11 Luglio 2015, Sabato, Boca Raton
Conoscete l'equazione di Dirac? Probabilmente sí, soprattutto se siete ragazze che si connettono abitualmente su Tumblr, in quanto è una cosa assolutamente super tumblr, come direbbe qualcuno.
Secondo l'equazione di Dirac, votata equazione più bella mai esistita, se due corpi rimangono a contatto per un certo lasso di tempo e poi vengono divisi, saranno ancora collegati tra di loro e il corso degli eventi al loro interno sarà per sempre influenzato dall'altro. Ora, non so se mi ricordo bene, ma dovrebbe essere più o meno così, non che io sia ferrata in fisica.
Quando Bailee aveva salutato Leo, prima che partisse con il treno delle 9:47, si era sentita portare via un pezzetto di sé stessa.
Già le mancava quel ragazzo.
Tra le opzioni a cui aveva pensato era che fosse una cotta. Tutte le cotte sembrano, inizialmente, degli innamoramenti, ma molte volte si rivelano essere semplici infatuazioni. Lei sperava con tutto il cuore che fosse un'infatuazione e non amasse quel ragazzo, perché Leo era ancora più lontano di Matt e Bailee non sarebbe riuscita a sopportare un anno di confusione tra due ragazzi, mentre cercava di entrare a Harvard, Yale, MIT, Stanford e alla Columbia, mentre doveva vincere gli internazionali di ginnastica artistica per sperare in una borsa di studio, mentre doveva diplomarsi in violino, sempre per le borse di studio, e mentre lavorava come babysitter, cameriera e barista, a sere alterne.
Bailee chiamò Matt, preparandosi alla sfuriata: non voleva aspettare fino alle 11, anche se loro due scendevano sempre alle 10, per stare insieme.
-Ciao.-
-Ehy, come va?-
-Male, sono ancora sbronzo da ieri sera.-
Bailee si morse un labbro: o erano andati in discoteca, si erano ubriacati e lui, a quel punto, aveva fatto sesso con qualche ragazza, oppure si era ubriacato da solo in un pub, per dimenticare Bailee. Non sapeva quale ipotesi la facesse sentire peggio.
-Ieri sera discoteca?- Chiese, tremando. Avrebbe preferito occuparsi di un tradimento rispetto a un cuore infranto.
-Magari. Sono entrato in un pub e non ci sono uscito fino a che non sono più riuscito a bere, camminare, pensare o piangere.-
Un velo di silenzio si posò sulla loro conversazione.
-Mi spiace tanto.- Sussurrò Bailee, al telefono, seriamente in colpa, con la voce incrinata.
Matt rise:-Davvero? Ti spiaceva anche ieri sera, quando hai scopato con Leo chissà quante volte? E anche quando te lo sei messo in bocca? E quando lui ti ha portato all'orgasmo? Cosa mi dici, quando ti ha messo la lingua tra le gambe, in quel momento, ti sentivi in colpa? Quando ti sbatteva sul tavolo mi pensavi? Mentre ti metteva a pecorina nel letto, rifletteva su di me, solo come un cane? E mentre urlavi, in preda al piacere, in macchina?- Quella cruditá di dettagli la spaventò e la fece tremare, mentre piangeva. Non doveva accettare l'invito di Leo, e lo stava capendo solo ora che era troppo tardi.
-E, Bailee, quando gli hai detto che lo ami, lo pensavi davvero?-
Questa non era una domanda retorica e lo capí perché Matt stava in silenzio, aspettando una risposta.
-Rispondi.-
Lo disse con un tono così fermo che Bailee aveva voglia di urlare.
-Non piangere. Non ne hai il diritto, e lo sai. Qua sarei io quello che dovrebbe piangere, ma se mi dici che non lo ami e che oggi non l'hai salutato con un bacio, allora ti perdono, a fatica, ma ti perdono.
Però, Bailee, se mi dici che ti manca, che oggi l'hai baciato prima che prendesse il treno e che credi di amarlo, io non posso aspettarti. L'altra sera hai detto che non potevi rallentare per correggere i miei errori, ma ora tu devi fermarti davvero per correggere i tuoi, devi pensarci su. Ma io voglio sapere ora cosa devo fare. Come tu non potevi aspettare me, io non posso aspettare te, quindi deciditi.-
Bailee frignava dall'altro capo della linea.
-Lo lascerò, te lo giuro. Lo faccio davanti ai tuoi occhi, te lo prometto. Però non lasciarmi. Ti prego, Matt. Io ho bisogno di te.-
-Ieri sera quando muovevi le manine e la bocca sul suo pene non avevi bisogno di me. E nemmeno quando ti entrava e ti usciva dal corpo. Nemanco quando lui ti ha messo la lingua...-
-Basta, ti prego!- Lo fermò lei, scossa dai singhiozzo.
-...e credo nemmeno quando ti ha messo due dita. E quando ti ha scopata per bene sul tavolo? Immagino che l'abbia fatto, Frankie mi ha detto che lo fa con tutte quelle che si porta a casa. Per non parlare della doccia, Camila mi ha detto che è una sua particolarità: trombarsi le ragazze in ogni angolo della casa, sul divano, nel letto, nel letto della sorella, nel guardaroba, nella doccia, sul tavolo, in anticamera...-
Il fatto che Leo si fosse scopato anche Frankie e Camilla, e chissà quante altre ragazze, faceva venire la nausea a Bailee.
-Ti scongiuro, basta. Piantala. Se vieni in spiaggia lo chiamo e lo lascio. Davanti ai tuoi occhi.- Lo fermò Bailee.
Aveva troppo bisogno di lui e avrebbe fatto tutto. Solo ora lo capiva, solo ora che lo stava perdendo, si rendeva conto che aveva vissuto gli ultimi dieci anni in funzione di lui, aspettando l'estate per rivederlo.
-Vieni a casa mia. Non vengo con te sulla spiaggia nella quale te lo sei scopato.-
Bailee non precisò che la spiaggia sulla quale se lo era scopato era a Miami, avrebbe solo peggiorato le cose.
Matthew staccò il cellulare e Bailee si diresse verso casa sua. Lo trovò davanti alla porta, appoggiato allo stipite, ma questa volta non aveva il petto nudo né la faccia stanca o i capelli spettinati, era perfetto, ogni singolo centimetro del suo corpo era preciso e determinato, pulito, chiaro, non c'erano smaccature: non voleva dimostrarsi vulnerabile a Bailee, aveva perso quella confidenza.
Bailee guardò in basso, capendo quanto male avesse fatto.
-Ti ho aperto perché non volevo svegliare i miei nonni.- Precisò lui, frantumando ogni speranza che lui l'avesse aspettata fremente.
Bailee si sentiva distrutta.
Lo guardò salire le scale, mentre rimaneva davanti alla porta. Lui non si girò a guardarla, nemmeno quando sentì che non lo stava seguendo, nemmeno quando si sedette sul letto e prese il libro che stava finendo di leggere. Non girarsi per assicurarsi che lei lo seguisse era il suo modo per dire che ormai non gli importava più, la decisione era della ragazza e lui non le sarebbe corsa dietro: o lei si scusava oppure era finita.
Dopo qualche esitazione, Bailee salì le scale e si sedette sul letto, evitando lo sguardo del ragazzo, che continuava a leggere, noncurante. Lui fece finta di non vederla solo fino a che non prese il telefono e iniziò a digitare un numero, a quel punto la guardò di sottecchi e poi posò il libro, mentre si metteva seduto di fianco a lei. Le mise una mano su quella della ragazza e ciò le diede forza per portarsi il telefono all'orecchio.
-Piccola, c'è qualcosa?- Rispose subito preoccupato Leo.
Bailee voleva piangere: come faceva a dare una simile notizia a un ragazzo tanto gentile? Solo la mano stretta a Matt le dava conforto per non piangere: sapeva che se avesse pianto avrebbe mostrato che le importava di quel ragazzo, Matt non avrebbe voluto che lasciasse Leo e sarebbe finita definitivamente con Matt, e non voleva assolutamente che ciò accadesse. Perciò, trattenne le lacrime.
-Leo, scusami, sono una cretina, avrei dovuto dirtelo prima, ma io...-
La voce di Leo era preoccupata e ciò faceva stare ancora peggio Bailee, pensando a tutta la fiducia che Leo riponeva in lei. Però non poteva finire con Matt.
-Io amo Matthew.-
L'aveva detto. Leo si zittì.
-Lo sapevo. Mi hai usato per farlo ingelosire, ti piacevo come passatempo, ero bravo a letto e quindi mi hai scelto per i tuoi fini. Sei disgustosa.-
Bailee si arrabbiò:-Sì, be', sono venuta a conoscenza che il sesso nella macchina, nella doccia, sul tavolo e sulla spiaggia erano solo un rituale di passaggio per tutte le ragazze che ti porti a letto, che sembrano essere più di quelle che immaginassi.-
-E io ho saputo che mi hai detto che mi ami, e di solito si dice solo se lo pensi davvero.-
-Lo pensavo davvero, e pensavo di amarti anche quando abbiamo fatto l'amore sulla spiaggia, o quando mi hai sbattuta sul tavolo e nella doccia, ma ho capito adesso che lo fai con tutte. Come se fossi solo un nome da aggiungere alla lista.-
-Io non ti ho mai mentito, e lo sai. Ciò che mi piaceva di te era che non ti dava fastidio che io fossi un ragazzo facile, perchè evidentemente anche tu non sei vergine da poco e ti piace il sesso.-
-A tutti i comuni mortali piace il sesso.-
-Senti, hai capito cosa intendo. Ti amo.- Leo chiuse la chiamata.
Era finita. Leo non era più nella sua vita.
-Tutto a posto?- Chiese Matt, vedendola con lo sguardo così perso.
In realtà Bailee stava esultando. Ora era libera, non doveva più mentire. Poteva stare solo e unicamente con Matthew.
Iniziò ad annuire debolmente, finché non si convinse e si girò verso Matt, guardandolo decisa.
-Sì.- Aspettò qualche secondo, poi continuò:-Ti amo da morire.-
Lui le prese il viso tra le mani e la baciò, cadendo all'indietro e portandola nel mondo dei sogni.Vaffanculo a tutte le metafore, lui era lui e lei era lei, si amavano da impazzire e non stavano uno senza l'altra, quindi stavano insieme, per colmare quell'enorme vuoto che avrebbero avuto senza l'altro.
D'altronde, Bailee era felice che lui non fosse veramente la Luna, come si immaginava sempre con le metafore: la Luna era laggiù, alta nel cielo, mentre lui era proprio di fianco a lei, un cuore che batteva forte, le mani che le accarezzavano i capelli nel sonno, come un gesto abituale. Si chiese se, le notti che aveva passato da solo, avesse accarezzato il cuscino, sperando che fosse lei, svegliandosi scoprendo che era solo uno stupido cuscino e che lei era nel letto di un altro. Si chiese come aveva fatto quel ragazzo a sopportare tanto e a non tradirla, mentre lei lo faceva con tanta leggerezza. Questi pensieri le fecero venire voglia di abbracciarlo e così fece. Lo abbracciò forte, pelle contro pelle, cuore contro cuore, pettinandogli i capelli mori perfettamente spettinati, tracciando il contorno delle labbra semiaperte che lasciavano uscire un leggero russío, lasciando passare l'indice sugli occhi con leggerezza, mentre gli carezzava la nuca, per poi delicatamente lisciare i dubbi di Matthew, passando con una mano livellatrice sul suo petto che si muoveva ritmicamente, in su e in giù. Bailee adorava fissarlo, era stupendo e non si sarebbe mai stancata di tanta bellezza. Era definitivamente sua e lui era suo, era felicissima. Non lo aveva mai desiderato così tanto.
Gli posò un bacio sulle labbra semichiuse, sussurrando un "ti amo" senza indugio, per poi strisciare di fianco e addormentarsi abbracciata a lui, con la solita Luna che, questa volta, li avvolgeva entrambi nel suo abbraccio.
STAI LEGGENDO
Distance; 距離
ChickLitSi cercavano, si volevano, si amavano. Dieci anni di sofferenze ricompensati con il loro amore. 1346,7 miglia, un numero enorme, una distanza incredibile, ancora più difficile da superare se un qualche ragazzo si mettesse in mezzo alla loro stor...