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 24 Agosto 2015, Lunedì, New York/ Ruston

Avete presente quando siete in spiaggia e, tutto d'un tratto, inizia a piovere? All'inizio la pioggerella è piacevole, il sole rimane cocente e rinfresca con leggerezza, ma dopo pochi minuti le nuvole coprono il sole, magari la pioggerella si ferma, ma poi riprende, ancora più forte, e tutte le persone scappano via, con la mano sopra ai cappelli per tenerli fermi, gli asciugamani arrotolati in fretta, senza il tempo per piegarli, un telo da mare a coprire il corpo e i capelli e i bambini in una mano. Tu rimani lì a guardarli, divertita, sapendo che fra dieci minuti la pioggia si fermerà, e così accade. Tu, che sei rimasta anche con la pioggia, senza nasconderti dietro ad un ombrellone o sotto un dehor, tu, che hai danzato anche sotto le nuvole, tu, che ti sei tuffata quando il mare e il cielo si univano grazie alle stringhe grigie di pioggia, tu che hai creduto fermamente nella ricomparsa del sole e ti sei goduta l'acquazzone, tu, solo tu, assisti alla ricomparsa del sole. Sola, sulla spiaggia ghiaiosa o sabbiosa, con i goccioloni che formano disegni e ombre, sei rimasta anche quando sembrava fosse finita, e le persone che sono andata a casa possono ritornare, ma, a volte, la strada è allagata, ed è impossibile tornare a godersi il sole. E così, capiscono che avrebbero dovuto tenere duro, ma ormai è troppo tardi.

E così, tu hai imparato a ballare sotto la pioggia, mentre gli altri aspettano il sole per vivere.

-Sicuro di volerlo fare?- Chiese Bailee.
-Sicurissimo.- Leo azionò il motore dell'auto e sfrecciò verso l'aeroporto JFK.
-Da quale terminal parti?- Le chiese.
-Dall'8, però, se vuoi, puoi lasciarmi alla stazione dell'Air Train.-
-Ti porto al terminal 8.-
Bailee sorrise e gli mise una mano sopra la sua.
-Gate...- Chiese lui, una volta parcheggiato il veicolo.
-...16.-
Si recarono in silenzio e fecero il check-in, poi si diressero verso l'imbarco.
-Facciamo colazione?- Erano le 8:30, il volo partiva alle 10, quindi decisero di fermarsi a mangiare.
-Ti senti bene?-
-Non riesco a smettere di pensare che dovrebbe essere lui a farmi la sorpresa, non io, e che, se tutto fosse andato bene, non dovrei fargli una sorpresa, perché saremmo già d'accordo per incontrarci.-
-Non importa. Questo incontro deciderà il destino della vostra relazione, o si rimetterà tutto a posto oppure finirà del tutto. Devi stare tranquilla.- Le posò una mano sulla spalla, mentre addentava il croissant fiappo e di bassa qualità. La crema gli schizzò su tutta la faccia, manco fosse stata una piccola bomba ad orologeria, e i due ragazzi scoppiarono a ridere.
Finita la colazione, Leo accompagnò Bai agli imbarchi e la salutò.
-Ti devo un grande favore.-
-Farei di tutto per te.-
Bailee lo strinse forte, prima di girarsi e passare il suo biglietto sul dispositivo. Si mise in coda per i controlli.
Leo aspettò che uscisse dal suo campo visivo, dopo i controlli, e la fissò, con i suoi jeans a sigaretta, leggermente larghi, arrotolati, e una semplicissima t-shirt bianca, i capelli chiusi in una coda alta e il suo sguardo sperso. Leo la trovava molto più bella quando non sapeva che qualcuno la stesse guardando, quando leggeva i numeri tra di sé, muovendo le labbra, quando le si aprivano gli occhioni, quando si portava le mani alle maniche dello zaino, per tenerlo meglio, quando la coda le sbatteva sul viso, mentre si girava.
E così, Bailee se ne andò, direzione: il suo ragazzo, e lui le aveva dato un grandissimo aiuto per farlo. Si chiese se avesse fatto la cosa giusta, e la risposta fu sì, un'altra volta. Per vederla felice avrebbe fatto di tutto.

Dopo un'oretta e mezza di volo, Bai prese il treno e arrivò finalmente a Ruston, quando si accorse di non avere la più pallida idea di dove abitasse Matt.
Si ricordava che le aveva detto che abitava in centro, in una casupola piccolina ma carina, vicino a un negozio di... Oddio, lo sapeva, era un venditore di... Di gioielleria, ecco! E davanti un macellaio, di cui vedeva sempre le carcasse, che lo spingevano a diventare vegetariano.
Bai rise, al ricordo delle facce disgustate che il ragazzo aveva fatto quando le aveva raccontato della carne e dell'odore nauseante che saliva in camera sua quando trasportavano nel negozio gli animali.
Chiese a una signora dove fosse il centro, e la signora le indicò che la via principale era verso sud, così Bailee seguì la strada indicata. Quando si ritrovò nel viale alberato, zona pedonale, con tanti negozi e la gente che sorrideva, rimase molto impressa dalle dimensioni ridotte. Quel viale sarà stato 400 metri, ed era tutta Ruston, il resto era periferia, mentre a New York, la Fifth Avenue, cioè la strada principale, era lunga 10 chilometri. Si sentiva leggermente confusa, però almeno avrebbe trovato Matt più facilmente. Appena vide una gioielleria, si fermò, ma non c'erano case vicino, quindi proseguì. Passò oltre quattro gioiellerie, ma non c'era nessuna macelleria né casa, quindi Bailee si senti senza speranze, aveva paura di aver sbagliato tutto, sbagliato città, stato, chissà quante cittadine si chiamavano Ruston.
Si sedette su una panchina, con la testa fra le mani.
-Maledette macelleria e gioielleria!- Ripeté a bassa voce.
Una signora anziana si posò dall'altro capo della panca e le chiese se andasse tutto bene. Bai alzò il capo, con le lacrime agli occhi, e disse:-No. Sono venuta in questo paese diabolico da New York per il mio ragazzo, ma non trovo la sua maledetta casa. Era in centro, vicino a una macelleria e a una gioielleria, accidenti, quindi perché non c'è nessuna macelleria?-
La signora pensò un attimo, poi indicò una prosecuzione del viale, all'altro capo della piazza.
-Di là c'è l'unica macelleria del paese, e una gioielleria davanti, deve abitare lì il tuo ragazzo.- Spiegò, in tono gentile.
Bailee si sentì così stupida per essersi arresa al primo viale, quindi ringraziò la signora e corse fino alla macelleria. Vide una casupola carina, lesse al citofono e vi era il cognome Tance, che le provocò un tuffo al cuore.
Decise di bussare, e le venne ad aprire un bambino. Capì che doveva essere suo fratello minore: Lucas, di nove anni. Era piccolo e grassoccio, ma con un faccino tenero da scoiattolino.
-C'è tuo fratello? Sono la sua fidanzata.-
Lucas biascicò, mostrando i buchetti tra i denti:-Matt ora è fuori, ma torna a mezzogiorno.-
Intanto lo raggiunse la madre, che la guardò:-Sei Clare?-
Bailee ebbe un colpo:-No, chi è Clare?-
-È la ex di Matthew, ma ora che ti guardo non puoi essere lei. Sei Bailee, giusto? La ragazza del mare.- Proseguì sua madre.
-Proprio lei.- Sorrise.
-Accomodati.- La fece entrare in casa e la fece sedere sul divano. -Clare veniva ogni giorno per cercarlo, dopo due settimane ho smesso di aprirle: era troppo pesante! Ti sei data appuntamento con Matt?- La donna era una bella signora, capelli mori e lisci e occhi chiari come l'acqua di piscina, uguali a quelli di Matt, due leggere rughe ai lati della bocca sorridente, vestiva in modo elegante ma non eccessivo ed era minuta.
- In realtà è una sorpresa. Lui non sa niente. Posso solo sapere dov'è andato? Se non sono troppo invasiva...-
-È andato a studiare in biblioteca con una sua amica.- Vedendo Bailee rabbrividire e mordersi il labbro, mentre il numero 75% le fischiava nelle orecchie, la donna disse:-Ma mi sembra che fosse anche con Edward, il suo migliore amico.-
Bailee le sorrise debolmente ma sapeva che non era così. Non era sicura che lui la stesse tradendo, ma non era felicissima di quell'incontro.
La madre cambiò discorso:-Allora, Matt sarà a casa tra venti minuti, ti vuoi nascondere in camera sua?-
-Sì, sì, grazie.-
La donna, che poi disse di chiamarsi Eliza, la accompagnò su per delle scale di legno, attraverso un piccolo pianerottolo e un corridoietto lungo meno di due metri. Le aprì la porta e disse che quella era la camera di Matt, insieme al bagno e al guardaroba.
-La ringrazio.- Bailee entrò nella camera.
Aveva le pareti bianche, un letto molto semplice, di una sfumatura d'azzurro chiaro. C'era una scrivania blu con dei libri in disordine e dei fogli messi a casaccio, un armadio di legno era aperto e lasciava intravedere dei vestiti spiegazzati e una scatola. Bailee la aprì, curiosa, e scoprì che era piena di profilattici. Arrossí leggermente e la richiuse.
Guardò l'orologio: mancavano dieci minuti.
Girò ancora per la stanza, facendo strisciare la mano sul vetro che occupava l'intera parete sinistra, che affacciava su un piccolo balconcino da cui si vedeva Ruston. Decise di cambiarsi: tenne i jeans, ma tolse la maglietta, che ormai era appiccicosa, dopo un viaggio in aereo e uno in treno, e indossò una canottiera attillata bianca, che mise dentro i pantaloni, e che le risaltava il seno e la vita molto stretta. Cambiò anche le calze e si rimise le Golden Goose.
Decise di non nascondersi, si sedette solo sul letto.
A un tratto sentì la porta di casa aprirsi e chiudersi, la voce di Matt che salutava la madre e poi i suoi passi mentre saliva la scala.
Bailee si costrinse a tenere le mani posate sul copriletto, per non mostrare segni di nervosismo, ma all'ultimo secondo si passò una mano nella coda, per assicurarsi che non ci fossero nodi quando Matt le avesse accarezzato i capelli. Fu distratta da un solo particolare: i passi sulle scale non si sentivano più, alzò di scatto lo sguardo e lo vide, nella sua perfezione, una mano ancora sul pomello della porta e l'altra che si stava togliendo gli auricolari.
-Non ci credo. Dimmi che non è un sogno.- Sussurrò lui.
-È reale.-Rispose lei, bisbigliando, per paura di rompere l'incantesimo.
Matt buttò da una parte lo zaino, lanciò l'MP3 e corse da Bailee, prendendola in braccio. Non sembrava vero a nessuno dei due.
Erano pelle contro pelle, erano vicini, erano insieme.
Appena lo aveva visto, Bailee non aveva avuto dubbi: non l'aveva tradita. La amava ancora.
Avevano passato così la giornata, tante emozioni chiuse in una piccola camera.
Parlarono, giocarono ai videogiochi, si toccarono, si ebbero, si baciarono, si sentirono, avvertirono il sospiro dell'altro sul collo, si amarono nel modo più semplice.
Bailee raccontava, e quando Matt ne aveva voglia, la fermava e la baciava, poi riprendeva a parlare. Avevano troppo bisogno l'uno dell'altro, una necessità incredibile.
La notte guardarono un film che spaventò a morte Bailee, ma che, tra le braccia di Matt, non aveva paura di niente.
E poi andarono a dormire, e, si sa, si amarono sotto le coperte, mentre scoprivano ogni segreto, mentre baciavano ogni centimetro di pelle.
Bailee capì che ciò che era successo con Bled non era niente, paragonato a questo. Questo era qualcosa di desiderato, c'era un sentimento fortissimo che sosteneva quest'atto, questo era un atto di protesta e di dimostrazione alla distanza, questo era qualcosa che la faceva sentire felice, al sicuro, non solo eccitata.
Fu quel giorno che i due ragazzi iniziarono a ballare sotto la pioggia, e a non aspettare più che spuntasse il sole.

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