Capitolo 36

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Odore di incenso.
Ricordi lontani che bussano nei meandri della mia mente, li sento graffiare feroci e pulsare disperati; vogliono salire a galla, comporre il puzzle scombinato che rappresenta la mia vita.
Ed è un caos di frasi sconnesse a tenermi cosciente.
"Sangue. Sì, olezzo di sangue ovunque."
Sbatto le palpebre, la luce che mi avvolge è flebile, i miei occhi non sono abituati a questo nuovo ambiente.
"Dove mi trovo?"
C'è tanto freddo, umidità che penetra le ossa e il rumore di gocce che regolarmente si scontrano con il pavimento.
Tic, Tic, Tic...
Mi martella i timpani, come un orologio che scandisce i secondi. Deboli fiamme che ballano, spinte da spifferi lievi.
"Candele ad illuminare questo posto senza uscite."
Rumore di catene, si trascinano lente accozzando un tintinnio spiacevole.
"Una prigione..."
Mi sollevo con fatica e lascio che lo sguardo si abitui a questa semi oscurità.
"Forse sto sognando, tutto questo non è vero; ciò che mi ricordo essere accaduto non è reale."
<<Bentornata tra noi, cara.>> Zara mi fissa a qualche metro di distanza, seduta comodamente su un enorme tavolo di marmo rettangolare; alle sue spalle giace una giovane figura di cui non scorgo il volto.
È una donna, le curve lo accertano, sembra nel fior fiore dell'età; avvolta in un lungo abito bianco, afferra un sonno profondo.
Strisce di sangue rappreso si snodano fino al suolo, raggiungendo il centro della stanza e si uniscono in un disegno rappresentante una stella a sei punte.
<<Dove mi hai portata?>> premo i polpastrelli contro le tempie doloranti e stringo gli occhi per riprendere un po' di lucidità.
<<Questi sono degli antichi sotterranei, giacigli del mio tempo morto.>> sorride.
<<Luke...>> sussurro, un fremito rapisce le mie labbra, <<dov'è?>> alzo il tono con rabbia, l'eco delle mie parole si disperde nell'aria.
<<Lui sta bene. Non ti devi assolutamente preoccupare, è in ottime mani. Della tua amica, però, non posso dire lo stesso.>> scosta il busto, ergendosi in piedi; il corpo alle sue spalle prende volto, ed io muoio dentro.
"No, ditemi che è solo l'ennesimo incubo che mi insegue in una notte troppo lunga."
Le labbra viola, gli occhi vitrei e scavati, senza accenno di vita; i capelli le coprono il viso pallido, il busto rigido e dritto, appare fredda e distante, come un angelo macchiato dal fango vermiglio della morte.
<<Te l'avevo detto che c'era una persona ad attenderti.>>
"Kate."

Gli occhi mi si velano di lacrime, pungono per uscire e pizzicano forte contro le ciglia.
<<Kate...>> allungo un braccio nella sua direzione, un richiamo disperato che mi strazia il cuore, <<Kate, rispondi...>> continuo a ripetere il suo nome tra i singhiozzi.
<<La Maledizione non esiste, Reneè.>> sputa di punto in bianco la serpe, mentre le lacrime calde continuano a rigarmi le guance e le labbra mormorano ancora il nome della mia migliore amica, come una supplica.
Le mie spalle si alzano e abbassano, scosse da questo pianto disperato, rivelando finalmente la bambina che sono.
"Non sono pronta ad affrontare nulla del genere, non lo sono mai stata."
<<Avrai le risposte che cerchi, piccola.>> si avvicina a me, inclina le ginocchia fino a toccare il pavimento gelido, allunga una mano e mi accarezza i capelli, <<Non ho mai voluto che Vania perdesse la vita, lei che per me era come una sorella. Ma i peccati vanno pagati, e l'amore tra una strega bianca e un demone non può essere accettato, come già avrai capito. Aveva William al suo fianco, lui l'amava con tutto se stesso...>> solleva gli occhi chiari in una distesa di ricordi.
<<Kate, Kate, Kate, KATE!>> grido in successione il nome della mia unica amica, sperando che la mia voce la riporti qui, con me. Non do peso alle parole che Zara mi sussurra con fare quasi materno, falsamente spinta da una compassione che nei suoi gesti non c'è.
"Come è potuto accadere?"
<<Perché le hai fatto questo!>> dalla rabbia sputo bava, avvelenata mi agito e rilascio urla stridule che infastidiscono i miei stessi timpani.

<<Shhh,>> preme l'indice contro le mie labbra, <<La tua nascita venne considerata da tutti come un abominio, figlia di un demone e legata per un incantesimo ad un Licantropo. Il sangue di Will ti appartiene solo per inganno, ti ha cresciuta come fossi sua; chinava il ncapo davanti ai capricci di tua madre, che non poteva fare a meno di Zachary.>>
Un vento fitto e leggero le smuove le chioma corvina, <<Noi abbiamo agito tutti per il bene di questo mondo. Thomas ha deciso di tradire il legame di affetto che aveva con tua madre, riferendo ai Sommi che, a discapito di ciò che ella voleva far credere, ancora continuava ad incontrare l'oscuro volto del male. William, si sentii sporco quanto il fratello per il tradimento da lui commesso e decise di farsi carico di questa colpa, proteggendo ciò che di più caro era rimasto di Vania. Tu.>>

<<Il lupo ululava verso il cielo e pregava la sfera piena; si era macchiato di vergogna e infedeltà, decise di levar la sua colpa giurando protezione al sangue della dominatrice alla quale aveva recato morte.>>

Le frasi sembrano liquido ambrato, una spinta di verità trattenute, che si disperde tra i granelli della polvere che inquina l'atmosfera del posto spento che ci accoglie.
<<La catena di eventi...>> singhiozzo ancora, <<Arman, l'incontro con Christopher e...>> provo a riprendere fiato, incapace di formare un discorso coerente e lineare, <<Kate, il sigillo con un famiglio, la morte in conclusione di un demone...>> mi riavvolgo nel mantello della delusione, lasciando che la stanchezza di questa lotta preannunciata mi divori.
"La Maledizione non può non esistere, essere una mera bugia senza fondo, altrimenti tutte queste morti innocenti non troverebbero senso. Ciò che mi è accaduto fin ora è la prova più tangibile che posso esibire e nessuno può sostenere il contrario."
<<Ho predetto quegli avvenimenti su basi che avrebbero concesso a me di agire. La tua possibilità di salvarti dipendeva unicamente da chi ti circondava. Se nessuno avesse intrapreso la catena, effettuando l'inizio dei passaggi che hanno condotto al tuo arrivo qui, da me, io non avrei mai mosso un dito. Al contrario avrei conservato la mia vendetta nei confronti di Zachary in eterno, ma nessuno ti ha mai accettata, Reneè.>> il suo sguardo si carica di veemenza, <<Arman è stato ucciso da Nathalian, sotto richiesta esplicita di Thomas, dando così il segnale della fine imminente della tua vuota e insignificante vita.>>
<<Non è vero! Nathalian non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Nemmeno sotto l'ordine del capo cacciatore. Lui non ci avrebbe mai tradito.>>
Una sfilettata in pieno petto, un lago dentro alla gola, mi sento soffocare.
Il respiro si affatica, i miei occhi non mollano il corpo di Kate, i miei timpani non ammettono silenzio e la mia testa si incanta come un disco sulle parole: <<nessuno ti ha mai accettata.>>
<<Stringendo quell'ultimo patto con Zachary, anche tua madre ti ha condannata involontariamente. Credeva di proteggerti, di tenerti al sicuro, ma ha attirato lo stesso odio che si era calamitata lei stessa addosso. Chiedendo la presenza di un altro demone al tuo fianco, il risveglio del tuo potere e il sangue ibrido che ti scorre dentro, ha rafforzato il risentimento che covavano tutti per la tua esistenza e, ancor prima di essa, l'impossibilità di dimenticare l'errore di tua madre.>>
<<Fermate questo massacro... finitela con questa messa in scena!>> fremiti di cieca ira mi percorrono il corpo, le mani prendono a tremare in scatti poco naturali, <<Un teatrino gestito dietro le quinte da menti crudeli come la tua e quella di Thomas!>> grido e scorgo il busto verso di lei; punto il mio viso contro il suo e minacciosa sfido il suo sguardo tetro.
<<Le Maledizioni sono solo parole di disprezzo, lanciate contro chi poco amore ha intorno. I fatti, piccola ibrida, sono svolti sempre per conto di qualcuno. Senza agire non si può ottenere nulla.>> solleva le esili spalle e si alza dal suolo, guardandomi dall'alto in basso.

<<È stato facile ingannare tutti e aspettare, inventare teorie e strade da seguire, per poi vedere chi ti avrebbe congiunta a questo tuo primo approccio alla prematura morte.>>
Le gambe mi tremano incontrollate, cerco di sfruttare le due azioni che più mi appaiono giuste: alzarmi e colpirla.
Mi metto in piedi, muso a muso con la glaciale regina, umetto le labbra secche e sollevo il braccio destro; la mia mano scatta da sola, il palmo colpisce la guancia scarna e delicata di Zara. L'espressione interdetta sul suo volto vale più di tutte le frasi cantate fin ora.
<<Interessante reazione...>> sospira massaggiandosi il punto colpito, <<le spiegazioni sono comunque finite.>> indietreggia e apre le braccia, volgendo il dorso delle mani verso il basso, <<Che il rituale abbia inizio.>> proclama a gran voce e ombre scoscese si alzano sui muri, una vernice di anime sporche.






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