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•19•

Fu svegliato da un cono di luce bianca e fioca seguito da alcuni passi felpati.
Sollevò lo sguardo, la lampada appesa al soffitto era accesa.
Uno spiraglio di speranza si intrufolò nel corpicino del bambino.

Era sempre sdraiato a terra, senza muovere un muscolo. Come d'istinto voltò di scatto lo sguardo verso l'orologio sulla parete in stucco.
In fondo, si era addormentato solo per dieci minuti, e quella luce lo aveva improvvisamente svegliato.

Dopo essersi stropicciato gli occhi, si alzò facendo forza con le braccia sul pavemento e si diresse verso camera sua attraversando il solito corridoio dalle pareti ocra, che le luci spente lo rendevano molto macabro.

Si trovò davanti a un'altra parete, questa color porpora, sulla quale vi erano costruite due piccole porte in legno verniciato di bianco.

La prima, apparteneva alla sua camera, la seconda, sulla sinistra, era propietà dei suoi genitori.
Quest'ultima era semiaperta e fuoriusciva un fascio di luce giallognola, si potevano tranquillamente avvertire due voci che discutevano animatamente.
Il ragazzino incuriosito, si nascose dietro la porta, aguzzando l'udito.