Capitolo 7

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Ieri, dopo l'ultima lezione della giornata, mi sono fatta portare da Bryan a casa mia.
Lui è dolcissimo e mi porta sempre a casa ma ieri avevo davvero bisogno di lui. Avevo bisogno che entrasse anche in casa con me.
Siamo entrati e papà era sul divano con in braccio il computer.
È incredibile...neppure un braccio rotto lo riesce a frenare dal suo lavoro. Nemmeno per pochi giorni.
<<Papà, stai bene?>>
<<Certo, non mi presenti il tuo amico?>>
Bryan si sporge per stringerli la mano destra e mio padre ricambia.
<<Piacere, mi chiamo Bryan Williams.>>
<<Oh... Williams... mi pare di averlo già sentito. Che lavoro fa tuo padre? E tua madre?>>
<<Beh, mi mamma ha una catena di centri commerciali mentre mio padre è un chirurgo plastico.>>
Mio padre abbassa la testa e non capisco il motivo.
<<Singnor Evans, si sente bene?>>
Papà apre un cassetto e prende un album con fotografie vecchie. Cerca e ne trova una di me al mare, con un bambino che avevo conosciuto al tempo e del quale non mi ricordo il nome.
<<Ve la ricordate?>>
<<Ne ho una identica a casa mia>> dice sbalordito, Bryan.
<<Ma quella..>>
<<Si tesoro, siete voi due.>> dice mio padre,interrompendomi.
Non ci posso credere. Non mi ricordavo neanche di quel giorno... ero molto piccola e avevo pure dimenticato il nome del bambino accanto a me.
Era Bryan.
Io e Bryan ci eravamo conosciuti anche da piccoli.
Non posso crederci.
<<Quindi ci conosciamo da tanto,no?>>
Chiede Bryan.
Annuisco insieme a mio padre.

Siamo in camera mia e stiamo provando a ricordare quel giorno.
Ma ci credete? Lo conoscevo da tempo e neanche lo sapevo.
È una cosa bella e mi sento bene.
Papà ha invitato Bryan a cenare con noi,vuole raccontarci di quel giorno e io sono curiosa.
Ripensandoci, sono anche triste.
Davvero serviva un ricordo per avere una conversazione con mio padre?
I ricordi restano sempre, davvero è necessario ricordarli anche nel presente?

Molly ha preparato l'arrosto con le patate e come sempre mangia in cucina, non con noi nella sala da pranzo.
<<Allora, è successo tutto più di dodici anni fa, a New York.
Eravamo andati lì con la mamma, in vacanza.
In questo famoso hotel a 5 stelle, abbiamo incontrato questi sposini con due figli maschi. Uno dei seguenti giorni, siamo stati costretti a cenare assieme per via della disposizione sbagliata dei tavoli.
Così abbiamo iniziato a fare amicizia è a trascorrere gli ultimi due giorni tutto insieme. È comprensibile che non vi ricordiate nulla ma eravate molto carini insieme... ora state insieme?>>
Quasi mi è andata di traverso una patata a quella domanda.
<<Papà, no. Che domande fai? Siamo solo amici!>> dico quasi irritata.
<<Già...>> sento un filo di dispiacere nella risposta di Bryan.
Dopo un silenzio profondo, mio padre fa una domanda inaspettata.
<<Bryan, io devo partire per un paio di settimane per lavoro, mi chiedevo setiandasse di stare qui a casa. Sai, non voglio che mi figlia non abbia protezione e mi sentirei più al sicuro se ci fossi tu qui, con lei.>>
<<Ehm,certo. Quando parte?>>
<<Questa sera stessa. Sono sicuro che se chiamassi i tuoi genitori capirebbero all'istante.>>
<<Allora va bene. Vado solo a prendere i cambi.>>

Così mi ritrovo Bryan nella stanza degli ospiti e papà che è partito con un braccio rotto.
Io non lo capisco,davvero.
Mi viene difficile capirlo. Molto difficile.
È stata una giornata lunga e dura.
Bryan in casa mia, scoprire che da piccoli ci conoscevamo, papà con un braccio rotto... io sto scoppiando!

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