Capitolo 12

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Ancora stordito dalla cantilena delle streghe, Christopher, si gratta il capo strizzando gli occhi, <<Zitelle acide del cavolo!>> ringhia, seduto su di una scomoda brandina posta all'esterno, sul retro del locale.
<<Te la sei cercata.>> incrocio le braccia al petto e lo guardo con rimprovero.
<<Sei arrabbiata?>> biascica la domanda con tono mogio, mentre salta in piedi e si scalda i muscoli indolenziti con brevi esercizi.
Schiocco la lingua contro il palato e con entrambe le mani lo spintono, <<Mi pare ovvio. Ti sei comportato in modo scorretto; mi hai usata. Se me lo avessi detto>>
<<Non saresti venuta.>> conclude lui.
<<Non è detto.>> aggrotto la fronte e storco le labbra.
<<Non lo sapremo mai, allora.>> si passa una mano sul volto assonnato, <<Ora andiamo, non voglio stare un minuto di più qui.>>
Scuoto il capo e alzo gli occhi al cielo.

<<Hai ricevuto le risposte che cercavi?>> s'incammina verso la strada principale; lo seguo, restando alle sue spalle.
<<Sì e no.>>
<<Non avrai intenzione di tenermi il muso per tutto il tempo, vero?>> mi lancia un'occhiatada sopra la spalla.
Spalanco la bocca per l'irritazione, pronta a vomitargli addosso ogni tipo di cattiveria.
"Inutile sprecare insulti con lui."
Decido di restare in silenzio e percorrere in pace gli ultimi tratti del percorso nella quiete.

*

La serranda del garage è per metà sollevata al nostro arrivo, segno che quei due strambi amici del demone sono rientrati dal loro giro.
"Poco m'importa. Ciò che voglio sapere è perché mi ha riportata qui questo stolto."
<<Quando pensi di riportarmi a casa?>>
<<Domani mattina potrai tornare alla tua base, per questa notte rimarrai con me.>> solleva ripetutamente le sopracciglia in modo scherzosamente ammiccante.
<<Ti sei bevuto il cervello?! Se non rispetto il coprifuoco, William, si arrabbiarà moltissimo! È già tardi.>>
<<Il cielo è già scuro. Non puoi tornare a casa da sola, questa frazione di Respite Town non è sicura per una ragazzina sola. Al tempo stesso è pericoloso per me, avvicinarmi ora alla tua abitazione; proprio nel boschetto dietro casa tua si radunano i cacciatori notturni, anche se è presto per la trasformazione, i loro sensi sono già in evoluzione.>>
<<Quella notte, però, sei entrato in casa mia! Tutti questi problemi non mi pare te li sia fatti.>>
Sbuffa sonoramente, <<Erano ad un punto cruciale della caccia, molto lontano dal territorio di partenza.>> si avvicina alla mia figura e mi afferra per un braccio, cercando di spingermi verso l'interno del garage, <<poi dobbiamo imparare a conoscerci meglio.>>
Gli pesto il piede sinistro con forza, in un improvviso impulso di rabbia.
<<Ti sei impazzita?>> inizia ad indietreggiare saltellando sul piede buono e mi inchioda con lo sguardo; gli occhi verdi riprendono le sfumature vermiglie.
<<Non voglio finire nei guai per te! Riportami subito a casa.>>
<<Ragazzina, stai seriamente torturando i miei nervi, la pazienza ha un limite.>> mi percuote leggermente per le spalle, <<Non sto cercando di metterti nei guai, al contrario di tenerti fuori da essi, se ancora non lo hai capito!>>

<<Cosa ci fa lei ancora qui?>> Drake spunta fuori dal nulla, i suoi lineamenti tesi dimostrano il suo rifiuto nei miei confronti.
"Cosa ci faccio ancora qui? Bella domanda, vorrei saperlo anche io."
<<Noi siamo demoni, esseri spregevoli e senza il sentore della pietà, non i babysitter di una ragazzina in preda agli ormoni!>> si rivolge a Chris con sguardo di sfida, <<Non la voglio con noi.>> sentenzia in fine, alzando il timbro di voce.
<<C'è spazio per tutti, sarà solo per questa notte comunque; evita di scaldarti per nulla.>>
<<Scaldarmi per nulla?! Lei,>> punta l'indice verso di me, <<lei ti sembra nulla?>> grida alterato, i ricci chiari danzano sul capo seguendo i suoi movimenti nervosi. <<Questa umana porta solo guai, io non voglio avere nulla a che fare con tutta questa cazzo di storia.>>
<<Credi che per me sia facile?>> gli arriva davanti con poche falcate, muso a muso, gli sputa in faccia la sua frustrazione, <<È una tortura, ma non ho scelta che soffocare la mia natura e far ciò che meno mi riesce. Voi non correrete alcun pericolo, Drake, sta tranquillo. Nessuno sta cercando di mettervi in mezzo. Ma evita di sfidarmi, sai bene che la questione non avrebbe un finale vantaggioso per te.>> rilassa i muscoli e rilascia cadere le braccia lungo i fianchi.
"Sono una tortura..." per uno strano motivo queste parole mi colpiscono nel profondo, mi rattristano.
"Questa umana porta solo guai" quanto è grande questo alone di mistero che circonda la mia esistenza?
<<Sei tu che sei venuto a cercarmi; tu mi hai perseguitata e parlato di verità che dovevo conoscere, io non ti ho chiesto nulla.>> richiamo la sua attenzione con l'esternazione dei miei pensieri; placidamente parlo e avanzo, senza più traccia di rabbia o rancore, <<Quindi non hai alcun diritto di definirmi una tortura.>>
"Troppo comodo comparire nella mia vita, metterla sottosopra e lavarsene le mani, fingendo quasi di essere lui la vittima dell'intera situazione.
Nessuno sta pensando a me, a come mi sento davanti a questi mutamenti; come le stagioni che scorrono e si susseguono, anche la mia vita ha preso un corso diverso, passando dall'estate all'inverno in un baleno, non ho avuto l'autunno nel mezzo per far si che lentamente mi abituassi a questo gelo."
<<Non intendevo quello che hai detto...>> tenta di giustificarsi, io smetto semplicemente di starlo a sentire.
"William, l'uomo che mi ha cresciuta e amata, che ancora tutt'oggi appare come un padre orgoglioso della sua pargoletta ormai diventata ragazza, non ha fatto altro che celarmi cose che avevo il diritto di sapere. Avevo- e ho- il diritto di sapere come sono venuti a mancare i miei genitori... mia madre. Perché dire che è stato un demone quando non è così? Chi è questa Messaggiera che ha gridato l'amara sentenza."
Incastro il labbro inferiore tra i denti, supplicando me stessa di non piangere, di non crollare adesso che ho più bisogno di restare forte.
"Non mi sono mai sentita sola come adesso; tutti ignorano le mie parole, il mio dolore e le mie paure. Semplicemente ignorano me."
Sento delle dita sfiorare la mia guancia, raccolgono le mie lacrime silenziose e mi riscaldano la pelle, <<Non volevo addossarti la responsabilità di quello che sta succedendo, non direttamente almeno. Scusa.>>

Drake si esprime in una risata amara, <<Patetici.>>
Chris gli lancia uno sguardo di fuoco, ma evita di rispondere; si allontana da me e mi sorride.
Oliver produce uno dei suoi suoni inarticolati e mi si avvicina; lo vedo poggiare l'enorme mano sulla mia spalla, <<Tu stare qui.>> dice con un tono quasi meccanico.
Sbatto ripetutamente le palpebre incredula, guardandolo con un'espressione di sbalordita.
"Allora sa parlare! Certo, sembra un immigrato in fuga, ma sa parlare."
<<Fate quello che vi pare.>> sbotta il ricciolino infastidito.
"Il bestione che fino a pomeriggio voleva trasformarmi nella sua merendina, ora, sembra avermi preso in simpatia."
<<Te ne andrai all'alba e non dirai a nessuno di questo posto. Per nessuno intendo anche il tuo amichetto, mi posso fidare?>> mi dà indicazioni Christopher; l'idea di restare qui con loro non mi pare più tanto tragica.
<<Sì...>> sorrido, <<puoi fidarti.>>
<<Sdraiati sul materasso e riposati un po'. Domani inizieremo a pensare a come muoverci...>>
Annuisco ed eseguo, notando però la presenza di una sola alcova, << Come farete voi?>>
<<Noi non abbiamo bisogno di dormire, mocciosa.>> Drake, anche se con la sua solita scortesia, mi rassicura.

<<Tu essere più gentile con ragazza.>>
"Il pericoloso gigante, ora che ha la pancia piena, mi va più a genio.
Sollevo il braccio e apro il palmo, <<Dammi il cinque, Oliver!>>
Attendo una sua reazione, ma ciò che ricevo è un basso grugnito; mi volta le spalle e si mimetizza in un angolo buio.
"Bene, forse ora mi sono sbilanciata troppo; un batti il cinque non è una proposta di amicizia, eh."
Drake scuote il capo e rotea gli occhi verso l'alto.
<<Che c'è? Volevo essere amichevole.>> mi giustifico timidamente.
Mi rannicchio in posizione fetale per percepire più calore e sentirmi meno esposta, non fragile agli occhi altrui ma dubito che possa realmente essere così.
Chris si allontana a spalle dritte verso la serranda del garage, ancora aperta dal nostro ritorno.
<<Dove vai?>>
"Vuole lasciarmi sola con i suoi compagni?"
<<Non ho avuto il tempo di sfamarmi oggi, il mio corpo reclama energie. Starò qui nei dintorni, tornerò il prima possibile.>>
<<Hai mangiato un panino.>> gli faccio notare.
<<Non fare la finta ingenua, Reneè. Sai a cosa mi sto riferendo.>>
"Sembra così maledettamente umano che a volte dimentico la sua natura, i suoi bisogni, la sua reale crudeltà."
Lo sento canticchiare mentre la sua figura sfuma nel manto notturno, diventa invisibile agli occhi come il più pericoloso predatore qual è; posso convincermi di qualsiasi cosa, ma la verità è che ovunque io mi volti son circondata da mostri.


Midnight Soul [In REVISIONE & MODIFICA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora