivare all'auto in pochi minuti, che furono comunque troppi.
Erano entrambi bagnati fradici e Danielle tremava come un pulcino. La coperta si era bagnata ed era inservibile, Peter tentò di accendere l'aria calda nell'auto ma con quella in funzione il motore non voleva saperne.
"Ti porto subito a casa, Danielle." In auto regnò il silenzio, forse anche un po' imbarazzato per il quasi bacio.
Quando Peter si fermò davanti al vialetto di casa di Danielle, la vide trasalire e non per il freddo.
"C'è l'auto di Sabrina ma quella accanto non la conosco. Non sono mai a casa a quest'ora, spero non sia un amante." Osservò, preoccupata e disgustata.
"Andiamo da me, ti trovo qualcosa di asciutto da metterti." Decise lui, allontanandosi di nuovo.
Entrati in casa di Peter, Danielle rimase immobile in corridoio.
"Vieni, dobbiamo andare di sopra." La chiamò, dal fondo delle scale.
"Non voglio bagnare tutto il pavimento, non penso che a tua madre farà piacere trovare un disastro in casa." Danielle era perennemente preoccupata di dare fastidio alle madri altrui, lo era sempre stata anche al liceo quando andava a casa di qualche compagna. Forse perché alla sua di madre lei aveva veramente dato fastidio, tanto da abbandonarla quando era ancora molto piccola.
"Non ci pensare nemmeno, forza devi asciugarti o rischi di ammalarti!" La voce perentoria e preoccupata di Peter la convinse.
Lui le mostrò il bagno, le trovò un asciugamano pulito e le disse di aspettarlo mentre le cercava qualcosa da prestarle.
Danielle chiuse a chiave e si spogliò, lasciando i vestiti fradici nella vasca e rimanendo solo in biancheria.
Anche il reggiseno era bagnato, perciò lo tolse, avvolgendosi nell'asciugamano e cercando, un po' titubante, nel mobile, un phon con cui asciugarlo.
Sollevata lo trovò e pensò prima ai capelli, poi passò al reggiseno.
Peter non si era ancora fatto vivo, probabilmente si stava cambiando nella sua stanza.
Proprio mentre stava riponendo il phon, sentì un lieve colpetto alla porta; si avvicinò e la aprì, sporgendo fuori solo la testa.
"Ti staranno grandi ma almeno sono asciutti. Di sotto, c'è l'asciugatrice se vuoi metterci i tuoi vestiti." Peter le passò una felpa e un paio di pantaloni da ginnastica.
Come aveva immaginato si era cambiato, indossava una semplice maglia blu a maniche lunghe, lo scollo a (V)faceva intravedere il segno della cicatrice per un nuovo tratto: era ancora più lunga di quanto credeva.
"Grazie, faccio in un secondo." Danielle si richiuse in bagno e indossò i vestiti di Peter, arrotolandone le estremità per poter far uscire mani e piedi.
Le calze erano ovviamente da strizzare, avrebbe dovuto chiedere anche quelle a Peter: sentendo i passi nel corridoio, aprì la porta affacciandosi.
"Peter scusa..." Ma si bloccò perché di fronte a lei c'era un uomo sui trent'anni, a giudicare dall'aspetto, che la osservava stupito.
"Mi scusi, io..." Danielle non aveva idea di chi fosse, non poteva essere il padre di Peter e nemmeno un fratello, visto che le aveva detto di essere figlio unico.
"Oh, non ti preoccupare. Sono felice di vedere che Peter è uscito dalla clausura."
Prima che Danielle potesse ribattere, non sapendo bene cosa dire, comparve Peter dalle scale.
"Evita di importunare Danielle, zio andrea."
"Non la stavo importunando... a quello hai già pensato tu, a quando vedo." Osservò, prima di entrare in un stanza, non prima di averle sorriso, in modo complice.
"Scusami, non credevo che sarebbe tornato a pranzo." Peter sembrava preoccupato e la scrutava con attenzione.
"Mi dispiace solo che abbia... frainteso e..." Era un po' in soggezione e ancora scossa dalle allusioni.
"Vieni con me." La prese per mano e la condusse in una stanza lì accanto, chiudendosi la porta alle spalle.
Era in penombra e si distinguevano a malapena i mobili, ma doveva essere la sua stanza da letto.
"Danielle, io non sono più quella persona. Non so se sono migliorato al punto da meritare il tuo rispetto. Però non ho alcuna intenzione di ferirti o di portarti semplicemente a letto.”
Alla parola letto aveva avuto un impercettibile cedimento, o forse era stata Danielle a coglierlo, sentendo un brivido attraversarla.
"Io vorrei conoscerti... esserti... amico." Dosava le parole, come se faticassero ad uscire dalla sua bocca.
Non l'aveva portata a casa sua per portarsela a letto, non l'aveva ancora baciata. Voleva esserle semplicemente amico. Danielle afferrò il concetto, un po' alla volta e a fatica.
"Anch'io lo voglio, Peter." Sussurrò flebile alla fine, prima di ritrovarsi inaspettatamente tra le sue braccia.
E nella penombra della camera, avvolta da Peter e dal suo profumo che le arrivava perfino dagli stessi abiti che stava indossando, Danielle sentì un lieve senso di delusione, di ansia disattesa.Juvia-chan♡
Spazio autrice
Siiii lo so V è ovunque, chi segue l'altro mio libro capirà,
Spero che questo capitolo vi sia piaciutooo
Baciii♡♡
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<Il treno dell'amore>
RomanceUn autobus, una ragazza sola che compie ogni sera lo stesso tragitto ma forse qualcosa sta per cambiare... Poi c'era lui, il ragazzo misterioso. Cappuccio sempre in testa e cuffie nell'orecchio, non si sedeva mai ma saliva e si posizionava accanto a...