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17 maggio 2016, Martedì, New York


-Un'altra A+ per lei, signorina Dees! Sembra che non voglia arrivare al diploma con una B!- Mr. Willgraham mi consegna un foglio corretto: oltre alla grande lettera all'inizio, non ci sono altri segni rossi.

Sean si gira e mi sorride, la campanella suona.

Sean si avvicina al mio banco e mi accompagna fino alla fermata della Metro.

Mentre chiacchieriamo passiamo differenti fermate, alla quarta lui scende: cambia e va verso Noho, mentre io devo andare verso Union Square-14th Street.

Leo prende il treno una volta ogni due settimane per venire a New York, dormiamo sempre nella casa a Soho: è la sua preferita. Abbiamo comprato un letto matrimoniale bianco da mettere in quella casa, ma non vogliamo rimanere in quella casa.

Compreremo una casa, appena sposati, a New York, a Chelsea, con vista sul fiume, vicino all'High Line. Ci piaceva anche il Meat Packing Distict, siamo indecisi, ma abbiamo ancora un po' di tempo.

Non ho idea del perché, ma domani Leo non aveva scuola e nemmeno giovedì, così ha deciso che sarebbe venuto da me per dirlo ai miei genitori: tenerlo segreto per più di un mese è stato difficilissimo ma fra poco quest'agonia finirà.

Ieri notte è partito, arrivava oggi alle 11, quindi fra mezz'ora, più o meno, sarà sotto la torre a Fifth Avenue.

Con la Metro lo raggiungo, ci incontriamo e ci abbracciamo con un bacio.

Indossa una t-shirt bianca e dei pantaloni grigi scuro, mentre io ho dei pantaloni neri larghi e un top bianco attillato, un nastro nero che mi cinge la vita. L'ultima volta che ci siamo visti è stata poco più di una settimana fa. La decisione di sposarci non ha cambiato assolutamente il nostro rapporto: ci amiamo nello stesso modo, facciamo l'amore nella medesima maniera, semplicemente siamo più legati, ci vediamo più spesso e iniziamo a farci l'abitudine di passare le giornate insieme: discutiamo sui cani, sui bambini, sulle case, sulla torta del matrimonio, su chi invitare.

Con l'ascensore saliamo fino al quintultimo piano della torre, ove c'è la sala da pranzo, la cucina e il salotto.

-Ciao tesoro, ciao Leo.- Ci salutano i miei. Ormai ci hanno fatto l'abitudine.

Leo mi stringe la mano.

Pranziamo tutti insieme, mentre Rizzle ci racconta delle sue avventure durante il corso di cheerleader.

Finiti i dessert aiutiamo a sparecchiare, io lavo i piatti mentre Leo li asciuga, mio padre passa la scopa e mia madre lava con il panno i vetri.

-Possiamo parlarvi?- Chiedo a mia madre, sotto voce, finito di fare i lavoretti.

-Sì, certo. John, vieni!- Chiama mio padre e ci sediamo sul divano, in salotto.

Leo tiene la sua mano sopra la mia, mentre mi preparo a dare la notizia bomba.

I miei genitori si siedono e mi guardano, con sguardo interrogativo.

-Io e Leo abbiamo preso una decisione importante. Ci amiamo tanto e vogliamo avere il vostro supporto, ne abbiamo bisogno: io non ho compiuto ancora 18 anni e ho bisogno del vostro consenso. So che voi capirete la nostra scelta, io ne ho bisogno.- Faccio una pausa significativa.

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