Capitolo 7

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La sala della cerimonia é divisa in cinque parti, una per fazione. Nel centro della stanza ci sono cinque coppe: una piena d'acqua per gli Eruditi, una con della terra per i pacifici, una con dei vetri per i Candidi, una con pietre grigie per i Rigidi e infine una con dentro dei carboni ardenti.
Quest'anno tocca ai Rigidi il discorso della cerimonia. Mi pare che il loro capofazione si chiami Marcus. Non ricordo il cognome. Chissenefrega. Tanto é solo un Rigido come tutti gli altri.
Vedo che Drew e Molly non sono per niente ansiosi ma eccitati sembrerebbe.
Io invece sono teso. Nonostante io sia già sicuro della mia scelta allo stesso tempo non lo sono. Quando Marcus finisce il suo discorso incomincia a chiamare i nomi dei ragazzi in ordine alfabetico, però al rovescio. Prima di me vengono chiamati molti ragazzi Rigidi. Tutti che stanno nella loro fazione d'origine tranne due di loro. La ragazza che veniva verso di me prima che é stata fermata dal fratello. Ha scelto gli Intrepidi. Anche lei.
"Non durerà mezzo secondo" mi dice Drew. Io non gli rispondo anche se ha ragione.
"Peter Hayes."
Tocca a me. Vado verso le varie coppe di metallo, mi incido un taglio sul palmo della mia mano e faccio scivolare una goccia del mio sangue sui carboni ardenti degli Intrepidi. Lo faccio senza pensarci due volte. Solamente dopo mi accorgo del grande errore che ho fatto. Ma non riesco a capire. É come se in fondo ai miei pensieri, alle mie domande, alle mie indecisioni...nessuna fazione mi appartiene veramente. E se al test Attitudinale mi sono comportato in quel modo non perché io sono così ma perché volevo che il mio risultato fosse Intrepidi? Come faccio a saperlo? Per un altra volta ho la certezza che non sarò mai sincero con me stesso. Che sarò sempre allo stesso punto di adesso. Continuerò a raccontare menzogne, a deridere e trattare male i Rigidi... Questo é Peter Hayes. Temo che non ci sia dell'altro.
Non so perché ma proprio non li reggo i Rigidi. Sono troppo perfetti. Non fanno mai nulla di sbagliato. Non é umano non fare mai nulla di sbagliato, non perdere mai il controllo. Secondo me la perfezione viene dall'essere imperfetti, da quelle cose che ti caratterizzano. Loro sono tutti odiosamente uguali. Provo collera in questo momento. Provo paura.
Paura di me stesso.

Divergent: Peter HayesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora